Sentiamo anche il dovere di segnalare la difficile e a volte critica situazione in cui versa oggi nel...
Il report di fondazione Leone Moressa su economia e migrazione
Il freddo comincia a farsi sentire, e se lo sentiamo noi, figuriamoci chi vive per strada. Tra questi c’è anche un nutrito gruppo di migranti che l’8 ottobre scorso si è accampato fuori dalla Prefettura in segno di protesta, per far sentire una voce ancora più marginale di chi sta ai margini. Un tema delicato in un territorio come il nostro, in cui l’ostacolo culturale, e spesso anche linguistico, riduce la capacità di empatia soprattutto laddove risulta spesso carente, ovvero nei confronti delle persone più fragili. Eppure, l’immigrazione è una risorsa, e lo ha recentemente messo nero su bianco anche la fondazione Leone Moressa, che ha appena divulgato il suo Rapporto annuale 2025 sull’economia dell’immigrazione, segnalando che proprio dai migranti deriva il 9% del Pil nazionale.
Il contributo degli stranieri a Treviso e in Italia
Nel trevigiano gli stranieri residenti al 1 gennaio 2024 sarebbero poco più di 89 mila, costituendo il 10% della popolazione; a essi si aggiungono i contribuenti nati all’estero (e quindi, nella maggior parte dei casi, coloro che hanno ottenuto la cittadinanza italiana) che sono quasi 103 mila: con un reddito medio dichiarato appena sotto i 20 mila euro, insieme hanno versato 296 milioni di euro di Irpef. Un dato che segna la vetta della classifica veneta: da noi si è versata più Irpef, nonostante in altre province ci siano più stranieri residenti e contribuenti nati all’estero. Il dato si inserisce in un panorama italiano che vede 5,3 milioni di stranieri residenti (8,9% della popolazione italiana), che arriva a 6,7 milioni con i contribuenti nati all’estero, e 11,6 miliardi di euro di Irpef versata. Infine, la loro incidenza sulla spesa pubblica è molto bassa, circa il 3%: i migranti, prevalentemente in età lavorativa, hanno, infatti, un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica, come sanità e pensioni.
Contro l’inverno demografico
Non è solo una questione di tasse, e la Fondazione lo evidenzia in modo chiaro: “La popolazione con background migratorio continua a dare un contributo positivo alla demografia italiana con un tasso di natalità più alto (9,9 nati ogni mille abitanti tra gli stranieri, 6,1 tra gli italiani) e un tasso di mortalità più basso (2,1 / 12,3 per mille). Nel 2023, ad esempio, gli italiani sono diminuiti di 385 mila unità, mentre gli stranieri sono aumentati di 375 mila. Tra gli stranieri, solo il 6% ha più di 64 anni, mentre tra gli italiani questa componente arriva al 26%”. Fism Treviso (Federazione italiana delle scuole materne di ispirazione cristiana) spiega che nelle 81 paritarie della Marca ce ne sono 1.693, l’81% dei quali è nato in Italia. Di conseguenza, le scuole si stanno attrezzando, come ha fatto il Comune di Treviso all’Ic Coletti con la web app “Stefano”, già raccontata in queste pagine, che utilizzata in determinate ore di didattica trascrive e traduce in simultanea per gli alunni Nai (cioè italiano zero).
Chi sono, cosa fanno
I contribuenti stranieri vengono soprattutto da Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina e lavorano prevalentemente nel settore agricolo ed edile, dove il fabbisogno di manodopera è in aumento.
Anche in questo caso, ce ne accorgiamo guardandoci intorno, ma anche dalla cronaca: non troppi giorni fa, infatti, la Guardia di Finanza di Treviso ha individuato 14 braccianti impiegati irregolarmente, di cui 13 totalmente in nero e uno minorenne.
Tema non del tutto nuovo, tanto che con l’avvio della vendemmia 2025 la Flai Cgil aveva lanciato il “sindacato di strada”, con funzionari e delegati “sguinzagliati” nella provincia, alla ricerca di lavoratori stagionali bisognosi di tutela dei propri diritti.
Diritti calpestati e ricchezza perduta, verrebbe da dire, visto che la fondazione Moressa sottolinea che il contributo al Pil italiano,, da parte degli stranieri arriva a picchi del 18% in agricoltura e del 16% nel settore delle costruzioni.
Nuovi imprenditori
Ristoranti etnici, centri estetici, tabaccherie, bar e non solo: al di là di quanto possiamo constatare in una semplice passeggiata in città, il numero di stranieri imprenditori potrebbe sorprenderci. In Italia erano 787 mila nel 2024, quasi 11% del totale imprenditori, con un incremento, in dieci anni, del +24,4%, a fronte di una diminuzione degli imprenditori italiani del -5,7%: “L’incidenza più alta al Centro-Nord e nei settori di Costruzioni, Commercio e Ristorazione. Oltre a dare un contributo demografico ed economico nei paesi di destinazione, i migranti contribuiscono allo sviluppo dei paesi d’origine, anche attraverso l’invio di denaro”. Solo nella Marca, gli imprenditori stranieri nel 2024 erano quasi 13 mila, il 10% degli imprenditori, con un incremento sui dieci anni più contenuto rispetto al dato nazionale (+10%) a fronte, però, di un calo leggermente più significativo degli italiani (quasi il 7%).



