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L’iniziativa: nel mese di ottobre le nostre copertine con immagini scattate da reporter palestinesi

Per gli operatori dei media questo conflitto è il più mortale mai registrato. Il compito di documentare la guerra è affidato esclusivamente ai giornalisti palestinesi residenti. È per questo che vogliamo sostenerli, supportando il loro lavoro, dando un volto alle loro firme e acquistando le loro foto. Questa settimana, in copertina, lo scatto è di Ebrahim Hajjaj, reporter dell’agenzia Reuters, e ritrae bambini palestinesi a Gaza, sul luogo dell’attacco israeliano a una casa, il 26 settembre

Non sappiamo ancora come si concluderà, dopo l’abbordaggio dell’esercito israeliano di una parte delle navi, l’iniziativa umanitaria della Global Sumud flotilla, promossa dalla società civile a livello internazionale (a bordo persone di 44 Paesi diversi) per portare aiuti a Gaza e aprire un corridoio umanitario. Ed è ancora in fase di analisi (in particolare da parte di Hamas) il piano di pace proposto dal presidente statunitense Trump. La speranza di tutto il mondo è che si arrivi, finalmente, a una pace giusta e che si smetta di far salire la tensione, perché, come ha detto papa Leone, alla notizia della proposta americana, “serve lavorare per la pace”.

Insieme a tante altre persone e comunità, anche noi, come redazione del settimanale diocesano, ci siamo chiesti in questo tempo che cosa potevamo fare per Gaza e per la Terra santa tutta. Informare, certo, su quanto accade, come facciamo da due anni, dare spazio nelle nostre pagine a esperienze di pacificazione, di sostegno, a riflessioni pacate che favoriscano il dialogo e non la contrapposizione, all’impegno della Chiesa e di altre confessioni religiose per la pace, a fianco della popolazione civile. Ma questa settimana, e per tutto il mese di ottobre, abbiamo scelto di dare spazio anche allo sguardo di alcuni colleghi, giornalisti e fotoreporter, che vivono e lavorano a Gaza.

Per gli operatori dei media questo conflitto è il più mortale mai registrato. L’Onu, al 30 agosto scorso, segnalava 247 vittime da ottobre 2023: più che in entrambe le guerre mondiali, con una media di 13 lavoratori dei media uccisi al mese. Colleghi che sono diventati obiettivi da colpire, per far tacere le voci e i racconti da Gaza. Israele, infatti, impedisce ai giornalisti stranieri di entrare nella Striscia: una decisione contro la libertà di stampa che non ha precedenti nella storia moderna. Il compito di documentare la guerra è affidato, dunque, esclusivamente ai giornalisti palestinesi residenti, indipendenti o collaboratori di agenzie di stampa o testate internazionali. È per questo che vogliamo sostenerli, supportando il loro lavoro, dando un volto alle loro firme e acquistando le loro foto. Questa settimana, in copertina (e qui a sinistra), lo scatto è di Ebrahim Hajjaj, reporter dell’agenzia Reuters, e ritrae bambini palestinesi a Gaza, sul luogo dell’attacco israeliano a una casa, il 26 settembre. Siamo molto attenti, da sempre, a non pubblicare foto di minorenni in situazioni drammatiche, di qualsiasi provenienza, ma questo dramma ci spinge a dare un volto a tutte le vittime.

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