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Il ricordo di David Sassoli: la politica come "ottavo giorno"

A Treviso sono intervenuti don Giorgio Riccoboni, parroco della Cattedrale, e l'onorevole Pierluigi Castagnetti

Venerdì 11 febbraio, prima in Cattedrale, e poi nell’oratorio del Duomo, il nome di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, mancato un mese prima, è risuonato molte volte accanto alla parola che più amava, “speranza”. Di speranza ha parlato don Giorgio Riccoboni, parroco della Cattedrale, durante la messa di suffragio, e di speranza ha parlato poi l’on. Pierluigi Castagnetti, già segretario del Partito popolare italiano, che ha ricordato David (nome dato dal padre, giornalista anche lui, in nome di David Maria Turoldo) a tutto campo. Chi non ricorda il suo ultimo discorso del 23 dicembre 2021 come augurio di Natale a tutti gli europei: “Abbiamo visto crescere nuovi muri che sono il limite tra moralità e immoralità… abbiamo allentato il rigorismo europeo perché la disuguaglianza non è più accettabile, sappiamo che vivere nella precarietà non è umano, che la povertà non va nascosta, questo è il dovere delle Istituzioni europee, non di chiedere altri sacrifici, aggiungendo dolore al dolore, per questo vi dico Buon Natale, e il Natale è la nascita della speranza, e la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, non alziamo muri, combattiamo le ingiustizie. Auguri alla nostra speranza, e la speranza siamo quello che riusciamo a testimoniare noi”.

Per l’on. Castagnetti la “speranza” di David Sassoli, non era qualcosa di astratto, ma un’esperienza, uno stato d’animo, maturato grazie alle esperienze di vita. La speranza di David, che usciva dalla parrocchia di Cristo Re a Roma, la comunità del professor Pietro Scoppola e di Vittorio Bachelet, era la certezza che il mondo era già stato salvato, ma ciò non esime di fare la propria parte, di impegnarsi nel cambiamento della storia.

“Per David Sassoli - aggiunge l’on. Castagnetti - la politica è lo strumento per fare andare avanti il mondo, per fare andare avanti la storia”. David Sassoli viene ricordato come appartenente ai “cattolici democratici” che hanno una concezione della politica come ottavo giorno della creazione. Sette giorni ci ha impiegato Dio a costruire il mondo, l’ottavo è il nostro, continuando a forgiare la storia, lì dove siamo con il proseguire la costruzione dell’uomo. I cristiani sono strutturalmente portatori di speranza nella politica e, all’impressionante funerale di Sassoli, hanno colpito le parole di un non credente suo collega: “Il funerale di David è stato il manifesto politico dei cristiani democratici che combattono, sognano e non hanno paura, sempre dalla parte degli ultimi, dalla parte dell’umanità senza cattedra”. Cos’è il cattolicesimo democratico? E’ un’esperienza, ha proseguito Castagnetti, che ha alle spalle un modo di vedere il futuro, di realizzarlo, avendo tra le mani il Vangelo e il giornale, con l’idea che l’ispirazione politica proviene da un intreccio tra il Concilio e la Costituzione. Dietro vi è il pensiero personalista di Maritain e Mounier.

David Sassoli viene ricordato per la sua capacità di interpretare il ruolo di presidente del Parlamento europeo, non in modo formale, da semplice speaker, come era accaduto prima, ma con un “di più”, dando per la prima volta uno spessore politico a questo ruolo. Se qualche volta capitava che se vi erano posizioni di blocco su questioni spinose, lui parlava, prendeva posizione con parole nette, diceva ad esempio che era una vergogna quello che stava accadendo al confine tra Bielorussia e Polonia, affermava che quello era il limite tra umanità e disumanità.

Sassoli, parlando dell’immigrazione e del Mediterraneo, affermava che “se non siamo stati capaci di prevedere quello che sarebbe accaduto nel Mediterraneo, che politici siamo?”. E aggiungeva: “Viviamo in società infestate di odio, siamo avvertiti che l’odio può avere uno sbocco drammatico, e oggi non possiamo dire di non sapere!”.
E’ vero, secondo l’on. Castagnetti, che oggi non vi è disegno politico tra i partiti, mentre di fronte alla crisi del mondo che la pandemia ci ha rivelato, poiché siamo tutti sulla stessa barca, bisognerebbe avere una visione comune dei problemi, risolvendoli assieme. Sassoli ha introdotto questo tipo di modalità di fare politica, e se fino a poco tempo fa non era molto conosciuto, dopo il funerale è cambiato qualcosa, la gente si è accorta che questo stile è importante, se vogliamo far andare avanti la storia e continuare a contribuire alla sua realizzazione verso il bene comune.

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