In particolare, di fronte alle autorità belghe, il Pontefice, oltre a ritornare sullo scandalo degli...
Abbiamo bisogno dell’Europa
Si tratta, da parte nostra, di un importante diritto-dovere civico, perché, per molti aspetti, è in gioco l’assetto politico sociale e culturale del nostro Continente e il vero benessere di ogni singola nazione. Come cristiani, non possiamo esimerci dall’interessarci della cosa pubblica e del bene comune, perché, pur non essendo “del mondo”, tuttavia siamo e viviamo nel mondo. La fede ci chiede di non isolarci, chiudendoci nelle nostre comunità e particolarità politiche, sociali e culturali, ma di farci presenti nelle situazioni in cui vive l’uomo contemporaneo e nei luoghi, come appunto le Istituzioni europee, nei quali si decide per il bene di tutti e per il futuro dell’Europa, rinata dalle ceneri dell’ultimo conflitto mondiale contro il nazifascismo.
Andare oltre i particolarismi
E’ noto che in Italia, come in altri Paesi, ci sono, tra le forze sociali e politiche, un grande dibattito e una diversità di vedute circa l’Europa e il rapporto che dovrebbe intercorrere tra essa e i singoli Stati membri. Ci sono i convinti europeisti, che spingono per un suo rafforzamento, convinti che solo un’Europa unita potrà affrontare le complesse e, spesso, aggressive sfide economiche, sociali e militari. Ma ci sono altrettante forze politiche e culturali, sostenute da convinti nazionalisti e sovranisti, che propugnano, invece, un’Europa meno forte e autorevole; un’Europa dalla quale difendersi, limitando ogni supposta interferenza che intacchi l’autonomia assoluta della singola Nazione, ma sempre pronti, però, a beneficiare di contributi e agevolazioni economiche che l’Unione elargisce a tutti i Paesi membri (come quelli legati al Pnrr).
La storia ci insegna che, nel “villaggio globale”, ogni chiusura e autoreferenzialità portano alla asfissia e al declino di un popolo. Il “piccolo è bello” può facilmente essere divorato dal “grande e potente” di turno. E’ indubbio che l’unione fa la forza, ma questo è possibile solamente se ognuno rinuncia a certi particolarismi i quali, purtroppo, sono spesso anche da noi agitati da forze populiste, spesso di destra. Bisogna, invece, organizzarsi e camminare insieme, altrimenti diventeremo irrilevanti e, prima o poi, (e in gran parte già lo siamo) dipendenti dalle grandi potenze occidentali e asiatiche, che sempre più stanno dettando l’agenda geopolitica ed economica del mondo.
L’Europa che vogliamo
Non possiamo, pertanto, che condividere quanto, nei giorni scorsi, ha scritto l’Azione cattolica del Triveneto: “Vogliamo, tramite il nostro voto, contribuire a realizzare un’Europa che sia vera comunità, solidale e accogliente, che doni il giusto valore all’istruzione e alla cultura a scapito degli investimenti bellici, che promuova percorsi partecipativi per i cittadini, che metta al centro la persona e in particolare le persone più deboli, garantendo una vissuta parità di genere e l’equità socio-economica, che sia capace di incentivare politiche di sostegno alle famiglie, favorendo la natalità e la cultura del welfare”. Un’Europa, occorre aggiungere, maggiormente integrata e, pur nel rispetto della laicità, attenta ai valori cristiani che hanno forgiato nei secoli la sua identità, pronta a sostenere i Paesi che sono più deboli e in difficoltà e non tenuta in scacco da quelli più ricchi e rigoristi del Nord (i cosiddetti “Paesi frugali”). In sostanza, un’Europa che sia davvero madre e non appaia come matrigna, come una realtà meramente burocratica, fredda e senz’anima.
Importanza del voto
E’ chiaro a tutti che la maggioranza che uscirà dalle urne condizionerà molto il futuro e le scelte politiche, sociali e culturali delle Istituzioni europee. O continuerà, migliorandolo e senza imposizioni e forzature ideologiche o etiche di gruppi culturalmente e politicamente aggressivi e, come si dice “ben piazzati”, il processo di integrazione e di unificazione, oppure si ripiegherà inevitabilmente sugli interessi di parte e le identità nazionali, spesso difesi e propugnati (a volte con qualche ragione), dai vari gruppi e partiti populisti europei che, attualmente, godono di buon seguito.
Per questo, occorre che tutti ci assumiamo la responsabilità di andare a votare, consapevoli che “se la pace è il dovere della politica, contribuire a costruire una buona politica è dovere di ogni cittadino, di ogni cristiano”.