Una delle strade più pericolose, almeno secondo le statistiche, è la Feltrina, la strada che va da Treviso a Feltre, in particolare nella zona da Montebelluna al ponte di Fener. La Provincia di Treviso lo ha definito, in passato, uno dei punti neri della viabilità. Sono state realizzate alcune rotonde in prossimità di Montebelluna, Crocetta e Pederobba.Ma secondo gli operatori le cause sono soprattutto altre.
Dossier
Dopo un trend di continua discesa, improvvisamente,sono aumentati in modo drammatico in questi mesi estivi. Analizzando i dati, risulta un indice di mortalità del 3,3, l’indice rappresenta i decessi in un determinato anno ogni 100 incidenti. Per trovare un indice così alto si deve risalire addirittura al 2000.
Grest molto partecipati, campiscuola con liste d'attesa, esperienze originali. Dopo due anni, prevale la voglia di esserci e stare insieme, come ci spiegano alcuni vicari parrocchiali
I fedeli hanno a cuore le sorti dei propri sacerdoti e quando ci sono necessità non mancano offerte, anche generose. Sulle offerte deducibili, però, occorre fare un salto di qualità. Questo il parere di due nostri parroci
L'impegno di Paul Bhatti e dell'associazione dedicata al fratello ucciso 11 anni fa. Della "Missione Shahbaz Bhatti" fanno parte anche la nostra diocesi e il patriarcato di Venezia. Tra gli obiettivi il dialogo tra le diverse religioni
Il reportage dal confine tra Polonia e Bielorussia, con i privati e le associazioni che provano a portare soccorso e ad accogliere i migranti. Tra le manipolazioni della politica, in particolare dei gruppi di destra, una minoranza di cattolici cerca di far sentire la propria voce
Un programma ricco di appuntamenti, anche sul territorio, ma fatalmente condizionato dagli sviluppi del Covid-19. E’ quello predisposto dalla Vita del popolo per celebrare il proprio centotrentesimo anniversario. Rinviato il convegno inizialmente previsto per il 21 gennaio. Al via il concorso in collaborazione con l'Irc.
E' quanto afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Questo giornale è la storia della nostra comunità". Il sindaco Conte: rappresenta un costante punto di incontro fa Istituzioni civili, religiose e cittadini, che possono trovare in questa testata un riferimento e una guida". L'apprezzamento del presidente della Provincia Marcon -"Fate davvero un buon lavoro" - e dei sindaci Maccarrone (Camposampiero) e Cereser (San Donà).
È questo il valore aggiunto di questo giornale, scrive il direttore dell’ufficio Comunicazioni sociali della Chiesa italiana. Che ci chiede “un impegno a custodire la memoria di quanto fatto con dinamicità. Un giornale non può e non deve essere statico”.
In un momento in cui il mondo della carta stampata è interessato da una crisi economica e identitaria la cui conclusione temporale non è facile intravedere, festeggiare un simile anniversario diviene ancora più importante e significativo in quanto offre davvero un segnale di speranza.
Un rapporto fondato sulla reciproca stima che da una parte consolida la nostra collaborazione, dall’altra ci permette di guardare con speranza e rinnovato impegno al futuro che ci attende.
Significativo resta tuttora che il giornale sia nato nel 1892 quale organo del Comitato diocesano del Movimento cattolico (Opera dei Congressi) dove i laici nell’ambito ecclesiale operavano da protagonisti, impegnati sia nella formazione spirituale sia nel sostenere e promuovere le molteplici iniziative sociali, economiche, educative, che nascevano nelle parrocchie territoriali, dove preti e laici lavoravano insieme, finalizzate al riscatto delle classi subalterne, alla giustizia sociale e alla promozione umana. Dunque le tre componenti hanno formato il suo Dna dalla nascita.
"Che bella intuizione, che bella scelta, 130 anni fa, chiamare il settimanale diocesano di Treviso La Vita del popolo. Il nome era un programma, espresso fin dalle prime righe della prima pagina". Lo scrive mons. Tomasi, nel suo messaggio per l'importante anniversario. "Il contributo che il settimanale offre al nostro tempo è una forma efficace per vivere il mandato missionario che il Signore affida alla sua Chiesa".
Noi, fedeli alla tradizione più che centenaria del giornale, intendiamo continuare a essere una voce chiara e, per quanto possibile, autorevole, quella, appunto, del popolo e a favore del popolo. Non asservita a nessuno, libera nei confronti di ogni forma di autorità civile, politica e culturale, a costo, come è successo anche in questi anni, di essere criticatia motivo, soprattutto, del nostro impegno nel sostenere e farci voce degli ultimi, dei poveri, degli immigrati e degli emarginati. Vogliamo essere il “manifesto” di chi non ha voce. In questo ci è di luce e conforto il magistero di papa Francesco.
L'intervista: Paola Bignardi, già presidente Ac, parla con franchezza della crisi del laicato, che “non esiste più”. E individua alcune strade nuove, che passano per l’abbandono di un “clericalismo” che “assolutizza le cose di Chiesa”
Oggi, nel contesto di una Chiesa sinodale, la piramide si è rovesciata, per usare il linguaggio di Francesco, ma i problemi rimangono. Manca il respiro di una chiesa che sappia parlare agli uomini e alle donne di oggi. La posta in gioco è alta. Serve un ascolto leale, ma non solo
Sulla scia del Concilio, andare oltre le esigenze immediate della pastorale
Il racconto dal principale e tradizionale molo di sbarco dei migranti a Lampedusa. Arrivati a migliaia in quest’estate. Ma invisibili per gran parte della popolazione e dei turisti. Con alcune eccezioni...
"Voi siete una parte di noi e noi siamo una parte di voi" la frase che campeggiava a Najaf. Nello storico viaggio è visibile l'impronta di un percorso che Francesco sta perseguendo con tenacia e creatività
Il coraggio di Enrico De Bortoli di aprire in piena pandemia. Un progetto di co-working con altri artigiani: "Mettersi insieme consentirebbe di attrarre lavoro e non di andare, ognuno per conto proprio, a cercare lavoro"
Il Consiglio pastorale cerca di valorizzare con speranza uno spirito di collaborazione e fiducia, per sentirsi vicini oggi e per esserlo anche domani. Un impegno per una Chiesa unita, solida e solidale
"Riusciremo ad alzare lo sguardo dalle paure? Ci proveremo! Ci sostengono l'amore, la fede, le capacità di resistenza e resilienza che abbiamo allenato nei mesi passati a casa, e la gioia che l'annuncio della gravidanza ha creato attorno a noi"
Don Daniele Michieli, parroco di Casale sul Sile, colpito dal Covid-19, racconta come ha vissuto il tempo della malattia. Un tempo difficile, ma anche ricco di vicinanza e solidarietà di tanti fratelli e sorelle
Elisa Adamo, fotografa trevigiana, sta raccontando, soprattutto attraverso i social, la sua personale esperienza di malata di Covid e quella di tutta la sua famiglia. "Proprio ora - ci scrive in questa testimonianza - aspettando un risvolto positivo che casualmente (o forse no?) coincide con il tempo dell'attesa della Nascita del Signore, vedo tutto il suo infinito amore. Non siamo soli"
Due termini si rincorrono nelle letture della Liturgia: luce e parola. Un Verbo che è luce, una parola che illumina, perché Dio stesso è Luce e “in Lui non vi sono tenebre” (1Gv 1,5). La luce non è più un elemento naturale, ma diventa immagine stessa di Dio che vuole raggiungerci, che dissipa le tenebre con lo sfolgorio della sua gloria.
A fine ottobre “Rimanere insieme” ha festeggiato con un convegno i 20 anni di vita, insieme ai 30 anni dell’Advar, la realtà trevigiana impegnata nell’assistenza ai malati terminali - a domicilio e nell’hospice “Casa dei gelsi” -, che ha scelto di accogliere il progetto fin dal suo nascere e di promuoverlo.
“Sì, è proprio una missione. Ci sono i missionari e ci sono i giornalisti, che hanno il compito di cercare di capire cosa succede nel posto in cui sono inviati, di fare chiarezza là dove invece si cerca di nascondere, come per esempio sta succedendo per la Libia e per i migranti”. Far venire alla luce, appunto, ciò che altrimenti resterebbe al buio. E’ d’accordo, il giornalista di “Avvenire” Nello Scavo, quando gli facciamo notare che abbiamo scelto anche la sua vicenda per arricchire questo numero della “Vita del popolo”, incentrato sul legame tra il Natale e la luce, in particolare il “portare alla luce”.
Lo racconta Margherita Zannier, fresca di laurea in medicina, ora tirocinante all’ospedale di Montebelluna, ricordando l’esperienza di questa estate all’ospedale di Matiri.
Mille e sessantanove: sono le nozze celebrate in tutte le chiese della nostra diocesi nel 2018. E l’anno che sta per finire promette un ulteriore calo: forse si arriverà a 1.050, con la particolarità di parrocchie che, in un intero anno, non hanno mai visto celebrato un matrimonio. Centocinquantotto matrimoni religiosi in meno rispetto al 2017. Quasi la metà di quelli celebrati nel non lontano 2005. I dati diocesani confermano sostanzialmente il dato nazionale dell'Istat. Abbiamo provato a fare una lettura di questo fenomeno con don Tiziano Rossetto, da pochi mesi direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale famigliare.
Il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò all’unanimità la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, 54 articoli in cui per la prima volta veniva messo nero su bianco l’impegno a proteggere tutti i bambini e tutte le bambine del mondo.
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