martedì, 10 dicembre 2024
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Libro: “Lo scandalo della speranza” e la testimonianza dei coniugi Attanasio

Presentato alla libreria Paoline di Treviso

Non una grande novità, almeno così parrebbe in prima battuta, curare un libro per l’Avvento sui temi della speranza. Eppure non solo è stato necessario per tornare a creare occasioni di riflessione, ma anche decisamente “nuovo” per metodo e proposta. “Lo scandalo della speranza. Cammini di resurrezione nei tempi dell’Avvento” ci viene offerto dalla Comunità monastica di Marango che lo ha scritto per aiutare a gettare gli occhi oltre gli ostacoli e le fatiche quotidiane, come un’opportunità per riconoscere qui e ora il compiersi dell’opera che il Signore sta già realizzando attraverso i segni che la anticipano.

“E’ un libro plurale – racconta sorella Cristina -, raccoglie sensibilità, intuizioni, commenti diversi. Mette al centro la speranza che per noi cristiani è la persona di Gesù Cristo, morto e risorto. Nel legame tra questi due misteri, l’incarnazione e la resurrezione, si snoda la riflessione proposta che vuole essere accessibile a tutti, grazie anche alle testimonianze concrete che attualizzano i commenti alla Parola”.

Già il titolo ci dice molto: la speranza è davvero scandalosa al giorno d’oggi? “Intendiamo questa parola in senso biblico – spiega padre Alberto -; significa «inciampo», qualcosa su cui capitomboliamo, che non è previsto e, accadendo nella vita, cambia una idea, una esperienza, una situazione. Lo scandalo più grande è che non siamo noi a sperare per primi, ma è Dio che spera in noi, che non si arrende e non rinuncia mai a venirci incontro”. In biografie quotidiane di vita dove non mancano fratture, dolori, conflitti, nelle nostre comunità che a tratti sembrano perdersi, dentro a una storia globale che segna il passo con guerre, cambiamenti climatici, povertà vecchie e nuove, non solo continua a vivere la luce della speranza, ma si concretizza evidente in alcuni testimoni che, con segni concreti, dentro le loro esistenze più e meno conosciute, la fanno ardere. “Per alimentarla ci serve la frequentazione abituale con la Parola, il recupero di una cultura e spiritualità biblica, perché lì la troviamo donata a piene mani – sottolinea don Giorgio -. Le nostre non possono essere comunità che vivono attorno al prete, altrimenti si depaupereranno sempre di più. E poi ci serve la Storia che si fa nella vita degli uomini e delle donne di ogni tempo. La Bibbia non è una evasione spirituale; sta dentro alla storia, perché qui si concretizza la Parola di Dio, che è Parola di Speranza”. Solo un esempio, tra tanti: c’entra Gaza con la nostra pastorale? Perché se la risposta è no, di fatto stiamo semplicemente ponendo la pastorale fuori dalla storia. I testimoni di cui sono presentati alcuni scritti nelle pagine del libro non fanno altro che vivere quotidianamente aderenti al Vangelo: ci sono nomi noti, come padre Paolo Dall’Oglio o Dietrich Bonhoeffer (un suo scritto è accostato a quello di un terrorista detenuto per un breve periodo al carcere di Venezia, Gianfranco Bertoli, che racconta la sua tensione a scegliere una vita senza speranza per non rimanere deluso) ad altri che è probabile non passeranno mai davvero alla storia, ma non per questo sono meno significativi. Tra i vari, la Comunità di Marango, ha riproposto anche la vicenda di Luca Attanasio, giovane ambasciatore italiano in Congo, ucciso nel 2021 in un agguato vicino alla città di Goma. I suoi genitori, Salvatore e Alida, erano presenti all’incontro che la settimana scorsa si è tenuto alla libreria Paoline di Treviso proprio per presentare “Lo scandalo della speranza”.

“La nostra è una speranza di verità sulla morte di nostro figlio, i cui mandanti e moventi sono ancora sconosciuti; il processo che si è tenuto a Roma per ora l’ha abortita, concedendo l’immunità agli accusati, mentre scempi e depistaggi hanno disorientato le indagini – raccontano -. Luca è stato un giovane ambasciatore in terra africana che ha vissuto accanto al popolo congolese, cercando di restituire dignità e di costruire futuro. Lo ha fatto combattendo il lavoro minorile, promuovendo progetti di scolarizzazione, favorendo percorsi e strutture sanitarie, costituendo una Fondazione che tutt’oggi porta avanti i suoi sogni”. Quando è caduto in un agguato nei pressi del villaggio di Kibumba, Attanasio stava viaggiando con un convoglio del programma alimentare mondiale, agenzia delle Nazioni Unite. “Luca è un esempio dei principi scritti nella nostra Costituzione. Anche lui, come altri, ci ricorda che non serve essere persone straordinarie per fare cose straordinarie”.

E quale speranza coltivare, per la Chiesa? “La Chiesa deve morire alla tentazione del potere e diventare sempre più evangelica – dicono dalla Comunità di Marango -. Sarà più piccola, non importa, ma sarà più fraterna, più ospitale; servirà il mondo senza il guadagno del suo servizio; non perderà il senso e il gusto delle relazioni e della cura tra le persone. Allora sarà, davvero, anche Vangelo di speranza”.

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