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Re-agire: avviato lo sportello di supporto alle vittime di reato

Si chiama “Re-agire” ed è uno sportello dedicato a chiunque si senta vittima di un reato, dove chiedere aiuto, ottenere ascolto, consigli legali, un primo sostegno psicologico e un orientamento ai servizi presenti sul territorio. Il servizio, presentato già lo scorso giugno durante un convegno su Giustizia riparativa e riforma Cartabia organizzato dalla sanità penitenziaria dell’Ulss 2, ha preso il via in luglio, grazie alla collaborazione di tre soggetti: la cooperativa Kirikù, La Esse e Una casa per l’uomo. Il servizio è finanziato da Cassa Ammende e Regione Veneto, che è anche partner nella progettazione assieme a diverse realtà del territorio, di cui è capofila la fondazione Don Calabria, e risponde a una precisa istanza della direttiva europea 29 del 2012, che all’articolo 9 sollecita a considerare il “reato è non solo un torto alla società, ma anche una violazione dei diritti individuali delle vittime” e a non discriminarle in alcun modo, proteggendole di fatto da una vittimizzazione secondaria. “Il progetto - come ha spiegato la referente di Re-agire, l’educatrice della cooperativa Kirikù, Giulia Fiorin - nasce insieme a You be hub, gestito invece da Ceis e cooperativa Olivotti, che mettono a disposizione degli operatori facilitatori, allo scopo di sensibilizzare il territorio e creare una cultura sull’assistenza alle vittime, in modo tale che queste possano emergere il più possibile, essere individuate, aiutate, indirizzate in prima istanza allo sportello del progetto Re-agire e poi ai servizi del territorio. Ci sono persone fragili che non sono propriamente vittime di nulla - ha proseguito Fiorin -, ma la loro condizione di fragilità le fa sentire vittime del sistema, anche a queste persone vorremmo rivolgerci, aiutandole a trovare sostegno emotivo e servizi dei aiuto adeguati”.
L’arrivo di questo sportello nella Marca, che formalmente dovrebbe aprire in una sede sul territorio del capoluogo in autunno, ma che è già attivo grazie al numero telefonico e agli incontri nelle tre sedi delle associazioni coinvolte, parte da lontano. Capofila, in Veneto, per le questioni che riguardano la giustizia riparativa, è sicuramente Verona, dove da anni agisce Rete Dafne, protocollo nato a Torino nel 2008 e riconosciuto a livello nazionale. Da lì nascono i tavoli di giustizia riparativa ormai nati in tutte le province venete. Nel Trevigiano il tavolo è stato avviato nell’autunno 2021 e ora muove i suoi primi passi concreti grazie proprio ai progetti Re-agire e You be hub.
In concreto, se You be hub, come ha chiarito la psicologa del dipartimento Dipendenze dell’Ulss 2 Maria Luisa Bonaveno “è un progetto di sensibilizzazione in merito all’assistenza alle vittime, propedeutico a Re-agire”, quest’ultimo, invece, si propone di dare supporto alle vittime.
“Lo sportello vuole essere una risposta per tutte le vittime - ha chiarito Giulia Fiorin -, anche se non hanno denunciato alcun reato. Il servizio si articola con un primo momento telefonico, durante il quale accogliamo la narrazione della persona che ci ha contattati, dopodiché incontriamo la persona e la orientiamo a seconda dei bisogni che ha espresso. Grazie alla sinergia che si è creata con il tavolo provinciale, i tre enti che fanno parte del progetto lo rendono multidisciplinare. Ci sono educatori, psicologi, assistenti sociali, avvocati, mediatori culturali... Possiamo, dunque, offrire informazioni riguardo i diritti della persona, grazie alla consulenza con un legale civilista e un penalista. Diamo anche un primo sostegno psicologico, per eventuali traumi subiti da chi è stato vittima di un reato violento, ma anche per chi prova vergogna e si colpevolizza a causa, per esempio, di una truffa subita”.
Chi si rivolge al servizio, quindi, viene accompagnato a rendersi conto del danno subito e a rivolgersi ai servizi pubblici specifici, compresa la denuncia, se necessario, interfacciandosi con le forze dell’ordine. Inoltre, lo step successivo è quello di prevedere, per chi lo volesse, un accompagnamento a percorsi di giustizia riparativa, realizzati dalla cooperativa La Voce. “Incontri di questo tipo - ha continuato Fiorin - servono a spostarsi da un’ottica reocentrica a una che riporti al centro la vittima e le sue esigenze, cercando di aiutarla proprio a superare la sua condizione di vittima, naturalmente sempre se questa acconsente all’incontro e al confronto con l’autore del reato e senza cadere nel rischio di una vittimizzazione secondaria”. Tra le persone che si sono già rivolte al servizio ci sono soprattutto donne e familiari che cercano sostegno per una situazione a cui hanno assistito. Lo sportello potrebbe essere particolarmente importante anche per tutte quelle persone anziane e in generale per chiunque abbia subito abusi, furti o truffe e che provi vergogna nel denunciare. Chi pensa di essere vittima di un reato o che qualcuno lo sia stato e abbia bisogno di aiuto, può contattare i l numero 328 2859689, attivo mercoledì 9-11 e venerdì 15-17 oppure scrivere una e-mail a centrovittimetv@gmail.com.