Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Leone XIV ai sacerdoti di Roma: “Esemplari dentro una vita umile”


“Ho desiderato incontrarvi per conoscervi da vicino e per iniziare a camminare insieme a voi”. Lo ha rivelato Leone XIV, incontrando oggi in Aula Paolo VI il clero della diocesi di Roma, che lo ha accolto con un applauso interminabile. E lui ha risposto chiedendo, a sua volta, un applauso per tutti i presenti. “Unità e comunione”, le prime due parole consegnate dal Papa ad una diocesi “davvero particolare”, che deve essere segnata dall’universalità e dalla reciproca accoglienza.
“Il presbitero è chiamato ad essere l’uomo della comunione, perché lui per primo la vive e continuamente la alimenta”, l’identikit: “Sappiamo che questa comunione oggi è ostacolata da un clima culturale che favorisce l’isolamento o l’autoreferenzialità. Nessuno di noi è esente da queste insidie che minacciano la solidità della nostra vita spirituale e la forza del nostro ministero”. “Ma dobbiamo vigilare perché, oltre al contesto culturale, la comunione e la fraternità tra di noi incontrano anche alcuni ostacoli per così dire interni, che riguardano la vita ecclesiale della diocesi, le relazioni interpersonali, e anche ciò che abita nel cuore, specialmente quel sentimento di stanchezza che sopraggiunge perché abbiamo vissuto delle fatiche particolari, perché non ci siamo sentiti compresi e ascoltati, o per altri motivi”, il monito. “Io vorrei aiutarvi, camminare con voi, perché ciascuno riacquisti serenità nel proprio ministero - ha assicurato il Papa -, ma proprio per questo vi chiedo uno slancio nella fraternità presbiterale”.
“Ve lo chiedo con il cuore di padre e di pastore: impegniamoci tutti ad essere sacerdoti credibili ed esemplari!”, il secondo appello del Pontefice, a partire dall’importanza della “trasparenza della vita”. “Siamo consapevoli dei limiti della nostra natura e il Signore ci conosce in profondità; ma abbiamo ricevuto una grazia straordinaria, ci è stato affidato un tesoro prezioso di cui siamo ministri, servitori. E al servo è chiesta la fedeltà”, ha argomentato Leone XIV: Nessuno di noi è esente dalle suggestioni del mondo e la città, con le sue mille proposte, potrebbe anche allontanarci dal desiderio di una vita santa, inducendo un livellamento verso il basso dove si perdono i valori profondi dell’essere presbiteri. Lasciatevi ancora attrarre dalla chiamata del Maestro, per sentire e vivere l’amore della prima ora, quello che vi ha spinto a fare scelte forti e rinunce coraggiose”, l’esortazione: “Se insieme proveremo ad essere esemplari dentro una vita umile, allora potremo esprimere la forza rinnovatrice del Vangelo per ogni uomo e per ogni donna”.
Nella seconda parte del discorso, i riferimenti all’attualità: “Siamo preoccupati e addolorati per tutto quello che succede ogni giorno nel mondo: ci feriscono le violenze che generano morte, ci interpellano le disuguaglianze, le povertà, tante forme di emarginazione sociale, la sofferenza diffusa che assume i tratti di un disagio che ormai non risparmia più nessuno. E queste realtà non accadono solo altrove, lontano da noi, ma interessano anche la nostra città di Roma, segnata da molteplici forme di povertà e da gravi emergenze come quella abitativa”, il grido d’allarme sulla situazione della Capitale: “Una città in cui, come notava Papa Francesco, alla grande bellezza e al fascino dell’arte deve corrispondere anche il semplice decoro e la normale funzionalità nei luoghi e nelle situazioni della vita ordinaria, feriale. Perché una città più vivibile per i suoi cittadini è anche più accogliente per tutti”. “Il Signore ha voluto proprio noi in questo tempo pieno di sfide che, a volte, ci appaiono più grandi delle nostre forze”, l’analisi del Papa: “Queste sfide siamo chiamati ad abbracciarle, a interpretarle evangelicamente, a viverle come occasioni di testimonianza. Non scappiamo di fronte ad esse!”.
“L’impegno pastorale, come quello dello studio, diventino per tutti una scuola per imparare a costruire il Regno di Dio nell’oggi di una storia complessa e stimolante”, l’altro auspicio del Papa. “In tempi recenti abbiamo avuto l’esempio di santi sacerdoti che hanno saputo coniugare la passione per la storia con l’annuncio del Vangelo, come don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, profeti di pace e di giustizia”, ha ricordato Leone XIV: “E qui a Roma abbiamo avuto don Luigi Di Liegro che, di fronte a tante povertà, ha dato la vita per cercare vie di giustizia e di promozione umana”.” Attingiamo alla forza di questi esempi per continuare a gettare semi di santità nella nostra città”, l’invito ai presenti: “vi assicuro la mia vicinanza, il mio affetto e la mia disponibilità a camminare con voi. Affidiamo al Signore la nostra vita sacerdotale e chiediamogli di crescere nell’unità, nell’esemplarità e nell’impegno profetico per servire il nostro tempo”. Infine la citazione di Sant’Agostino: “Amate questa Chiesa, restate in questa Chiesa, siate questa Chiesa. Amate il buon Pastore, lo Sposo bellissimo, che non inganna nessuno e non vuole che alcuno perisca. Pregate anche per le pecore sbandate: che anch’esse vengano, anch’esse riconoscano, anch’esse amino, perché vi sia un solo ovile e un solo pastore”.