Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
I nostri scout al Jamboree stanno bene



Dallo scorso primo agosto e fino a sabato 12, 50 mila giovani scout, provenienti da 170 diversi Paesi nel mondo, sono a Saemangeum, nella regione di Buan, una città a sud ovest di Seul, in Corea del Sud, per il venticinquesimo World scout jamboree.
Le tende dei ragazzi sono state piantate in un’area di 8 chilometri quadrati con pochi alberi e spazi all’ombra, motivo per cui, a causa delle alte temperature e dell’umidità registrata nel Paese nei primi giorni di agosto, diversi ragazzi hanno accusato dei malori.
Il Governo coreano ha, poi, annunciato di aver stanziato ingenti fondi per risolvere l’emergenza.

Il contingente italiano, che conta circa 1.200 partecipanti, tra ragazzi e capi, ha fatto sapere in una nota che “le condizioni di vita al campo, dapprima difficoltose soprattutto a causa di una ondata di caldo significativa, stanno avviandosi a una fase di miglioramento permettendo alle ragazze e ai ragazzi di vivere appieno lo spirito del Jamboree, quello della fratellanza internazionale”.
Presente anche un piccolo gruppo dalla nostra Diocesi, con trenta ragazzi di Treviso, Scorzé e Venezia, accompagnati da don Massimiliano Costa e un’altra trentina proveniente da San Donà di Piave, dal Friuli Venezia Giulia e dal Trentino Alto Adige, accompagnati da don Matteo Volpato.
Dalla Corea ci ha contattati proprio don Massimiliano per rassicurare tutti: “Noi stiamo bene – ha spiegato – e continuiamo a Seul la nostra avventura. Per fortuna i ragazzi sono forti e cercano il bello sempre. Il caldo c’è, ma come ovunque, e si sopporta. Stiamo vivendo davvero una bella esperienza”.