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Scuole dell'infanzia e vaccini, la Fism: "Applichiamo la legge"
“Sulla questione dell’obbligo vaccinale per i bambini che frequentano le scuole dell’infanzia i nodi stanno arrivando al pettine”. Lo spiega il presidente provinciale della Fism Francis Contessotto, che interviene dopo che nei giorni scorsi ha fatto parlare la situazione della scuola dell’infanzia di Cison di Valmarino.

“Sulla questione dell’obbligo vaccinale per i bambini che frequentano le scuole dell’infanzia i nodi stanno arrivando al pettine”. Lo spiega il presidente provinciale della Fism Francis Contessotto, che interviene dopo che nei giorni scorsi ha fatto parlare la situazione della scuola dell’infanzia di Cison di Valmarino, che ha comunicato di non poter accogliere quattro bambini in quanto privi della documentazione attestante la prevista copertura vaccinale.
Presidente, qual è la situazione riguardo alla presenza di bambini non vaccinati nelle scuole paritarie aderenti alla Fism?
“Non abbiamo rilevazioni puntuali per singole scuole, ma dai dati provenienti dall’Ulss e da altre fonti: i bambini della fascia 0-6 anni della provincia di Treviso non ancora in regola sarebbero circa 4-500, con situazioni variegate: dai “no-vax” convinti a quelli che hanno fatto solo alcune vaccinazioni a quelli che hanno intrapreso il cammino della vaccinazione. Nello scorso anno scolastico, d’intesa con l’Ulss e con l’Ufficio scolastico territoriale era stata trovata una modalità per evitare la situazione traumatica di costringere alcuni bambini a non completare l’anno scolastico. Questo anche perché c’era attesa per un nuovo decreto, che è poi arrivato; ma questo non ha abolito l’obbligo vaccinale, bensì ha introdotto l’autocertificazione, di fatto prolungando i tempi di qualche altro mese. Ma ora c’è il termine perentorio del 10 marzo, dopo il quale chi non ha tutte le carte in regola non può accedere. Quindi, se finora c’è stata una fase di dialogo con l’Ulss e con le scuole, ed era stato dato il tempo per mettersi in regola, ora i nodi stanno arrivando al pettine.
Quali passi avete compiuto in questo periodo?
Come Fism all’inizio dell’anno scolastico abbiamo fatto pervenire alle scuole una circolare con alcune indicazioni per l’ammissione alla frequenza, oltre che ai bambini vaccinati, anche a quelli con l’autocertificazione dei genitori; oppure, provvisoriamente poteva valere anche l’aver preso appuntamento con l’Ulss. E abbiamo invitato le scuole a dialogare con i genitori affinché venisse fatto capire loro innanzitutto che non si tratta di un intervento di esclusione, bensì di un modo per tutelare i bambini più deboli. Inoltre, che non è vero che si chiudono le porte, ma semplicemente noi indichiamo le condizioni in base alle quali le porte sono aperte. E queste condizioni sono quelle fissate dalla legge. Non ci sono provvedimenti di “esclusione” di una persona, ma di applicazione di quel che prevede la legge.
Il comportamento della scuola dell’infanzia di Cison era obbligato, quindi?
Sì, le scuole dell’infanzia, tutte, sono tenute a rispettare questa disposizione di legge, che rappresenta un obbligo per esse.
È da mettere in conto che anche altre scuole in questo periodo dovranno procedere come ha fatto la scuola dell’infanzia di Cison?
Sì, perché il 10 marzo c’è la scadenza per chi sta frequentando questo anno scolastico, ma anche per la verifica degli iscritti al prossimo anno scolastico 2019-20, che entro quella data devono comprovare di aver effettuato tutte le vaccinazioni. Va tenuto presente che l’ultima circolare ministeriale indica l’obbligo non solo per le scuole dell’infanzia statali e paritarie, ma per tutte le scuole, comprese quelle private.
Una situazione non facile da gestire…
Quel che dispiace è che le scuole si sono trovate a dover gestire una questione che non è di loro competenza; e questo ha creato molta trepidazione e preoccupazione tra insegnanti, coordinatrici e responsabili, trovatisi per tutto questo tempo tra l’incudine e il martello. Inoltre, spiace anche che in alcuni casi il clima dei rapporti tra scuola e genitori, a causa di questa problematica, si sia incattivito, siano sorti attriti e tensioni; mentre invece tra genitori e scuola occorre andare d’accordo.