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La storia: Andrea e le sue avventure su bici, con la guida di amici che sono i suoi occhi

Insieme al fratello gemello Sandro, anche lui cieco, Andrea Zanibellato ha partecipato a gare paralimpiche regionali, nazionali e internazionali, ha incontrato papa Francesco al termine di una pedalata Treviso - Roma e continua a progettare imprese. Per lui la speranza è una questione di compagnia: “Avere Gesù nel cuore e accanto delle persone che ti vogliono bene”
03/07/2025

Nella storia di Andrea Zanibellato risuonano piene di significato le parole del libro di Isaia: “Ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, / mettono ali come aquile, / corrono senza affannarsi, / camminano senza stancarsi” (Is 40,31). O quasi: certamente percorrere 10 mila chilometri ogni anno in tandem con la sua guida Mauro Paulon non dev’essere comodo come un pisolino sul divano, ma è proprio da quella fatica, da quel senso di libertà nonostante la cecità, da quella compagnia in ogni avventura della vita che Andrea trae la sua forza, il suo coraggio, la sua sete di vita.

Da sempre in tandem

La vita Andrea l’ha trascorsa da sempre “in tandem”, in modo più o meno letterale. In principio il suo compagno di avventure era Sandro, suo fratello gemello, con cui, in effetti, già all’epoca, da bambini, non sono mancate le “scorribande” in bicicletta per Zero Branco. Arrivati alle scuole medie, però, per entrambi la vista ha cominciato a peggiorare seriamente, rendendo la bici uno strumento più che mai pericoloso. Andrea e Sandro l’hanno ritrovata solo parecchi anni dopo, ma nel frattempo non si sono fatti mancare lo sport, soprattutto da quando (attorno al 1992-93) hanno entrambi cominciato a lavorare: “Con una mia collega siamo andati al Cus di Padova per praticare l’atletica leggera, esperienza che è durata un po’ di anni - racconta Andrea -, successivamente abbiamo provato a fare canottaggio, ma la svolta è arrivata quando nel 2015 ci hanno proposto di provare a pedalare con i tandem”: da qui è iniziata tutta una nuova avventura.

L’arrivo “dei Mauri”

Nel 2014 Andrea e Sandro si sono iscritti alla Dopla di Casier e qui hanno conosciuto, nel corso degli anni, varie persone nel ruolo di guide ma in particolare due che, per qualche fatalità, si chiamano entrambi Mauro. Mauro Paulon e Mauro Torresan sono le guide (rispettivamente) di Andrea e di Sandro, cioè due compagni di numerose avventure in tandem. “Abbiamo iniziato con i tandem versione city bike, poi siamo passati ai tandem da corsa su strada e abbiamo anche iniziato a partecipare a gare paralimpiche regionali, nazionali e internazionali. Questo è l’undicesimo anno che pratichiamo il ciclismo su strada con i tandem, anche se negli ultimi tempi partecipiamo più a manifestazioni tipo mediofondo che gare paralimpiche”, spiega ancora Andrea. Massa Carrara, Verolanuova (Brescia), Dueville (Vicenza), persino Praga: appuntamenti sportivi di alto livello in cui i due fratelli hanno raccolto belle soddisfazioni.

La competizione di Praga, nel 2018, è stata la più impegnativa dal punto di vista agonistico, “ma siamo stati anche molto sfortunati perché ci è andata giù la catena”, racconta Andrea con una punta di dispiacere.

Mete del cuore

Le emozioni più grandi per Andrea sono arrivate con quelli che lui e Mauro definiscono “pellegrinaggi”, ovvero dei viaggi (ovviamente in tandem) su e giù per l’Italia a scopo benefico, con qualche compagno di viaggio (Sandro e Mauro, ma anche altri) e una meta ben fissa in testa. Il ricordo più bello? Per entrambi il 2022, quando hanno pedalato da Treviso a Roma (ben 600 chilometri) e sono stati ricevuti in udienza generale da papa Francesco: “Siamo arrivati fino a piazza San Pietro, abbiamo fatto un giro con i ciclisti del Vaticano, e cinque minuti con il Papa sono stati una cosa unica, irripetibile: era un uomo di grande carisma, sapeva usare le parole giuste”, raccontano con emozione.

Un viaggio di grande valore specialmente per Andrea, visto che Roma era stata la meta anche del pellegrinaggio del 2021, che però non ha raggiunto perché cadendo (“nemmeno in bici, camminando!”) si è fratturato quattro costole. Bellissime emozioni anche nel 2024, quando con altri amici ciclisti hanno raggiunto San Giovanni Rotondo (ben 850 chilometri) per visitare l’ospedale fondato e voluto da padre Pio e il suo reparto specialistico di oculistica, che è all’avanguardia.

Il viaggio continua

E la prossima meta? Ancora da definire, dicono Andrea e Mauro, ma probabilmente settembre 2025, anche perché ad agosto Andrea raggiungerà la pensione (lavora come centralinista per un ente pubblico trevigiano). Quel che è certo è che non si fermeranno, visto che, come racconta Andrea, sono viaggi carichi di emozioni: “Si sta in compagnia, si respira diversamente, soprattutto si mangia bene, si sentono i canti degli uccelli, la natura che vive”; Mauro, dal canto suo, conferma quanto possiamo immaginare: “anche chi guida ha sensazioni ed emozioni diverse, che meritano di essere scoperte”. La speranza, infatti, per Andrea è una questione di compagnia: “Avere Gesù nel cuore, e accanto delle persone che ti vogliono bene”.

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