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Dio ha un progetto per ogni figlio - FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA

La liturgia della festa della Santa Famiglia porta l’attenzione sulla concretezza delle relazioni familiari. Celebrando questa festa, chiediamo la grazia di veder crescere famiglie capaci di accompagnare con grande libertà ogni figlio nell’accoglienza dello straordinario disegno di Dio sulla propria vita

Le prime parole pronunciate da Gesù

L’evangelista Luca, con la conclusione dei racconti dell’infanzia, per la prima volta ci fa “sentire” la voce di Gesù, dopo che in diversi modi ci ha parlato di lui.

La cornice è costituita da un episodio familiare e apparentemente ordinario. Quando Gesù è ormai dodicenne la sua famiglia, come ogni anno, si reca a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Ma la trama si complica quando il ragazzo decide di rimanere presso il tempio senza avvertire i genitori. Il dramma vissuto da Maria e Giuseppe sembra risolversi dopo tre giorni, quando lo trovano a discutere con i maestri del tempio: ma il breve dialogo tra madre e figlio aumenta ulteriormente gli interrogativi.

Saremmo tentati di correre subito alla conclusione, edificante e rasserenante: da allora in poi egli rimarrà “sottomesso” e crescerà “in sapienza, età e grazia”. Si potrebbe anche, opportunamente, evidenziare l’atteggiamento di Maria che, pur non comprendendo la risposta del figlio, “conservava tutti questi fatti nel suo cuore” (Lc 2,51), come aveva già fatto fin dal momento della nascita (cf. Lc 2,19).

Ma né l’apparente “trasgressione” di Gesù, né la sua successiva sottomissione costituiscono il cuore del racconto, quanto, piuttosto, ciò che avviene presso il tempio. È già fuori dell’ordinario che un ragazzo di dodici anni sia in grado di discutere “alla pari” con i maestri; più ancora, però, appare sorprendente la risposta data alla madre. “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Fino ad ora i racconti ci hanno fatto capire “chi è” Gesù, ma ora si inizia a intuire anche “come” egli si manifesterà al suo popolo. Le sue prime parole dicono chiaramente la totale dedizione al “Padre” suo. Il riferimento alla Pasqua, inoltre, essendo l’unica di cui san Luca ci parla fino a quando non racconterà della sua Passione e morte, lascia intravvedere anche il punto di arrivo del suo cammino. Il mistero pasquale è adombrato fin dall’inizio della vicenda di Gesù.

 

Il dono di un figlio

La liturgia della festa della Santa Famiglia porta l’attenzione sulla concretezza delle relazioni familiari. Tale aspetto è sottolineato dalla prima lettura, nella quale si racconta di Anna, madre del futuro profeta Samuele. Una donna che aveva molto sofferto perché non poteva avere figli, è qui presentata nel momento in cui il Signore ha finalmente ascoltato la sua supplica. Il nome dato al figlio esprime la consapevolezza che si tratta di un dono di Dio. Ma ciò che sconvolge è ciò che questa madre decide di fare di fronte a quel dono tanto atteso: lo consegna perché rimanga per sempre nel tempio! Ma perché?

Il Figlio è sempre un dono di Dio e su ogni figlio Dio ha un progetto, una chiamata specifica. Quella fondamentale, che accomuna tutti i credenti, è ad essere “figli di Dio”, ossia capaci di vivere una relazione totalmente nuova con Dio Padre e, di conseguenza, di amarci “gli uni gli altri” come fratelli. Questo potrebbe essere il messaggio principale della seconda lettura, tratta dalla Prima Lettera di Giovanni. Ma non è sufficiente.

 

Figlio, perché ci hai fatto questo?

La risposta data da Gesù alla domanda “angosciata” di Maria, così come la totale disponibilità dimostrata da Anna nei confronti della “richiesta” di Dio mostrano l’importanza del ruolo dei genitori affinché i figli possano scoprire la propria vocazione.

“Devo” occuparmi delle cose del Padre mio, ha risposto Gesù a sua madre che, pur non comprendendola, ha accettato questa sua scelta: il progetto che Dio aveva su di lui era fondamentale per la salvezza dell’umanità. “Anch’io lascio che il Signore lo richieda” (1Sam 1,28), afferma Anna, la madre di Samuele. Questo profeta avrà un ruolo decisivo nella storia di Israele: egli ungerà come re Davide. Certo, questi sono due protagonisti straordinari nella storia della salvezza, ma proprio per questo impressiona l’importanza dell’atteggiamento dei loro genitori.

Fatte le dovute proporzioni, Dio ha un progetto per ogni figlio: mira al suo bene e, mediante la sua disponibilità, desidera raggiungere molte altre persone. Il Dio rivelato da Gesù Cristo ha scelto di portarci la sua salvezza tramite la Sua umanità; ma in Lui ha accettato anche che ogni uomo possa essere tramite del suo amore. Celebrando la festa della Santa Famiglia, dunque, chiediamo la grazia di veder crescere famiglie capaci di accompagnare con grande libertà ogni figlio nell’accoglienza dello straordinario disegno di Dio sulla propria vita.

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