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Il convegno: due giorni di studio ad Asolo su “Freya Stark tra Occidente e Oriente”

I soggiorni italiani dell’illustre viaggiatrice

“Amo Asolo. Ho vissuto qui, saltuariamente, per quasi un secolo, dopotutto. Sento una grande sicurezza tra le vecchie mura, è una sensazione che non ho mai provato quando vivevo sulle colline a Montoria. Montoria era la perfezione assoluta. Nelle giornate limpide si poteva vedere l'acqua della laguna scintillare al sole”. Con queste parole la poetessa inglese Freya Stark, scomparsa 30 anni fa e nata esattamente un secolo fa, descriveva il suo amore per Asolo e la collina Montoria a San Zenone Degli Ezzelini. I suoi passi si sono equamente divisi tra queste due cittadine.

“Ad Asolo si sentiva più sicura. A un certo punto, era andata via da quella che oggi è nota come villa Freya per il rumore della strada sottostante, poi però, forse a causa di alcuni furti subiti a Montoria, è ritornata ad Asolo”. Così Cristina Mondin, manager del Museo civico di Asolo, racconta il peregrinare della poetessa tra i due paesi. “Aveva una grande capacità di donare, ha donato anche i suoi scritti e, proprio in questi mesi di preparazione del convegno «Freya Stark tra Occidente e Oriente», abbiamo recuperato un grande epistolario incontrando persone della zona che l’hanno conosciuta”.

Si tratta forse del primo convegno che indaga a fondo i soggiorni italiani di Freya Stark, che rappresentano una sorta di “buen ritiro”, in mezzo ai tanti viaggi che Freya condusse in Oriente e che la porteranno a produrre una trentina di libri di viaggio.

Freya cominciò a frequentare Asolo da giovanissima e nel 1926 l’amico di studi del padre e ottimo fotografo, Herbert Young, donò a lei e alla madre Flora la nuda proprietà della villa. Così Asolo divenne il punto di partenza per tante visite in Oriente.

Il convegno ha indagato i luoghi visitati da Freya. La Giordania grazie a Bill Finlayson dell’Università di Oxford, l’Arabia grazie a Pascal Flohr, sempre da Oxford; il mar Rosso con gli occhi di Alkiviadis Alexandros Ginali dell'Istituto archeologico di Istanbul; l’Egitto con il professor Mohamed Kenawi dell'Università di Leicester; l'Anatolia grazie a Paolo Maranzana dell'Università Bogazici di Istanbul; l’Iraq e la Siria con Daniela Morandi Bonacossi dell'Università di Udine. Un viaggio in Paesi che a causa di guerre, anche recenti, hanno subito lo scempio dei reperti archeologici e culturali che Freya aveva visto e descritto. Il convegno sui luoghi si è svolto il giorno 17 novembre nella Sala della ragione ad Asolo, la parte invece dedicata alle biografie asolane di Freya si è svolta il 16 novembre.

Si sono alternati l'architetto Maurizio Trevisan, che ha parlato di Asolo urbana ai tempi di Freya, Carla Tomasella che si è concentrata sulla Tessoria Asolana che la madre di Freya aveva fatto diventare una delle migliori in Italia. Giulia Simone dell'Università di Padova ha raccontato, invece, gli anni delicati durante il fascismo, quando la famiglia Stark era sospettata di dare spazio all'antifascismo. Mauro Perosin di Italia Nostra ha parlato del cenacolo estetico che si è sviluppato ad Asolo tra fine 800 e le due guerre, infine Arianna Greco, Università di Padova, e Nicola Gabellieri, Università di Trento, hanno descritto il patrimonio epistolare di Freya Stark, custodito nell'archivio di Asolo. “Freya aveva imparato a giocare tra le rovine archeologiche”. Maria Stella Busana e Patrizia Basso dell’Università di Padova hanno confermato che Freya sapeva che sotto le aiuole della villa c'era un teatro romano, teatro di cui oggi sappiamo molto e che è stato oggetto di scavi e ricerche archeologiche, data l'originalità dell’alzato in contropendio.

In occasione di questo convegno il Consorzio Asolo Prosecco ha prodotto 400 bottiglie con etichetta dedicata a Freya Stark. “A lei dedichiamo questa etichetta speciale - ha detto il presidente del Consorzio, Ugo Zamperoni -, consapevoli che la cultura e la bellezza del borgo, di cui Freya si fece portavoce, passa anche attraverso un calice di vino”. Coloro che hanno acquistato queste bottiglie hanno contribuito al finanziamento degli studi e al convegno su Freya Stark: un modo originale e diverso per sostenere la cultura e la ricerca.

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