Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Attacco in Costa d'Avorio, il dialogo è la risposta alla barbarie
È questo il messaggio che monsignor Alexis Touabli, vescovo di Agboville e presidente della Conferenza episcopale ivoriana, invia parlando all’indomani dell’attacco avvenuto nella località balneare nel sud del Paese.

“Come cittadini ivoriani, noi cattolici siamo sotto choc, insieme al resto del Paese, per la barbarie che si è consumata ieri a Grand Bassam, ma siamo uomini di fede e sappiamo che anche nel dolore più grande bisogna mantenere la speranza: Dio non permetterà mai che il male prevalga”. È questo il messaggio che monsignor Alexis Touabli, vescovo di Agboville e presidente della Conferenza episcopale ivoriana, invia parlando all’indomani dell’attacco avvenuto nella località balneare nel sud del Paese. “Credo fermamente che non si debbano stabilire legami diretti tra quest’azione barbara e l’Islam – commenta il vescovo con riferimento alla rivendicazione dell’attentato arrivata dalla rete Qaedista attiva in Africa occidentale -. Il male esiste ovunque e sono certo che anche i nostri fratelli musulmani condannano ciò che è successo”. Nei prossimi giorni, preannuncia il vescovo “ci riuniremo con gli altri leader religiosi per decidere il da farsi; ma anche senza essere fisicamente nello stesso luogo, possiamo già compiere l’azione comune più importante, che è la preghiera, la forza di tutti coloro che credono in Dio: senza distinzione di fede, dobbiamo chiedere che mai più accadano cose simili in questo Paese”.
La testimonianza di un cooperante italiano
“Ero sulla spiaggia, ma ho avuto la fortuna di essere dalla parte opposta rispetto a dove è avvenuta la sparatoria; la spiaggia come ogni weekend era molto affollata: con gli operatori della comunità avevamo pensato di portare anche i nostri studenti, in gita, e solo all’ultimo momento abbiamo rinunciato…”. Leone De Vita, italiano, è il coordinatore della Communauté Abel, progetto dell’associazione cattolica Gruppo Abele a Grand Bassam, in Costa d’Avorio. Qui ieri un attacco rivendicato da Al Qaeda nel Maghreb Islamico ha provocato 16 vittime, tra cui 14 civili. “Siamo stati colti tutti di sorpresa – continua De Vita -. Nonostante tutto quello che si è detto sul radicalismo islamico nella regione, in Costa d’Avorio c’è stata finora una collaborazione tra le diverse confessioni: ora sarà importante anche capire se gli attentatori erano del posto o arrivavano da fuori”. Polizia ed esercito, racconta ancora il cooperante, presidiano ancora la zona della città sul mare dove si trovano gli alberghi colpiti. “Noi, comunque, continuiamo il nostro lavoro”, anticipa De Vita. Il Gruppo Abele in Costa d’Avorio si occupa tra l’altro di formazione scolastica e professionale, per ragazzi sia cristiani che musulmani: “In questo momento, è la nostra maniera di creare un ponte tra le comunità”, conclude il coordinatore.