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Crea, da sessant’anni la chiesa cuore della comunità

Una storia di fede e collaborazione popolare, ricordata nella messa presieduta dal vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, con la presenza del parroco, don Angelo Visentin, degli altri sacerdoti della Collaborazione pastorale e altri nativi del paese, dell’Amministrazione comunale, delle associazioni parrocchiali e di molti fedeli

La comunità di Crea ha celebrato, domenica 7 dicembre, il 60° anniversario della chiesa dedicata alla Beata Vergine Immacolata, un tempio nato, nel 1965, dal progetto dell’architetto Ettore Vio e dalla determinazione del primo parroco, don Egidio Carraro. Una storia di fede e collaborazione popolare, ricordata nella messa presieduta dal vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, con la presenza del parroco, don Angelo Visentin, degli altri sacerdoti della Collaborazione pastorale e altri nativi del paese, dell’Amministrazione comunale, delle associazioni parrocchiali e di molti fedeli.

Nel suo saluto iniziale, don Angelo ha richiamato le radici profonde della comunità: “È un momento che porto nel cuore: ricordiamo chi ha contribuito a costruire questa chiesa, segno di creatività e di fede. Crea ci invita a lasciarci sempre «creare» dalle mani del Signore, perché le nostre vite prendano forma bella e buona”. Ha, poi, ricordato il suo arrivo in parrocchia e il valore di una comunità che “ha mantenuto nel tempo la propria identità, pur nelle trasformazioni del territorio”.

L’anniversario ha riportato alla memoria la figura di don Egidio Carraro, al quale si devono le prime iniziative per la costruzione dell’edificio. La popolazione volle che fosse sepolto qui, nel tempio che aveva sognato e realizzato. L’interno della chiesa conserva opere significative, tra cui la pavimentazione artistica, ideata dal prof. Angelo Gatto, con Gesù raffigurato come agnello pasquale e i volti dei dodici apostoli, opera dei maestri terrazzieri Antonio e Giuseppe Norbiato. Preziose anche le due pale d’altare del Settecento, tra cui quella restaurata nel 2018, grazie all’impegno dell’associazione “Amici dei presepi Spinea” e della comunità civile ed ecclesiale.

Presente anche l’ex sindaco, originario di Crea, Claudio Tessari: “Ho visto nascere questa chiesa dalle fondazioni, scavate a vanga da tutto il paese. La prima pietra fu posta il giorno della mia cresima, dal vescovo Antonio Mistrorigo. È un ricordo che porto con orgoglio, segno di un tempo in cui la comunità era unita attorno al progetto del suo parroco”.

Nell’omelia, mons. Tomasi ha invitato a leggere il Vangelo come luce per il presente: “Il giudizio di Dio è fiamma di conversione, amore e misericordia. Ci fa vedere ciò che nel nostro cuore può ancora rinascere”. Ha ricordato che la fede non è mai un fatto isolato: “Non siamo «io e il mio buon Gesù», ma una comunità che intreccia storie, fatiche, gesti di solidarietà. È insieme che cresciamo, come presenza viva di Cristo». Il Vescovo ha, poi, richiamato la forza dell’umiltà: “Il Messia non colpisce con violenza, ma con una parola che spezza la sopraffazione. La sua è la forza dell’amore, che dà coraggio di combattere per la giustizia”.

Al termine della celebrazione, mons. Tomasi ha visitato la sede del Sagrone di Crea, l’antica festa patronale, fermandosi tra saluti, strette di mano e fotografie con volontari e fedeli. Una giornata di memoria e futuro, segnata dallo stesso spirito che animò i fondatori: la convinzione che questa chiesa, frutto di fede e di mani unite, continui a essere cuore vivo della comunità.

Paolo Favaretto

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