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Elezioni politiche, definite le liste: boom di partiti e nuovi volti

Molte donne. Molti sindaci. Tanti volti nuovi. Ma anche diversi “paracadutati” da Roma, soprattutto tante esclusioni eccellenti e “mal di pancia”. Questo il panorama delle candidature al Parlamento nel nostro territorio. Gli ultimi giorni prima della chiusura delle liste sono stati intensi, in qualche caso drammatici. I mutati equilibri politici sono destinati a cambiare (e di molto) la composizione numerica del Parlamento.

01/02/2018

Molte donne. Molti sindaci. Tanti volti nuovi. Ma anche diversi “paracadutati” da Roma, soprattutto tante esclusioni eccellenti e “mal di pancia”. Questo il panorama delle candidature al Parlamento nel nostro territorio. Gli ultimi giorni prima della chiusura delle liste sono stati intensi, in qualche caso drammatici. A pesare sono stati due fattori: la nuova legge elettorale, che prevede listini “corti” per il proporzionale (senza preferenze) e collegi uninominali maggioritari (dove passa solo il vincitore). Si è per certi versi tornati al tempo del “Mattarellum” (anche se questa legge è ben diversa da quella in vigore dal 1993 al 2005). Ad esempio, stando alle previsioni, il centrodestra è convinto di fare “il pieno” nei collegi uninominali. A scapito, naturalmente, degli altri partiti. E si è scoperto (ma lo si sapeva già) che sono le segreterie nazionali a “fare e disfare” le liste. Il secondo fattore è che i mutati equilibri politici sono destinati a cambiare (e di molto) la composizione numerica del Parlamento.
Cinque anni fa, ad esempio, il Pd aveva beneficiato di un impressionante premio di maggioranza, che aveva dilatato a dismisura la sua rappresentanza parlamentare. A Treviso, erano state elette in tre: Simonetta Rubinato e Floriana Casellato alla Camera, Laura Puppato al Senato. Solo quest’ultima correrà per la riconferma. Ma molto è cambiato anche dentro il centrodestra. Nel 2013 Forza Italia aveva fatto una grande rimonta, la Lega viveva invece un momento difficile e in ogni caso i parlamentari erano stati scelti da Flavio Tosi, poi cacciato dal partito.
Stavolta, invece, si prevede un buon risultato per il Carroccio, che ha comunque fatto il pieno di candidature nell’uninominale, con tanti volti nuovi: Marica Fantuz, sindaco di Meduna, nel collegio camerale di Conegliano; il segretario provinciale Dimitri Coin a Castelfranco; l’emergente Ingrid Bisa a Montebelluna; il giovane Alberto Stefani nel Padovano, a Vigonza e Camposampierese; Giorgia Andreuzza a Venezia e Miranese; Massimo Candura nel collegio senatoriale di Treviso e il sindaco di Sernaglia Sonia Fregolent in Destra Piave. A Forza Italia restano Raffaele Baratto (a Treviso) e Renato Brunetta (a San Donà). Anche il Pd cerca di risalire la china con gli amministratori locali: Silvano Piazza a Treviso, Maria Rosa Barazza a Conegliano, Anna Spinnato a Montebelluna.
Il Movimento 5 stelle punta a confermare alcuni degli uscenti candidandoli nei listini proporzionali (Gianni Girotto al Senato, Emanuele Cozzolino e Ariannna Spessotto alla Camera). Volti nuovi, invece, nei collegi uninominali, tra cui Andrea Arman (leader delle vittime dei crac bancari e legale del coordinamento Don Torta) a Montebelluna e Franco Storer (presidente di Casartigiani Veneto) nel collegio senatoriale di Treviso.
Oltre alle tre principali forze, restano gli alleati “minori” di Pd e Centrodestra, la lista Liberi e Uguali (che candida i fuoriusciti dal Pd) e varie liste minori, alcune a forte rischio di esclusione per non aver raccolto le firme sufficienti. Nei prossimi giorni il panorama sarà più chiaro.

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