Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
BUONGIORNO DI SPERANZA. L'ultima dimora, sant'Antonio a Camposampiero
Furono giorni di intensa preparazione all'incontro con il Signore, quelli che frate Antonio visse qui nella preghiera e nello studio assiduo della Sacra Scrittura, dovendo anche portare a termine i “Sermones”: schemi di omelie per ogni domenica.

“Il servo di Dio Antonio... cercava una località appartata e si trovò a Camposampiero... Decise di farsi una cella sopra un noce poderoso dal cui tronco sei branche si protendevano verso l'alto, perché il luogo offriva impensata solitudine e quiete favorevole alla contemplazione”. Così il biografo racconta dell'ultima dimora di sant'Antonio. Sapendo che il Santo fu a Padova, per la predicazione, fino a Pentecoste, che in quell'anno cadeva l'11 maggio, e tenendo presente che la festività si protraeva per otto giorni, si può supporre che a Camposampiero sia arrivato lunedì 19 maggio. Furono giorni di intensa preparazione all'incontro con il Signore, quelli che frate Antonio visse qui nella preghiera e nello studio assiduo della Sacra Scrittura, dovendo anche portare a termine i “Sermones”: schemi di omelie per ogni domenica. Del resto San Francesco, sapendo delle sue doti, gli aveva raccomandato: “Mi sta bene che tu insegni la teologia, purché non si estingua in te lo spirito di santa orazione”.
La ricercata tranquillità non lo allontanò, poi, dalla disponibilità ad annunciare il vangelo al popolo. Dall'alto del noce, lo si ricorda intento a spezzare il pane della parola di vita, come lui sapeva fare, alla gente che vi accorreva. Forse fu in una quelle notti, a Camposampiero, che il Bambino Gesù si fece presente tra le braccia di Antonio, e “il Santo lo abbracciava e baciava, contemplandone il viso con lena incessante”.
Dal Portogallo, dove era nato, attraverso scelte ed eventi inattesi, sant'Antonio visse in questo luogo di silenzio e solitudine, fino al 13 giugno. I suoi ultimi giorni furono immersi nel fuoco della Parola di Dio che aveva già convertito molti e che attirava all’ascolto persino... i pesci. Se il “Santo dei miracoli” ebbe tanto seguito in vita fu proprio per il dono della parola; infatti l'immagine più antica che di lui possediamo ce lo mostra con la Sacra Scrittura in mano. In questi nostri giorni di sosta c’è chi ha scoperto la bellezza della Parola di Dio e la gioia di trovare chi sa annunciarla in modo chiaro e penetrante come Papa Francesco nelle sue omelie.