giovedì, 02 ottobre 2025
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Comunità energetiche rinnovabili: vera “conversione ecologica”

Il Vescovo: “Con questo progetto contribuiamo a una cultura di condivisione, pace e fraternità”

La Comunità energetica rinnovabile sta crescendo, come ci testimoniano i numeri riportati. Ancora nella mia lettera pastorale “Un anno di grazia del Signore” - per accompagnare il Giubileo della speranza - l’avevo presentata come una possibilità concreta di vivere questo tempo per stringere sempre nuovi legami comunitari per produrre energia da fonti rinnovabili, e seguire, dunque, l’invito biblico a “far riposare la terra”, nel tempo giubilare, e non solo. Partecipare a questa comunità permette di entrare in rapporto con persone a noi vicine sia come produttori, ma soprattutto come consumatori di corrente elettrica prodotta vicino a casa, da fonti ambientalmente sostenibili, e di trarne beneficio assieme. Permette anche di mettere a disposizione di tutti questi benefici, ma soprattutto dei nostri vicini che hanno più difficoltà a sostenere il costo dell’energia, per i quali la comunità diventa luogo di concreta solidarietà. Ci dà la possibilità di diventare “consum-attori”, non solamente soggetti passivi, ma attori di cambiamento insieme ad altri. Ci permette di agire prendendoci cura del creato, delle relazioni nella comunità, dei meno abbienti tra noi, in una rete di inclusione che ci rende anche, così, un poco più vicini, un poco meno soli.

Continuiamo a fare cresce questa bella esperienza, in particolare come segno che stiamo vivendo con convinzione il giubileo della speranza. Possiamo contribuire, anche così, a una cultura di condivisione, di fraternità e di pace, di cui tanto abbiamo bisogno.

Grazie a chi si sta spendendo con passione e competenza perché la Comunità energetica rinnovabile possa arrivare a obiettivi rilevanti di produzione e di consumo; grazie a chi ha già aderito, mostrando attenzione e fiducia in un processo concreto e virtuoso; grazie a chi vorrà interessarsi e a chi intenderà partecipare, alle parrocchie e alle tante realtà in diocesi, ecclesiali e non, che si lasceranno coinvolgere in questa avventura.

Ai fedeli chiedo di cogliere anche questa occasione per “lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda” (Laudato si’, 217). È questa la nota definizione di “conversione ecologica” che troviamo nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. Egli ci ricordava, anche, che “vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana” (LS, 217).

Grazie a tutti coloro che con questa specifica iniziativa sono disposti a piantare nella terra un “seme di pace e di speranza”, come ci invita ancora papa Leone XIV: “Lavorando con dedizione e con tenerezza si possono far germogliare molti semi di giustizia, contribuendo così alla pace e alla speranza. Ci vogliono talvolta anni prima che l’albero dia i suoi primi frutti, anni che coinvolgono un intero ecosistema nella continuità, nella fedeltà, nella collaborazione e nell’amore, soprattutto se quest’amore diventa specchio dell’Amore oblativo di Dio” (Papa Leone XIV, Messaggio per la X Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato - 2025).

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