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Giovani originari di Santo Domingo riceveranno la Prima comunione a Cusignana

Il prossimo 3 agosto
29/07/2024

Sono Adrianlin Reyes Carmona, poco più che ventenne di Giavera, e Estefania Pilar Cabreja, di Arcade, le due persone originarie di Santo Domingo che riceveranno la Prima comunione sabato 3 agosto a Cusignana alle ore 19. Già battezzate, avevano un po’ allentato il legame con la Chiesa, un filo però mai spezzato e che ora vogliono irrobustire. Nella giornata che la parrocchia dedica al Centro America, questo evento rafforza lo spirito di accoglienza nella diversità, perché, afferma il parroco don Dionisio Rossi, “Nessuno deve sentirsi isolato. E quando due popoli si incontrano ognuno si arricchisce”.

Conosce bene la dinamica dell’accoglienza padre Efrem Baldasso, classe 1943, missionario per 39 anni in Colombia, parroco per sette anni a Medellin, la città più popolosa dopo Bogotà, e che ora accoglie e forma a Roma gli studenti vocati al sacerdozio. Ha risposto “presente” all’invito a Cusignana: sarà lui a celebrare la messa, vuole esserci nel momento spirituale di Adrianlin Reyes e Estefania Pilar e si fermerà anche durante la cena conviviale, altra occasione per conoscersi e capirsi. “Quando sono arrivato in Colombia, ho trovato un Paese in grosse difficoltà economiche e attanagliato nella violenza, originata nel ’48 dalla lotta tra i partiti liberale e conservatore, violenza che non è cessata, anche per le condizioni socioeconomiche e lo sviluppo che avanzava a passi molto lenti”. Padre Efrem ha trovato laggiù una comunità cattolica con una pastorale in movimento verso le proposte e i sogni del Vaticano II. E’ stato subito inserito nelle attività pastorali: viceparroco, responsabile della scuola paritaria elementari, medie e superiori con 600-700 alunni. Ci ha messo, però, un po’ di tempo prima di capire che quel popolo era diverso per cultura e mentalità da quello spagnolo, con il quale aveva vissuto per sei anni. Ha sempre presente la cerimonia della chiusura del mese di maggio con i ragazzi di tutte le scuole: li ha ancora davanti gli occhi mentre riempiono la chiesa festosi, sventolando rami. A lui è uscita spontanea la domanda: “Che caos stanno combinando?”. Immediata la risposta di un’insegnante, organista della parrocchia: “Padre, noi siamo indios, le cose ci piacciono così, se a lei non va, può tornarsene a casa”. Parole dure, segnale chiaro: avrebbe dovuto mettersi all’opera per conoscere le persone ed entrare nella loro cultura, per un dialogo di crescita e per coinvolgere.

Utili quindi questi incontri tra popoli, voluti da don Dionisio, per condurre le persone nel cammino della parrocchia di Cusignana, arricchire la loro forma di vita e contagiare la comunità locale che necessita di forze giovani.

Qui si sono già tenuti incontri con i rumeni e i brasiliani, con questi ultimi il 12 ottobre si festeggerà l’Aparecida e il paese ai piedi del Montello respirerà l’allegria dei sudamericani. Conoscersi per capirsi, conoscersi per ricevere e trasmettere. E, allora, è utile un incontro annuale, è il pensiero di padre Efrem, ma non sufficiente: serve la frequentazione, antidoto all’isolamento delle comunità etniche. A Cusignana lo hanno capito da tempo e, infatti, una signora brasiliana e una coppia di romeni sono presenti tra i ministri della Comunione, accolti con la loro cultura.

La parrocchia diventa, così, anche il collante per la pace sociale. L’evento del prossimo 3 agosto, pur in data vicina alla sagra annuale dell’Assunta, che va dal 9 al 19 agosto, è stato distinto per sottolineare il valore dell’accoglienza che inizia dentro di ognuno e va, poi, ad aprire le porte delle case.

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