domenica, 12 maggio 2024
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La violenza di genere è anche economica

Le disuguaglianze economiche di genere si riflettono all’interno della famiglia, producendo squilibri di potere che possono evolvere in violenza psicologica o fisica

«Quella economica è una forma di violenza particolarmente diffusa ma molto poco percepita da chi si trova a subirla e poco riconosciuta in ambito sociale. Si possono avere forme di violenza economica che si sviluppano all’interno di relazioni affettive, ma anche forme “legalizzate”, agite da sistemi sociali e politici nel pieno rispetto della legge» (M. Monzani – docente Iusve e criminologo).

Alcuni dati: nel 2023 le donne italiane hanno percepito, in media, 7.922 euro meno degli uomini e la parità in busta paga è prevista per il 2154, fra 131 anni a partire dal cedolino di dicembre 2023. Secondo il report del World Economic Forum, per parità di genere, l’Italia è al 79° posto, tra l’Uganda e la Mongolia; in Europa le donne percepiscono 87 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo.

Le ragioni del gender pay gap vanno dalla forte presenza di lavori part time tra le donne al loro coinvolgimento in attività di lavoro non retribuito, dall’evidenza che molte lavoratrici ricoprono posizioni entry-level alla maggior presenza femminile in settori con bassi salari: assistenza, sanità, istruzione. L’indagine 2021 promossa dalla Commissione provinciale Pari Opportunità della Provincia autonoma di Trento, indica come le disuguaglianze economiche di genere si riflettano all’interno della famiglia, producendo squilibri di potere che possono evolvere in violenza psicologica o fisica.

Alle istituzioni il compito di adottare politiche in grado di ridurre il divario retributivo, favorire l'emancipazione economica delle donne e aumentare il Pil annuo del 26% (stima Ocse). Ma noi cosa possiamo fare? Claudia Goldin (Nobel per l’economia 2023) ha dimostrato quanto sia influente sulle giovani e sulle scelte formative che determineranno la loro carriera, il modello proposto dalle generazioni precedenti. Goldin riporta al centro l’esempio delle madri verso le figlie come modello di immedesimazione e come educazione alle relazioni tra generi. A tutte noi quindi l’impegno di trasmettere comportamenti virtuosi.

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