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New entry a scuola: arriva l'addetto alla sicurezza

Nasce a Castelfranco il progetto “Scuola sicura”, ideato dal dottor Pasquale Borsellino e dal maresciallo Antonio Currò, che propone nelle scuole un professionista della sicurezza personale per sostenere professori e famiglie nello svolgimento della loro azione educativa.

Quanto la società di oggi è travolta dal cambiamento? Fra gli ambiti che più risentono di questa inesorabile metamorfosi c’è la scuola, infatti l’agenzia educativa che dovrebbe permettere ai ragazzi di confrontarsi ogni giorno con la diversità, oggi stenta a rimanere un luogo di crescita sicuro e protetto.

Pone le sue basi su questo quadro il progetto “Scuola sicura” ideato dal dottor Pasquale Borsellino, direttore del dipartimento Infanzia-Adolescenza-Famiglia dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, insieme all’ex-comandante della stazione dei carabinieri locale Antonio Currò, che a lungo si è speso nell’ambito del disagio giovanile. Le forme di tale fenomeno, in età adolescenziale e tardo adolescenziale, spesso diventano ingestibili e per questo la scuola, secondo gli ideatori del progetto, dovrebbe avvalersi del contributo di addetti alla sicurezza personale, per sostenere i professori, le famiglie e tutto il personale nello svolgimento della loro azione educativa.

È qui che entra in scena la figura dell’addetto alla sicurezza (AAS), un professionista formato sia dal punto di vista degli interventi educativi che della sicurezza personale. Nel suo curriculum non possono mancare attività di indagine, sorveglianza, tutela della persona, inoltre deve coltivare una rete di collaborazione con tutte le forze di polizia. Nello svolgimento della sua attività si rapporta con tutti i profili presenti nell’istituto, dai collaboratori scolastici, agli insegnanti, ai dirigenti, inoltre deve monitorare gli spazi e bonificarli per evitare il costituirsi di “zone franche” per lo spaccio o l’uso di sostanze.

Osservazione attiva, vigilanza, collaborazione con dirigente, affiancamento negli incontri con i genitori su gravi problemi di sicurezza, negli incontri specifici con i servizi e con gli inseganti, formazione sui temi della legalità, segnalazione alle autorità competenti in caso di reato, le mansioni dell’addetto alla sicurezza.

Banditi invece interventi diretti sul singolo studente o su gruppi, come ammonizioni o punizioni, indagini non autorizzate all’interno della scuola, operazioni di perquisizione su effetti personali e attività che limitino le libertà individuali.

L’addetto alla sicurezza è uno strumento particolarmente utile per le scuole superiori, principali luoghi del disagio giovanile, come spiega il maresciallo Currò. “Ci siamo già confrontati con qualche preside – aggiunge –. L’iter è difficile da attuare nell’immediatezza, perché prevede dei costi. Servirebbe l’intervento del Ministero per l’attivazione di un servizio vero e proprio a livello nazionale”. D’altra parte, avverte Currò: “I costi ci sono ma se si vuole la sicurezza bisogna pagarla”. E conclude: “Non ci vuole uno sceriffo della situazione ma una persona competente, che sappia affrontare i problemi presenti all’interno della scuola”.

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