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Alla Veglia diocesana per le vocazioni erano presenti molti giovani

"Un meraviglioso poliedro. Battesimo, vocazione, vita" è stato un momento di preghiera in cattedrale, presieduto dal vescovo Michele Tomasi e promosso dal Centro diocesano vocazioni e dall'Ufficio di pastorale giovanile

19/05/2023

Sabato 13 maggio si è tenuta in cattedrale di Treviso la Veglia per le vocazioni intitolata “Un meraviglioso poliedro. Battesimo, vocazione, vita”. Tantissimi laici e consacrati si sono ritrovati, insieme al vescovo Michele, per un momento di preghiera e riflessione in cui riscoprirsi sfaccettature della Chiesa di Gesù Cristo. L’immagine del poliedro, infatti, voleva dimostrare l’unità delle vocazioni, pur nella loro differenza, per ricordare come ognuno sia chiamato nella propria originalità ed esperienza di vita a seguire il Signore.

All’entrata in cattedrale è stata consegnata a ciascuno una matita, contenente dei semi, a ricordare la vita, dono che ciascuno ha ricevuto ed è chiamato a coltivare. Dopo l’ascolto della Parola il Vescovo è intervenuto dicendo: “Questa sera celebriamo la bellezza, la presenza del nostro Dio e del suo amore. C’è un rito significativo nel battesimo, ci viene donata una nuova veste: una veste bianca, pura. Nel corso della nostra vita ci vestiamo poi con molti vestiti, ma quella veste bianca è un segno che ci dice una cosa nuova, una cosa grande, il senso di quello che è il battesimo per noi: «rivestiti di Cristo». Quella veste è il simbolo di quello che dovrebbe essere il nostro atteggiamento e modo di stare al mondo e in relazione con gli altri. Vuol dire relazionarsi agli altri nella pienezza del rapporto con Cristo. L’abito è l’habitus, la virtù o il vizio, e vestirsi di Cristo significa renderci sempre più consapevoli di tale veste, ci porta a identificarci e ad agire come cristiani. Siamo chiamati a rivestirci di Cristo perché siamo battezzati in lui, siamo immersi in Lui e la nostra vita prende respiro dalla sua vita. Noi accettiamo di essere morti con Lui per risuscitare con Lui. E la nostra veste diventa la sua splendente veste. E allora, in Lui, ciò che siamo diventati nel battesimo diventa la fonte di quello che possiamo essere nella nostra vita di tutti i giorni; è una continua chiamata ad essere questo, un appello continuo a rivestirci di Cristo, a vestire ciò che ciascuno è, nella sua irripetibile unicità, ma in quell’unicità mostrare Cristo, il suo modo di vivere, essere, amare. Pregare per le vocazioni significa pregare perché il volto di Cristo si veda in ognuno di noi, perché ognuno possa sprofondare di più nell’amore”.

Dopo l’intervento del Vescovo i presenti sono stati invitati a recarsi in processione verso il Battistero dove, dopo aver rinnovato le promesse battesimali, hanno pronunciato il proprio nome al fonte e tracciato sul proprio corpo il segno della croce di Cristo, in ricordo del proprio Battesimo, primo riflesso di luce. A partire da quel giorno, infatti, è iniziato il “sì” all’amore di Dio e la storia di figli, fratelli e sorelle nella Chiesa.
Tre le testimonianze che, al rientro in cattedrale, hanno mostrato tre sfaccettature diverse della presenza e accoglienza della vocazione nella propria vita. Vera, cooperatrice pastorale, Martino e Valentina, con la loro famiglia, e fra Davide hanno accompagnato i presenti alla scoperta del proprio mondo e della propria scelta di donarsi, ognuno a proprio modo, a Dio. Il termine vocazione ha assunto allora molte sfaccettature, proprio come un poliedro, per ricordare come ognuno sia chiamato a vivere la propria chiamata nella propria storia.

La veglia si è conclusa con una riflessione sulla Vita, dove ognuno è stato chiamato a riflettere su come vivere e rispondere alla propria chiamata vocazionale.

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