Solo eccentrico o anche pericoloso?
Quelle che molti ritenevano delle “sparate” un po’ eccentriche di...
Il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione sarà al centro della tavola rotonda organizzata al Parco Le Bandie di Lovadina il prossimo 10 ottobre, alla presenza del premier Renzi. Maggiore dialogo consentirebbe alle imprese italiane di agganciare ancor più la ripresa. Che c’è e si vede.
Iconflitti non piacciono in casa Unindustria. Perché, è risaputo, non portano da nessuna parte. Anzi, di certo inaspriscono posizioni, impediscono di trovare soluzione ai problemi e così anche di crescere. Se negli anni scorsi si è cercato di avere relazioni industriali innovative con sindacati e banche, introducendo proposte anche distanti da quelle che erano indicate a livello nazionale, ora questo dialogo privilegiato e un nuovo “modello Treviso” Unindustria li cerca con la Pubblica Amministrazione. No al conflitto, sì alla collaborazione. E il tema dell’assemblea generale che si tiene il prossimo 10 ottobre al Parco Le Bandie di Lovadina sarà proprio “Cambiare. Imprese e Pubblica Amministrazione alleati per competere”. Un tema scelto e condiviso dagli imprenditori che fin dall’assemblea privata hanno iniziato a discutere di quale fosse la priorità oggi per chi guida le imprese. Riflessione che è poi continuata a vari livelli e che ora troverà il suo confronto pubblico nella tavola rotonda a più voci e nelle conclusioni a cui è stato chiamato il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“Noi siamo pronti a cambiare e a cogliere il cambiamento - ha affermato la presidente di Unindustria Treviso, Maria Cristina Piovesana, nel presentare l’assemblea insieme al direttore Giuseppe Milan -. Ma alle spalle dobbiamo avere uno Stato e una Pubblica Amministrazione che non siano un peso ma un sostegno per le aziende”.
Tutto per agganciare una ripresa che c’è e si vede, anche se limitata all’export e non tanto al mercato interno. Infatti, se quello 0,2 per cento di crescita del Pil a livello nazionale non può dirsi soddisfacente, i dati che emergono dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo indicano in un più 8,6 per cento le esportazioni del Veneto nel primo trimestre del 2015. “I distretti veneti sono tornati ad essere la locomotiva del tessuto produttivo locale”. E se lo sono del locale, trainano insieme alla Lombardia anche il resto del Paese, ha sottolineato la presidente di Unindustria. L’aspetto positivo sta anche nel fatto che tanti settori segnano un netto miglioramento delle loro esportazioni. Un fattore che si ripercuote in tutta la filiera, dalla grande azienda che esporta, alla piccola che lavora per l’impresa maggiore. “E’ una fortuna per la nostra provincia - ribadisce Maria Cristina Piovesana - essere così diversificata nelle sue produzioni e non focalizzata in un unico settore che può andare in crisi”. Eccoli, allora, i risultati positivi del tessile abbigliamento, con un più 40 per cento nel primo quadrimestre, un più 23 per cento per il prosecco doc, ma bene si sono comportati anche il calzaturiero sportivo, il mobile, l’elettrodomestico. Ancora non pervenuto il rilancio dell’edilizia. Numeri positivi ottenuti per una serie di fattori, alcuni esterni alle aziende (cambio favorevole, calo del prezzo delle materie prime...), altri interni che hanno dimostrato ancora una volta come le nostre aziende siano ben organizzate, ben guidate, pronte, flessibili e veloci a cogliere i cambi repentini. Solo che se il mercato è globale e ti permette di volgere lo sguardo in tutti i Paesi, mirando altrove se mercati come Russia e Cina hanno problemi, anche la concorrenza è globale. Allora qui si vede chi ha un Paese alle spalle che sostiene chi esporta. “Dobbiamo davvero superare l’ostilità e la diffidenza che ci sono nei confronti delle aziende. Le imprese sono ancora spesso viste come quelle che non rispettano le regole. E’ l’approccio mentale della Pubblica Amministrazione che deve cambiare: più accompagnatorio che sanzionatorio. Hai sbagliato, ti spiego come bisogna fare”. Non ti punisco, e basta, perché volevi fare il furbo. Anche se ci sono questi casi. “Come ci sono casi di accanimento verso le aziende”, conclude la presidente. Per questo serve un cambiamento che parta dal basso, più dai comportamenti che dalle regole.
Tra i temi trattati dalla presidente di Unindustria, insieme alla rinascita culturale della città da una parte e dall’altra l’addio dello Iuav, c’è stato anche quello dei profughi. L’associazione degli imprenditori ha da tempo messo a disposizione 18 appartamenti che ospitano una cinquantina di persone: “Le nostre aziende sono ottimi esempi di integrazione. Siamo di fronte a un fenomeno di portata impressionante che all’inizio è stato sottovalutato, soprattutto dall’Europa. Lo Stato italiano ha il dovere di garantire da una parte la sicurezza pubblica e dall’altra un’accoglienza diffusa e civile”. Anche per dare risposte certe a quella parte d’Italia che ha paura, “legittima anche dopo sette anni di crisi”, e per mettere a tacere chi usa questa paura per meri fini politici.