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Assunzione, papa Leone: Maria intreccio di grazia e libertà”

“Oggi non è domenica, ma in modo diverso abbiamo celebrato la Pasqua di Gesù che cambia la storia. In Maria di Nazaret c’è la nostra storia, la storia della Chiesa immersa nella comune umanità. Incarnandosi in essa, il Dio della vita e della libertà ha vinto la morte. Sì, oggi abbiamo contemplato come Dio vince la morte, mai senza di noi”. Nell’omelia per la Solennità dell’Assunzione, celebrata a Castel Gandolfo, Papa Leone XIV ha ricordato che “suo è il regno, ma nostro è il ‘sì’ al suo amore che tutto può cambiare”.
Ha richiamato il Magnificat come canto che “rafforza nella speranza gli umili, gli affamati, i servi operosi di Dio” e ha denunciato le “voci di morte” che spingono a pensare solo a sé stessi. Il Pontefice ha invitato a non lasciar invecchiare la fede e a lasciarsi ispirare dalle comunità povere e perseguitate, dai testimoni della pace e della misericordia: “Non abbiamo paura di scegliere la vita!”.
“Quando in questa vita scegliamo la vita, allora in Maria, assunta in Cielo, abbiamo ragione di vedere il nostro destino. Lei ci è donata come il segno che la Risurrezione di Gesù non è stata un caso isolato, un’eccezione. Tutti, in Cristo, possiamo inghiottire la morte”. Così Papa Leone XIV ha concluso l’omelia, ricordando che Maria è “intreccio di grazia e libertà” che sospinge ciascuno alla fiducia e al coraggio. Ha esortato a opporre al male il bene, alla morte la vita, a testimoniare la vittoria di Cristo già ora. “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente – ha citato –: possa ognuno di noi sperimentare questa gioia e testimoniarla con un canto nuovo”. Quindi il Papa ha messo in guardia dalle tentazioni di rinuncia e interesse personale: “Queste sono voci di morte. Noi invece siamo discepoli di Cristo. È il suo amore che ci spinge, anima e corpo, nel nostro tempo”.