domenica, 06 aprile 2025
Meteo - Tutiempo.net

"Vi spieghiamo perché la Dad non è stata una perdita di tempo"

La pandemia ha chiesto grandi sacrifici al mondo della scuola. I professori hanno dovuto ripensare il modo di insegnare e di verificare le conoscenze degli alunni. La Dad crea anche disuguaglianze, ma in molti casi lo strumento ha funzionato, anzi: "Con le video lezioni si marcia più speditamente"

Un’improvvida uscita, la frase del ministro Patrizio Bianchi, già nella task force della precedente ministra alla Pubblica istruzione Lucia Azzolina, sul prolungamento del calendario scolastico. Impossibile da concretizzarsi per ragioni che alcuni insegnanti che abbiamo interpellato ci hanno spiegato. “La proposta di proseguire la scuola fino a fine giugno è impraticabile alle superiori perché i docenti sono impegnati in altre attività di insegnamento e funzionali all’insegnamento - risponde la professoressa Maria Luisa Furlan, docente di inglese al liceo scientifico Da Vinci di Treviso -. Mi spiego: le lezioni finiscono per gli studenti il 5 giugno; la settimana successiva ci sono scrutini, riunioni di dipartimento e di collegio docenti, schede carenze e verbali da compilare. Lunedì 14 giugno c’è la riunione plenaria per gli esami di maturità e poi si lavorerà tutti i giorni fino al 4-5 luglio o oltre. Nel frattempo, chi non è impegnato negli esami (e anche qualcuno che è impegnato) farà i corsi di recupero per gli studenti col giudizio sospeso, poi preparerà le prove di verifica, le somministrerà e le correggerà. Infine, ci sarà un’altra tornata di scrutini. Tutto si concluderà presumibilmente a metà luglio.

Nelle scuole in cui le prove di verifica sono somministrate a fine agosto, i docenti finiscono un po’ prima ma riprendono servizio verso il 20 agosto. Se anche fosse possibile prolungare l’anno scolastico, mi chiedo se ne varrebbe veramente la pena. Le nostre scuole non sono state progettate per essere usate d’estate e già a fine maggio le aule spesso raggiungono temperature poco confortevoli. Inoltre, l’Italia è già uno dei Paesi europei con il maggiore numero di giorni di scuola (almeno 200 l’anno, contro una media degli altri Paesi attorno ai 190). Forse non è solo un problema di quantità… Sullo sciopero del 1° marzo non mi pronuncio. Io non lo farò. La Dad richiede a tutti molte più energie rispetto alla scuola in presenza perché è difficile concentrarsi davanti a uno schermo, è facile lasciarsi distrarre da quanto accade intorno: rumori, familiari nella stanza accanto o nella stessa stanza, ecc. Anche quando tutti hanno strumenti adatti e una connessione affidabile viene meno il coinvolgimento emotivo, necessario per l’apprendimento, e la comunicazione non è immediata”. La didattica a distanza è stata l’unica possibile per molti mesi, e tutti sono consapevoli che non è l’ideale per l’apprendimento:

“L’isolamento e la Dad aumentano le diseguaglianze sociali, culturali e cognitive. Verifiche e interrogazioni in Dad possono essere attendibili, ma a condizioni che alcune volte sono poco realizzabili. Ad esempio, le università chiedono agli studenti che sostengono gli esami a distanza di installare programmi che permettono il controllo da remoto dei dispositivi, in modo da impedire l’apertura di qualsiasi altro programma o pagina, e spesso chiedono di utilizzare due telecamere per un maggiore controllo. Con gli scolari questo è poco praticabile. Durante le interrogazioni, non si può sapere se uno studente che guarda verso la telecamera del portatile o del tablet in realtà stia leggendo dallo schermo, perciò bisogna fare domande che chiedono di ragionare, di utilizzare le conoscenze in contesti nuovi. Questo però penalizza i più fragili. Si possono strutturare dei test affidabili tramite piattaforme Moodle o su Classroom (che utilizza i moduli Google), ma così si possono verificare solo alcune conoscenze e la preparazione di queste prove è molto laboriosa (una decina di ore per un test di grammatica da fare in 40 minuti). In alternativa, per evitare copiature nelle prove scritte bisogna chiedere una valutazione personale su quanto studiato o comunque un utilizzo originale delle conoscenze; ma in alcune materie questo può avvenire solo costruendo una verifica diversa per ogni studente, e neanche così si è sicuri che la prova sia svolta proprio da lui o da lei (potrebbe esserci un «aiutante» nella stanza, oppure qualcuno che svolge la prova e gliela spedisce via mail o Whatsapp)”.

Che la Dad sia stata impegnativa concorda il professor Roberto Grigoletto, docente di Storia e Filosofia al liceo classico Canova di Treviso: “Penso che si dovrebbe chiarire un equivoco di fondo: due settimane in più ci stanno in quelle realtà del Paese dove la Dad non ha funzionato pienamente, per problemi di connessione, per mancanza di strumentazione, per difficoltà a contenere una dispersione scolastica già notevole in presenza. Assolutamente sbagliato è sostenere che occorre aggiungere giorni perché con la Dad si è perso tempo. Non è così. Dirò di più: con le video lezioni si marcia ancora più speditamente, perché ci sono meno distrazioni. La scuola è però educazione e socialità e per questo serve la presenza. Quella a distanza è una didattica per l’emergenza. Meno male che c’è stata questa possibilità perché non c’è stata di fatto interruzione del percorso formativo. Certamente svolto in modo diverso, più faticoso di sicuro per gli studenti, ma anche per noi insegnanti. La preparazione delle video lezioni da parte dei professori è tutt’altro che banale, al netto dell’impiego di risorse e di impegno che tutti abbiamo dovuto metterci per prendere confidenza con piattaforme, moduli on line per le verifiche e utilizzo delle attrezzature messe a disposizione dalla tecnologia”.

Nemmeno il professor Grigoletto aderirà allo sciopero, “perché mi pare di aver capito che le due ultime settimane di giugno saranno dedicate eventualmente ai recuperi. Nulla di nuovo quindi, lo facciamo già”. Non trova motivazioni valide per continuare l’anno scolastico fino al 30 giugno neanche il professor Giovanni Cosatti, docente di Lettere all’Istituto Einaudi-Scarpa di Montebelluna: “Complessivamente l’attività didattica a distanza è stata svolta regolarmente. Anzi, l’impegno profuso a casa (preparazioni materiali, correzioni verifiche, esercizi, esercitazioni, contatti telefonici e mail con studenti e famiglie) è stato molto elevato. Peccato che molti studenti non abbiano collegamenti internet validi per mancanza infrastrutturale di reti. Interrogazioni e verifiche sono egualmente valide. Basta saper adottare i meccanismi di controllo adeguati, porre quesiti e domande di logica”. (L. G.)

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
16/01/2025

Di per sé, l’idea di una “conversione missionaria” della parrocchia non è una novità, perché essa agita...

TREVISO
il territorio