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Inaugurata la Cittadella della salute a Treviso

Alla presenza di moltissime autorità, giovedì 29 dicembre, è stato inaugurato l'edificio 29, cuore della Cittadella, che occupa una superficie di 60.000 mq su sei livelli.

Fatto un ospedale, di altissimo livello, munito di tecnologia di ultima generazione, bisogna “fare” il personale che qui ci lavorerà. E non sarà facile trovarlo entro i prossimi anni. Un concetto ribadito più volte all'inaugurazione ufficiale della nuova Cittadella della salute a Treviso, giovedì 29 dicembre. Ma questo era il momento della festa, alla presenza di moltissime autorità, a cominciare dal presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. E della benedizione, “non tanto della struttura, quanto di coloro che qui lavoreranno o si recheranno per essere presi in cura”, ha detto il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi.

Si tratta, come detto, di un punto di assoluta eccellenza in ambito sanitario, della sintesi di un nuovo modo di prendersi cura del paziente, di una nuova filosofia e di una nuova metodologia di lavoro, che supera la tradizionale organizzazione in reparti differenziati per specialità. Stabilisce, invece, le necessità dei pazienti sulla base della complessità del quadro clinico e dell'assistenza, con maggiore flessibilità e personalizzazione del percorso di cura. L'edificio 29, cuore della Cittadella, occupa una superficie di 60.000 mq su sei livelli, dispone di 450 posti letto, 4 bunker per radioterapia, 76 posti letto in terapia intensiva, 25 sale operatorio iso 5, di cui 2 ibride, che hanno comportato 16 milioni di investimento tecnologico. La struttura ospita anche l'area materno-infantile con 50 posti letto, 10 sale parto, di cui 2 per il parto in acqua, 2 sale operatorie per il parto cesareo, il nido e la terapia intensiva neonatale e pediatrica.

Come si è arrivati a realizzare quello che a qualcuno sembrava solo un sogno sino a qualche tempo fa, lo ha spiegato il direttore generale dell'Ulss2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, visibilmente emozionato: “Oggi inauguriamo l'edificio 29, cuore della Cittadella della salute, dove saranno concentrate tutte le funzioni a maggior intensità di cura e complessità tecnologica, un vero ospedale del futuro, in rete con le altre strutture sanitarie del territorio”. E ha elencato le tappe salienti che hanno portato a questa inaugurazione, a partire dal 9 luglio 2009, quando, per volontà del dottor Claudio Dario, si costituì il gruppo operativo per la predisposizione dello studio di fattibilità. Una volta approvato il progetto e dato avvio alla costruzione, residui di idrocarburi e amianto hanno bloccato i lavori per 6 mesi, destinati alla bonifica, a cui si sono aggiunti i due mesi di lockdown, causa pandemia. “Da gennaio 2020 a dicembre 2022, è stato realizzato l'intervento che oggi inauguriamo, per il quale devo ringraziare tante persone, le ditte, le maestranze, l'ufficio tecnico, collaboratori, sanitari, la Regione, i sindaci...”, ha detto il direttore Benazzi. Che ha aggiunto: “Ora siamo attesi dalla delicata fase dei trasferimenti delle unità operative, che saranno ritardate dal ricorso pendente al Tar del Veneto per la gara sugli arredi di degenza e ambulatori. A fine marzo partiremo con le attività del blocco operatorio, con calma, senza causare disservizi ai degenti. Contiamo a giugno di poter inaugurare tra di noi tutti gli spazi della nuova struttura”.

E ha concluso citando una frase di Walt Disney, a significare che finiti i lavori, esiste il problema di accogliere e curare i pazienti: “Potete immaginare, creare e costruire il luogo più bello della terra, ma ci vorranno sempre delle persone perché il sogno diventi realtà”.

Anche il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha tenuto a ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per ottenere questo risultato: “E' stato un lavoro di squadra. Un modello che verrà replicato magari anche su grande scala, penso al Policlinico universitario di Padova, sul quale ci sono 600 milioni di euro di investimento, a Treviso abbiamo investito 271 milioni di euro per una sede che è universitaria, e per questo ringrazio l'Università di Padova. Qui i ragazzi possono iscriversi e studiare per sei anni, specializzarsi in corsia. Con circa 37.000 ricoveri all'anno, 26.000 interventi chirurgici, 2.100 nati, è una realtà complessa che aveva bisogno di una significativa riorganizzazione”.

E ha voluto sottolineare anche l'investimento per il nuovo ospedale di Conegliano, “per il quale stiamo per inaugurare una gara per 57 milioni di euro”.

Punto critico, come detto, oggi è la mancanza di personale. Ma non per colpa delle mancate assunzioni, stando ai numeri citati da Zaia: “Negli ultimi tre anni abbiamo assunto quasi 22.000 persone, ma il saldo è di sole 3.063, perché in tanti sono usciti. Abbiamo assunto 5.022 persone nel 2022 con un saldo di 612. Mancano 50.000 medici in Italia, io continuo a sostenere che il numero chiuso all'università debba essere superato. Ma anche vedere professionisti obbligati ad andare in pensione a 70 anni, sui quali abbiamo investito molto, e che poi continuano a lavorare nel privato, è un aspetto che va ripensato. Oggi non abbiamo giovani per dare loro ricambio, dobbiamo permettere anche al settantenne di poter continuare a rimanere a lavorare nel pubblico, in maniera volontaria”.

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