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Dieci anni fa a Manaus l'uccisione di don Ruggero Ruvoletto. "Incentivò la cultura di pace"

Sono passati dieci anni da quel tragico sabato 19 settembre 2009, quando nel tardo pomeriggio arrivò a Padova la drammatica notizia: don Ruggero Ruvoletto, missionario fidei donum a Manaus in Brasile era stato freddato da un sicario nel barrio di Santa Etelvina”. Collaborava anche con i missionari fidei donum trevigiani ed era loro amico. Il ricordo di don Lucio Nicoletto, ora fidei donum di Padova in Roraima.

“Sono passati dieci anni da quel tragico sabato 19 settembre 2009, quando nel tardo pomeriggio arrivò a Padova la drammatica notizia: don Ruggero Ruvoletto, missionario fidei donum a Manaus in Brasile, già segretario del vescovo Filippo Franceschi e direttore dell’Ufficio missionario, era stato freddato da un sicario nel barrio di Santa Etelvina”. Lo ricorda una nota della diocesi di Padova.
Il suo ricordo è più che mai vivo in diocesi di Padova, a Manaus e tra quanti l’hanno conosciuto. In occasione del decimo anniversario della morte domani, giovedì 19 settembre, alle ore 19, nel cimitero di Vigonovo (Ve), il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, presiederà una messa di suffragio (in caso di maltempo la messa sarà celebrata nella parrocchiale di Galta, suo paese natale).
Sabato 26 ottobre, al termine del Mese missionario straordinario, alle ore 20.30, nella chiesa di Galta si terrà in suo ricordo un concerto-evento, animato dal coro vicariale di Vigonovo, con testimonianze e letture sull’Amazzonia.

Il ricordo a Manaus

“Era una persona generosa, sempre disponibile a farsi avanti quando serviva. E un uomo di relazioni, che si immergeva con tutto se stesso nelle situazioni dove si trovava a essere”. Così don Lucio Nicoletto, sacerdote fidei donum della diocesi di Padova e oggi vicario generale della diocesi di Roraima (Brasile), ricorda al Sir il confratello don Ruggero Ruvoletto, ucciso proprio dieci anni fa, il 19 settembre 2009, a Manaus, capitale dello Stato brasiliano dell’Amazonas.
Padre Lucio, che si trova in questi giorni a Manaus per l’incontro della regione Nord della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), concelebrerà oggi la messa di suffragio e parteciperà sabato all’XI Caminhada pela paz, assieme agli altri missionari fidei donum padovani e vicentini che vivono in Roraima e ai due trevigiani che operano invece proprio a Manaus e dieci anni fa collaboravano con don Ruggero, mantenendo con lui rapporti di amicizia.
Riprende don Lucio: “Fu proprio don Ruggero ad avviare questa Marcia della pace, nel quartiere difficile dove viveva, quello di Santa Etelvina. Vi era giunto dopo l’esperienza di direttore dell’Ufficio missionario della diocesi, c’era bisogno di un sacerdote per aprire quello che noi chiamavamo il ‘terzo fronte’ delle missioni padovane, oltre a quelle già esistenti di Itaguaí e di Duque de Caxias, dove allora vivevo. Entrambe sono nella zona di Rio de Janeiro, ma allora i vescovi brasiliani stavano promuovendo iniziative per estendere le missioni nel territorio amazzonico. Fu in particolare il vescovo di Pesqueira, mons. Francesco Biasin, padovano, a mediare per avviare quell’esperienza. Don Ruggero arrivò in una zona periferica che stava crescendo in modo disordinato, caratterizzata da violenza e narcotraffico. Per lui fu un impatto duro, ma era uomo di relazioni e di impegno, aveva uno stile pacifico, ma fermo e determinato, non riusciva a stare zitto e fermo. Si dedicò ai giovani e cercò di incentivare la cultura della pace. Divenne presto un punto di riferimento, ma questo gli fu fatale”.
Fu ucciso da un sicario, con un colpo di pistola. “Sono tante e commoventi le testimonianze che ancora raccogliamo – prosegue il sacerdote -, in molti lo hanno conosciuto e apprezzato, anche nell’ambito delle direzioni spirituali e delle confessioni. È eloquente che sia stato dedicato a lui il vicariato dove si trova Santa Etelvina”. La sua eredità continua a essere raccolta un po’ più a nord di Manaus, nello Stato del Roraima. Conclude don Lucio: “Dopo la morte di don Ruggero si valutò di proseguire a Manaus la missione, ma quando arrivai fu lo stesso arcivescovo a suggerirci di andare in altri territori amazzonici. E fu avviata la missione in Roraima”.

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