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La preghiera per la pace dei missionari trevigiani con il Vescovo


Una bella partecipazione all’incontro che si è svolto venerdì 22 agosto, a Treviso, tra i missionari originari della diocesi, religiosi e “fidei donum”, e il vescovo, mons. Michele Tomasi. Insieme a loro anche altri due vescovi, legati da collaborazione e amicizia a Treviso: mons. Dominique Tinoudji, pastore della diocesi di Pala (Ciad), dove operano tre sacerdoti “fidei donum” diocesani, don Mauro Fedato, don Mauro Montagner e don Riccardo De Biasi, e mons. Lucio Nicoletto, vescovo della Prelatura apostolica di São Felix do Araguaia, nello Stato del Mato Grosso (Brasile), fino all’anno scorso vicario generale della Diocesi di Roraima, dove oggi opera don Giuseppe Danieli, e dove era don Edy Savietto, mancato a dicembre 2023, nella missione di frontiera affidata alle diocesi di Padova, Vicenza e Treviso.
Un incontro tradizionale, quello estivo tra i missionari, che si è inserito in una giornata speciale, voluta da papa Leone XIV, di preghiera e digiuno per la pace, alla quale anche la diocesi di Treviso ha aderito, invitando i fedeli a unirsi ai missionari nel momento di preghiera.
La prima parte, in Seminario, ha visto l’intervento di padre Gianni Criveller, a lungo in Cina e attualmente direttore del Centro Missionario PIME di Milano, che ha condiviso una riflessione sulla “Teologia dal Mediterraneo” proposta nell’ultimo decennio da papa Francesco.
La seconda parte si si è svolta in cattedrale con il pellegrinaggio giubilare, al quale si sono uniti anche alcuni fedeli che hanno accolto l’invito del Papa e del nostro Vescovo per la “Giornata di preghiera e digiuno per la pace” prevista appunto il 22 agosto, nella memoria liturgica di Maria, Regina della pace.
Davanti al crocifisso, in presbiterio, il Vescovo Tomasi ha ricordato che la croce è “luogo della salvezza, dell’amore, della solidarietà, luogo della pace per i nostri cuori, tra gli uomini, nelle relazioni internazionali. La croce è testimonianza dei martiri”. “In questo nostro tempo di guerra,
di rivendicazioni, di vendette, di tanta cattiveria - ha aggiunto, nella cappella del Santissimo -, mi piace ricordare il versetto del capitolo 61 di Isaia, dove il profeta ricorda che le caratteristiche del Giubileo (liberare i prigionieri, consolare gli afflitti, fasciare le piaghe dei cuori spezzati) sono la “vendetta” del Signore, che risponde al male col bene, con la cura alla distruzione, con la libertà all’oppressione. Chiediamo al Santissimo che trasformi noi sulla via della pace”. La conclusione del percorso davanti all’altare di Maria, madre di Gesù e madre nostra, dove è stato invocato in modo speciale il dono della pace.
Infine, il ritorno in Seminario, con la presentazione di alcune riflessioni degli stessi vescovi presenti, sul tema giubilare della speranza, e di missionari: Gianluca Fico e Margherita Genovese rientrati da Manaus (Brasile), la cooperatrice pastorale Germana Galliana, rientrata da San Juan Bautista Y Nembucu in Paraguay e tre sorelle Discepole del Vangelo, in rappresentanza delle tre loro comunità missionarie presenti a Tirana, ad Algeri e a Marsiglia. Molto belli anche gli intermezzi musicali offerti dalla famiglia Naimoli, già “fidei donum” a Manaus.