Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Intelligenza artificiale, tema di grande attualità, che preannuncia una rivoluzione
Una questione di cui si dibatte sempre più spesso, entrata prepotentemente nelle nostre vite e in quella delle aziende. Anche le associazione di categoria se ne occupano; la felice esperienza di Volteco Spa, azienda di Ponzano Veneto, che ha applicato un progetto di AI in produzione, per migliorare le proprie performance.

L’intelligenza artificiale (AI) è sempre più al centro delle scelte di investimento delle imprese italiane. E siamo solo all’inizio di questa rivoluzione, che porterà grandi cambiamenti.
Lo dimostrano i dati di mercato: +21% di crescita per un valore di circa 422 milioni di euro nel 2022 (cfr. Il Digitale in Italia 2022 volume 2) e l’affermazione di questa tecnologia in molteplici settori: dall’agricoltura ai servizi, alla medicina, passando per la manifattura. Se ne è discusso lo scorso 9 febbraio a Verona al convegno a carattere regionale “L’intelligenza artificiale a servizio delle piccole e medio imprese, casi e ambiti di sviluppo”, roadshow organizzato da Piccola Industria Confindustria e da Anitec-Assiform, in collaborazione con la rete Digital Innovation Hub.
L’AI entra nella vita aziendale per efficientare i processi e per abilitare nuove funzionalità nei prodotti, diventando un alleato importante per raggiungere target di sostenibilità ambientale ed energetica, in un periodo caratterizzato dall’aumento dei costi dell’energia. E’ importante, però, rendere questa tecnologia comprensibile e appetibile per tutte le imprese e in particolare per le Pmi (piccole e medio imprese), talora ancora restie ad applicarla, nonostante le sue comprovate potenzialità.
L’esperienza applicata della trevigiana Volteco
Durante il seminario, fra le aziende venete che hanno portato la loro testimonianza di progetti di AI, c’era anche Volteco spa di Ponzano Veneto, dal 1976 specializzata in prodotti impermeabilizzanti per l’edilizia. Quasi 90 dipendenti, con un giro d’affari annuo intorno ai 25 milioni di euro, al convegno Volteco era rappresentata da Andrea Guderzo, socio amministratore.
L’imprenditore ha spiegato come l’Intelligenza artificiale per Volteco sia stata utile per migliorare la produttività di un nuovo impianto e ragionare in ottica di predittività della manutenzione dei macchinari. “Dopo almeno una decina d’anni di attività di ricerca e sviluppo – ha spiegato Guderzo – finalmente tre anni fa avevamo ideato un nuovo prodotto innovativo, Amphibia™, una membrana impermeabilizzante multistrato autoriparante e autosigillante, pre- e post-getto. Ma la sua realizzazione risultava particolarmente complessa, poiché comporta l’estrusione di materiali differenti, con variabili difficili da controllare. All’inizio avevamo uno scarto produttivo addirittura del 50%”. Volteco è corsa ai ripari applicando un modello di Intelligenza artificiale sul funzionamento dell’impianto. “In sostanza, abbiamo iniziato mappando le criticità e i difetti, e analizzando le variabili di processo, fino a cercare correlazioni fra i dati raccolti, ragionando in ottica predittiva sui possibili errori, attraverso l’uso di algoritmi”.
Il risultato, dopo tre anni dall’avvio di quel impianto, che opera a ciclo continuo, sono stati molto soddisfacenti. “Oggi la qualità del nostro prodotto continua ad aumentare, gli scarti li abbiamo ridotti al 12-14%, ma soprattutto siamo riusciti a efficientare l’utilizzo dell’impianto, potendo anche ragionare in una logica predittiva sulle manutenzioni. E’ un processo in miglioramento costante, in cui l’applicazione di Intelligenza artificiale può dare ottimi risultati, purché unita ad adeguate competenze professionali. Per noi ha significato creare nuovo vantaggio competitivo, più sostenibile nel tempo”.
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Che cosa si intende per AI
L’intelligenza artificiale è nelle nostre vite già da tempo, ma spesso non ne abbiamo consapevolezza. Computer, telefonini e perfino gli elettrodomestici diventano sempre più intelligenti, grazie appunto all’AI. Eppure, si tratta di un concetto al quale gli esseri umani stanno lavorando da quasi 70 anni. Precisamente dal 1956, quando il matematico statunitense John MacCarthy coniò il termine “Artificial Intelligence” per indicare, appunto, la capacità delle macchine di fare delle cose o eseguire dei compiti che, se svolti da esseri umani, richiederebbero intelligenza.
Ad esempio, sperimentiamo quotidianamente l’utilizzo di AI quando consultiamo una App sul meteo, facciamo una ricerca tramite Google, telefoniamo a una società di telecomunicazione e riceviamo supporto da un assistente digitale. Oppure, se utilizziamo ChatGPT, un software programmato per sostenere una conversazione scritta e rispondere a qualsiasi tipo di domanda; in particolare, si dice che ChatGPT sia in grado di scrivere articoli e addirittura tesi di laurea o report.
La buona notizia è che, sebbene le macchine possano già svolgere alcune attività meglio degli esseri umani (per esempio, l'elaborazione di grande mole di dati), la collaborazione uomo-macchina rimane cruciale. Nel mondo di oggi, l'intelligenza artificiale rimane un'estensione delle capacità umane, non un sostituto.