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Piave, dopo l’ennesima tragedia l’invito dei sindaci: rispettare i divieti alla balneazione

I cartelli di divieto di fare il bagno, ci sono, ma purtroppo non vengono rispettati. Così facendo, le tragedie che si potrebbero evitare, ogni tanto avvengono, fra lo scoramento generale. Stavolta è il sindaco di Spresiano, Marco Della Pietra, a lanciare un appello, affinché si convochi un tavolo di coordinamento

L’appello a far rispettare il divieto di balneazione nelle acque del Piave, arriva dai sindaci dell’asta del fiume, dopo che il 18 giugno scorso a Fagarè della Battaglia è morto un ventunenne, Dennys Navas. L’ennesimo annegamento di un giovane che, senza conoscere l’insidia di quelle acque, si è tuffato dai piloni del ponte, alla ricerca di un po’ di refrigerio, ed è stato trascinato sul fondo, probabilmente sorpreso dalla corrente improvvisa o da un mulinello. I cartelli di divieto di fare il bagno, ci sono, ma purtroppo non vengono rispettati. Così facendo, le tragedie che si potrebbero evitare, ogni tanto avvengono, fra lo scoramento generale.

Stavolta è il sindaco di Spresiano, Marco Della Pietra, a lanciare un appello, affinché si convochi un tavolo di coordinamento per affrontare coralmente la questione sicurezza e la non balneabilità del fiume. Oltre ai sindaci dei Comuni rivieraschi (da Nervesa della Battaglia fino a Salgareda e Zenson di Piave), si vorrebbero coinvolgere tutti gli Enti coinvolti nella gestione del fiume: Regione Veneto, Provincia di Treviso, Genio civile e Autorità di bacino. Per provare a ragionare insieme su che cosa sia possibile fare. Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, nei giorni scorsi ha lanciato un serio appello ai cittadini: “Evitate la balneazione dove è proibito, chiedo responsabilità e rispetto delle regole, anche per non creare problemi a chi interviene per soccorrere chi è in difficoltà”.

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