La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...
Castelfranco: il futuro dei più fragili al centro delle attività della fondazione Anselmi
Un anno di impegno e passione, il 2025, per la fondazione di comunità Tina Anselmi, nata per rispondere ai bisogni e desideri delle persone fragili del territorio. “Tra le priorità del nostro lavoro c’è stata senza dubbio la formazione, sia rivolta ai familiari e ai caregiver che si occupano di persone con disabilità e disagio psichico, sia alle istituzioni e agli operatori dei servizi pubblici - racconta la coordinatrice, Laura Antonello -. L’obiettivo è stato, innanzitutto, quello di spiegare cos’è un progetto di vita e come si realizza, alla luce anche delle novità normative introdotte con il decreto legislativo 64 del 2024”.
L’alta partecipazione ha indicato l’evidente necessità di fare chiarezza su questa opportunità, che prevede, appunto, un percorso personalizzato e partecipato, per migliorare la qualità della vita e promuovere la piena inclusione sociale. “Dai partecipanti è emersa la difficoltà di vivere la quotidianità in famiglia, quando è presente una persona con problematiche legate alla salute mentale; per questo, il progetto di vita deve essere in grado di alleggerire il carico familiare, anche con soggetti terzi, deputati a stimolare lo sviluppo di autonomie nelle persone. Inoltre, è stato condiviso il senso di solitudine legato alla gestione di situazioni emergenziali”. È stato sottolineato, poi, che è importante iniziare a pensare al progetto di vita, realistico rispetto al presente e soprattutto al futuro, in modo da non arrivarci quando le energie famigliari sono ormai esaurite.
“Anche in seguito all’aumento delle informazioni e della consapevolezza delle famiglie sono duplicate le richieste di supporto per la realizzazione dei progetti di vita”. Se nel 2024 ne sono stati seguiti poco più di una decina, nel 2025 la Fondazione ne ha accompagnati 25, attraverso incontri e interviste, per raccogliere i bisogni e le aspettative di tutte le persone coinvolte, le famiglie, gli operatori se ci sono, gli insegnanti, i servizi.
“Una novità di quest’anno è che abbiamo intercettato genitori di ragazzi giovani, ancora in età scolare, dai 12 anni in su, perché non è mai troppo presto per cominciare a pensare a un progetto di vita partecipato, inclusivo, realmente rispondente al suo protagonista”. Una sorta di abito tagliato su misura. “Vogliamo che ciascuno, pur trovandosi in una condizione di fragilità̀ o disabilità, possa vivere una vita indipendente, dignitosa e felice”, prosegue Antonello. Il lavoro si è arricchito, quest’anno, anche di interventi formativi rivolti a operatori dei servizi pubblici, Ulss in primis, che si occupano di scrivere i progetti di vita, e che dovranno farsi trovare pronti con l’avvio operativo della nuova normativa, il 1° gennaio 2027, terminata la fase di sperimentazione nazionale. Per fare tutto ciò, la fondazione ha ampliato il numero dei suoi collaboratori tra psicologi, educatori, avvocati, consulenti. “L’anno prossimo ci vedrà ancora impegnati nella formazione, essenziale per diffondere consapevolezza su questo tema. Inoltre, abbiamo vinto un bando per un progetto di ricerca con l’Università di Padova e Bologna, con l’obiettivo di costruire un modello di progetto di vita, che dovrà essere sperimentato nel distretto di Asolo”.



