venerdì, 13 giugno 2025
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Viabilità: pochi soldi e tanti doveri

Province alle prese con i minacciati tagli, le manutenzioni, l’impegno per la sicurezza

Doccia scozzese per le Province del Veneto. All’improvviso, si vedono togliere dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 27 milioni per la manutenzione delle strade, che poi, una settimana dopo, vengono ripristinati. Protagonista della vicenda, il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, che taglia i fondi per reindirizzarli al ponte sullo Stretto di Messina e a tre linee dell’Alta velocità. Motivo: la mancata rendicontazione dei fondi stanziati dal 2018.

Tutto avviene a cavallo degli Stati generali della Mobilità sicura nelle province venete, che si sono tenuti il 30 maggio, nella sede della Provincia di Treviso, a Sant’Artemio. A relazionare, i rappresentanti delle varie Province, incerti sul futuro dei fondi per la manutenzione delle strade. Si scoprirà, infatti, solo martedì 3 giugno, durante un incontro tra l’Unione delle province italiane (Upi) e il ministro Salvini, che i fondi sono stati ripristinati, per quest’anno. Poi, si vedrà.

Tutti si lamentano del destino delle Province, rimaste “a metà del guado” con la legge Delrio, mentre se ne attendeva la cancellazione. I loro referenti nazionali, però, non riescono a ripristinare realmente le Province, né a garantire personale e fondi adeguati.

Il 30 maggio a fare gli onori di casa è stato il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, che ha ripercorso il costante impegno della Provincia sul fronte della sicurezza stradale: ha ricordato le auto incidentate, esposte fuori dai locali pubblici e le piste allestite nelle scuole primarie, per insegnare ai più giovani il comportamento corretto sulla strada. Un impegno decennale, che aveva portato a una riduzione degli incidenti. Riduzione che si conferma negli anni, per quanto riguarda i feriti, ma non nel numero di vittime: nel 2023 i morti sono stati 59, nel 2024 sono saliti a 66.

La causa più frequente degli incidenti resta la distrazione alla guida, spesso dovuta all’uso del cellulare. Nel 2024 si contano 18 morti per uscite autonome, seguite da 14 per scontri laterali e 13 per frontali. Le vittime sono soprattutto giovani tra i 18 e i 21 anni e anziani tra i 60 e gli 80. Per questi ultimi, pesa, forse, la ridotta prontezza dovuta all’età. Tra i trentenni, invece, incidenti simili risultano assenti.

Le Province hanno illustrato le buone pratiche messe in campo con Ulss e scuole. Gli interventi di Francesco Benazzi (Ulss 2 Marca Trevigiana) e Barbara Sardella (Ufficio scolastico di ambito territoriale) hanno confermato l’efficacia della rete educativa e sanitaria.

Il presidente nazionale dell’Upi, Pasquale Garofoli, ha elogiato l’impegno delle Province. Treviso ha ottenuto un finanziamento di 100 mila euro con il bando “Sos guida sicura”, per realizzare lezioni nelle scuole, simulazioni con crash test, aggiornare il portale sull’incidentalità e promuovere una campagna a fumetti sui pericoli legati all’uso di alcol e droghe alla guida.

Sono, invece, mancati i dati sugli incidenti dovuti al cattivo stato delle strade: buche, scarsa visibilità per il mancato sfalcio, segnaletica imprecisa.

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