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Valorizzare l’imprenditoria femminile

Indagine presentata alla Camera di Commercio di Treviso: “Pochi sono gli studi sulle donne in posizioni di leadership. Questo ha portato alla diffusione di stereotipi che vedono associare il concetto di leadership al genere maschile. Ma, nel contesto attuale, le organizzazioni sono chiamate a rivedere in modo profondo il significato di «essere alla guida» di un’azienda”

Da una ricerca qualitativa sull’imprenditorialità femminile, condotta su un campione di aziende trevigiane e bellunesi, presentata il 26 gennaio scorso in Camera di Commercio a Treviso, emerge che la buona leadership non è tanto questione di genere, quanto piuttosto di competenze agite, sia tecniche che relazionali. Lo stile di conduzione efficace di un’impresa è ispiratore, aggregatore, supportivo.

L’indagine in questione si intitola “Donne e imprenditorialità: valorizzare la leadership femminile del futuro” ed è stata realizzata dal Comitato imprenditoria femminile di Treviso e Belluno, la Camera di Commercio Treviso-Belluno Dolomiti, condotta dall’Osservatorio economico e sociale e dal Competency centre dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che ha intervistato 30 donne imprenditrici che guidano con successo aziende operanti in settori differenti. Nel team di ricerca di Ca’ Foscari c’erano Sara Bonesso e Fabrizio Gerli (professori associati di Organizzazione aziendale e Gestione delle risorse umane), Laura Cortellazzo (ricercatrice del medesimo Dipartimento), Giulia Milani (phd candidate Dottorato in management Dipartimento di management/Venice school of management).

Il campione analizzato

Per la ricerca sono state intervistate nel corso del 2023 trenta imprenditrici, alla conduzione di 27 aziende, delle quali 25 sono familiari. 22 aziende hanno sede in provincia di Treviso, 5 in quella di Belluno; 19 di queste imprese operano in settori tradizionalmente a guida maschile, come il metalmeccanico, il legno arredo, gli stampaggi industriali.

In prevalenza sono aziende fondate fra gli anni ‘70 e ‘90, per lo più alla seconda generazione (23 imprese, mentre 2 sono alla terza generazione e 5 alla prima), con imprenditrici concentrate nella classe di età 35-50 anni.

Del campione analizzato fanno parte imprese medio-grandi, con una media di 73 dipendenti ciascuna (di cui le donne sono il 41%), un fatturato medio di 23 milioni di euro l’una, un export medio del 38%, una crescita media di fatturato del +28% nel periodo 2018-22, in piena pandemia. Ossia, tutte quelle analizzate sono imprese che stanno funzionando molto bene.

Quali gli obiettivi della ricerca?

Lo studio “Donne e imprenditorialità”, hanno evidenziato Federico Callegari (responsabile del Settore Studi e Orientamento al Lavoro della Camera di Commercio Treviso–Belluno) e Sara Bonesso (Università Ca’ Foscari Venezia), vuole raccontare una realtà ancora poco nota, non solo nel nostro contesto territoriale, ma anche a livello internazionale. Pochi sono, infatti, gli studi sulle donne in posizioni di leadership e ancora meno sulla leadership femminile in ruoli imprenditoriali. Questo ha portato alla diffusione di stereotipi che vedono prevalentemente associare il concetto di leadership al genere maschile. Al contrario, nel contesto attuale, le organizzazioni sono chiamate a rivedere in modo profondo il significato di «essere alla guida» di un’azienda, indipendentemente da aspetti legati al genere, ponendo piuttosto l’accento su comportamenti volti a rispondere con agilità al cambiamento e alle crisi, guidati dall’etica e dall’autenticità, attenti al benessere delle persone”.

Tre le macro-aree sulle quali i ricercatori sono andati a indagare, ossia: il profilo valoriale (i valori più importanti indicati dalle nostre imprenditrici sono l’onestà e la trasparenza, il rispetto personale dentro e fuori l’azienda, l’apprendimento continuo come “eterne studentesse”, l’azienda-famiglia); il profilo delle competenze (rimangono importanti quelle tecniche, seppure quelle soft – agire organizzativo, consapevolezza di sé, esplorazione, relazione interpersonale, pensiero strategico - siano sempre più rilevanti nel creare i distinguo fra persone molto performanti o solo mediamente performanti); gli stili di leadership (quelli più efficaci sono l’ispiratore, l’aggregatore, il supportivo, il democratico, ma anche l’autoritario e il battistrada, qualora fosse necessario accelerare il passo o forzare la mano, come accadde durante la pandemia).

Concetti ribaditi, sempre il 26 gennaio, da alcune imprenditrici intervenute in Camera di Commercio alla tavola rotonda sul tema: “Storie e sfide imprenditoriali in settori a connotazione maschile”. Al tavolo erano sedute Renza Altoè Garbelotto (Parchettificio Garbelotto srl – Cappella Maggiore), Sabrina Carraro (Dotto trains srl – Castelfranco Veneto), Lucia Farenzena (Dolomites dream sas – Rocca Pietore Bl), Nicoletta Milani (Milani srl - Roncade), Laura Trevisson (Meccanostampi srl – Limana Bl).

Le rilevanze evidenziate

Creare, diffondere e perseguire una visione futura dell’azienda, ma anche infondere lo spirito di squadra e favorire il benessere dei collaboratori, come pure sostenere la crescita professionale del personale tramite l’ascolto e il suo sviluppo, sono alcuni degli stili emersi dalle esperienze concrete tratte dalle storie imprenditoriali analizzate.

Le riflessioni offerte dai risultati di questo studio offrono, da un lato, agli attuali imprenditori e imprenditrici una maggiore consapevolezza di quei comportamenti necessari per esercitare una leadership efficace. Dall’altro lato, la ricerca intende essere uno stimolo per le nuove generazioni che si stanno avvicinando al ruolo imprenditoriale e si stanno preparando a guidare le organizzazioni del futuro.

Mario Pozza, presidente della Cciaa Treviso-Belluno, ha dichiarato: “In un momento così difficile, con atti di violenza contro le donne, crediamo, invece, sia necessario lavorare sulla consapevolezza del valore femminile e creare una nuova cultura nella nostra società. Ben sappiamo quale apporto positivo possa portare la donna all’interno dell’impresa e non solo”.

“Codificare il mondo valoriale – ha aggiunto la presidente del Comitato imprenditoria femminile, Barbara Barbon - nel fare impresa al femminile era l’ambizioso obiettivo di questa importante ricerca. In un mondo che sta dimostrando sempre più che la competenza da sola non basta, la donna - con il suo agire sentito, il suo femminile - diventa costruttrice di cambiamento e di progresso in ogni ambito, sia esso economico, politico o sociale”.

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