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L'anima dell'immensa Russia

Viaggio-pellegrinaggio da Paese alla scoperta delle bellezze dell'Anello d'Oro.

14/06/2017

“Se la donna mette la freccia a destra non è certo che giri a sinistra, potrebbe andare dritto”. Con questa sottile ironia, che desta l’ilarità dei trasportati, Pavel, la guida turistica, giustifica i continui cambi di corsia dell’autista del pullman che si destreggia tra il caotico traffico moscovita. I 45 turisti sono di Paese, li accompagna il parroco don Giuseppe Tosin, dal 20 al 28 aprile. Sono venuti in Russia per ammirare i tesori artistici, culturali, religiosi e paesaggistici, ma soprattutto per scoprire l’anima di questo immenso Paese e notare che i russi sono come tutti gli altri europei. Certo c’è Russia e Russia, perché un conto sono le ricche metropoli come Mosca e San Pietroburgo, con gli enormi palazzi e grattacieli di varie epoche, con fabbriche e uffici, e un conto è l’entroterra dove la gente cerca di sopravvivere con quel poco che ricava da un terreno per lunghi mesi coperto di neve. Per i contadini poco è cambiato dai tempi della servitù. I russi hanno vissuto varie rivoluzioni e stanno cercando di dimenticare l’oscurantismo sovietico che li ha lasciati indietro rispetto all’Occidente, ciononostante sono molto avanti culturalmente e hanno avuto dei grandissimi letterati. Le scuole sono di ottimo livello e funzionano bene. Ne sanno qualcosa Ludmila e Oleg, emigrati qualche anno fa a Montreal in Canada con la figlia Yana, un viaggio costato un patrimonio. Hanno resistito laggiù per un anno e mezzo poi sono ritornati perché incapaci ad abituarsi a “una società troppo individualista e a una scuola di tipo settoriale che impedisce di farsi una cultura generale”. Passa un tram e si può vedere un’anziana che legge un libro, una giovane che studia da un tablet e un ragazzo che smanetta con lo smartphone. La cultura è palpabile. La Russia ha avuto grandi personaggi, principi e zar, che ne hanno caratterizzato la storia, basti pensare a Pietro il Grande, i Rurik e i Romanov, a Caterina II. Questa ha voluto alla sua corte i migliori intellettuali, artisti, scrittori, musicisti, progettisti, anche italiani, che si rispecchiano ora nei palazzi dell’ex Leningrado, nell’immensa raccolta di meraviglie custodite all’Hermitage e alla mostra degli impressionisti. Tutti possono ammirare e fotografare le opere d’arte perché la conoscenza e la bellezza non devono conoscere restrizioni. Ottimo anche il cibo. La politica è snobbata e oggetto di rassegnata ironia perché, in fondo, anche se c’è stata una certa apertura, a governare sono sempre gli stessi che si sono riciclati.

Ma il viaggio dei paesani aveva pure un obiettivo religioso. La Russia, che ha avuto anche tanti santi importanti ammirabili nelle antiche icone, è costellata di chiese e monasteri ortodossi, che sono dei veri gioielli. Tuttavia, ci assicura Veronica, guida turistica a San Pietroburgo, molti sono i credenti, ma pochi i praticanti, perché i lunghi riti si svolgono oltre la porta santa dell’iconostasi con i fedeli che assistono in piedi, senza poter partecipare attivamente. Non saranno tuttavia queste diversità un ostacolo per l’unità dei cristiani.

Il tempo è inclemente, nevica nonostante si sia alla fine di aprile e fa ancora freddo. Le perturbazioni arrivano dal Golfo di Finlandia senza incontrare ostacoli. Lungo i percorsi dell’Anello d’oro la vita appare più abbordabile. Città come Yaroslavl, Kostroma, Vladimir e Suzdal si manifestano tranquille e non è raro incontrare qualche italiano che ha fatto fortuna insediandosi lungo la Neva o il Volga. In Russia i pensionati non riescono ad arrivare a fine mese e si vedono vedove costrette a lavorare nei musei per campare. Fuori dai grandi itinerari si notano le baraccopoli mimetizzate da barriere artificiali. Si respira una certa pace perché oltre il bosco l’orizzonte si allarga a perdita d’occhio. Si corre per centinaia di chilometri incontrando piccoli villaggi agricoli con dom e izbe assai modeste. I più ricchi però possiedono una dacia in campagna o nel bosco per i fine settimana. La natura regna sovrana perfino nei cimiteri con i tumuli che si levano fra le betulle perché, pur essendo una terra ricca di foreste, c’è un grande rispetto per l’ambiente: le piante sono la vita.

 

 

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