sabato, 06 dicembre 2025
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Nuova radioterapia oncologica inaugurata al Ca’ Foncello

Grazie alle tecnologie di ultima generazione, il reparto fa un significativo passo avanti nella cura dei pazienti oncologici, a cui si aggiungono spazi più accoglienti, per rendere il percorso di cura meno impattante

Inaugurata lo scorso 2 novembre la nuova Radioterapia oncologica, nell’edificio 29 della cittadella della salute del Ca’ Foncello di Treviso: grazie alle tecnologie di ultima generazione, il reparto fa un significativo passo avanti nella cura dei pazienti oncologici, a cui si aggiungono spazi più accoglienti, per rendere il percorso di cura meno impattante possibile a livello emotivo. L’Unità operativa complessa, diretta dal dottor Fabio Ferrarese, si presenta oggi come un centro d’eccellenza, che unisce competenza clinica e innovazione tecnologica, a servizio dei circa 2.000 pazienti trattati ogni anno. La Radioterapia opera in stretta collaborazione con tutti i reparti oncologici dell’ospedale di Treviso, attraverso incontri multidisciplinari settimanali, nel corso dei quali chirurghi, oncologi, radioterapisti e altri specialisti si confrontano sul singolo caso per definire la strategia terapeutica più appropriata. Ogni paziente viene seguito con continuità: dalla prima visita, alla centratura con Tac simulatore, alla pianificazione personalizzata del trattamento, fino ai controlli periodici durante e dopo la terapia. La Radioterapia, ha raccontato il direttore dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, eroga quasi 35 mila prestazioni all’anno: “L’investimento complessivo che è stato fatto per la realizzazione dei nuovi spazi, sia in termini di rinnovo macchinari sia strutturale, è stato importante, 5 milioni di euro”. “È un impegno concreto verso il futuro della cura oncologica per i nostri pazienti - ha dichiarato il dottor Fabio Ferrarese -. Grazie a questi nuovi macchinari, possiamo garantire una precisione millimetrica, riducendo significativamente la dose di radiazioni ai tessuti sani circostanti e aumentando l’efficacia sul bersaglio tumorale. È una vera rivoluzione che si traduce in terapie più sicure, personalizzate e con meno effetti collaterali per i 160/180 pazienti che vediamo ogni giorno”.

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