Missione Bhatti: nuove sfide per il futuro

Di anno in anno l’assemblea dei soci dell’associazione “Missione Shahbaz Bhatti” diventa l’occasione per conoscere sempre meglio attività e progetti di una realtà nata per proteggere e promuovere la vita dei cristiani e di tutte le minoranze religiose in Pakistan, favorendo l’incontro, il dialogo e la collaborazione con tutte le forze civili, politiche e religiose, nel Paese e fuori. E quest’anno è stata anche l’occasione per l’annuncio di un nuovo progetto che preparerà lavoratori pakistani specializzati, da impiegare nelle aziende italiane, favorendo un’immigrazione legale e protetta.

La presentazione del bilancio delle attività si è tenuta, anche quest’anno, nel salone del Vescovado, alla presenza del vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, del vicario generale, mons. Mauro Motterlini, del rappresentante del vescovo di Vicenza, Agostino Rigon, direttore dell’ufficio missionario della diocesi berica, del presidente dell’associazione, Paul Bhatti, del vicepresidente, Francesco D’Alfonso e dei membri dell’associazione. Ospite gradita è stata Stella Coppi, vedova dell’on. Franco Frattini, mancato tre anni fa - per due volte ministro italiano degli Esteri e amico personale di Shahbaz Bhatti, e poi del fratello Paul -, che ha sempre sostenuto l’impegno a tutela delle minoranze in Pakistan.

Sul fronte sociale e sanitario si è passati dal progetto “Una coppia di pecore per una famiglia” di cinque anni fa, a sostegno dei nuclei più poveri, alla “Scuola di arti e mestieri”, fino all’ambulatorio medico e poi al “Centro salute madre e bambino”, a Khushpur, il “fiore al’occhiello” dell’associazione.

Altrettanto importante è l’attività dei Centri di ascolto e di tutela legale in diverse province del Pakistan, dove si accolgono le persone che subiscono persecuzione per motivi religiosi, vittime di accuse per falsi reati, in particolare di blasfemia, che vivono situazioni di grave povertà, che cercano opportunità di lavoro: 20.867 le persone assistite nell’ultimo anno in questi centri. Un lavoro importante, che vede impegnati professionisti e volontari, e reso possibile dal sostegno economico dei soci, tra cui diverse diocesi, e di numerosi di benefattori. Fondamentale anche il dialogo tessuto quotidianamente con i leader religiosi e i rappresentanti istituzionali, come l’importante convegno internazionale sulla pace che si è tenuto lo scorso luglio a Venezia.

A presentare le diverse iniziative in corso il presidente Paul Bhatti, che ha raccolto il testimone del fratello Shahbaz, ministro per le minoranze in Pakistan, ucciso nel 2011 da un gruppo terrorista islamico, del quale è aperta la causa di beatificazione.

Il presidente ha spiegato lo spirito del nuovo progetto, molto concreto, che andrà incontro alle esigenze di tante imprese di casa nostra che non trovano lavoratori specializzati, adatti alle proprie esigenze. In questo nuovo progetto Stella Coppi ha creduto subito, e insieme a lei l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: un convegno, in primavera a Roma, presenterà i dettagli dell’iniziativa, che ha già coinvolto alcune associazioni del mondo imprenditoriale e agenzie di formazione al lavoro. “Dobbiamo creare le condizioni perché le persone immigrate siano una risorsa, ne abbiamo bisogno come sistema Paese”, ha detto Stella Coppi. Il Vescovo ha ringraziato l’associazione per il lavoro “artigianale” di costruzione di dialogo, di alleanze, di pace, una realtà, sempre più diocesana, “che ci permette di guardare oltre i nostri confini, nelle zone del mondo dove la testimonianza della fede, che noi diamo spesso per scontata, è una cosa molto seria. Voi siete artigiani di amicizia e di fraternità, profezia di pace per il mondo. Sono artigiani di pace coloro che lavorano nella diplomazia, come è stato il ministro Frattini, come è il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, come possiamo essere anche noi, costruendo pace nella vita quotidiana, accompagnando con fiducia questi progetti”.