Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Lega Nord: inizia la seconda vita politica di Toni Da Re. Non troppo diversa dalla prima
L'ex segretario provinciale è il nuovo segretario nazionale della Liga Veneta. E con lui tornano dirigenti che sembrano spariti dal “pantheon” leghista, come Mauro Michielon. Tempi duri si annunciano per la componente “maroniana” di Federico Caner.

A volte ritornano. A volte, capita, anzi che le lancette della storia tornino indietro e il cammino riprenda un filo che si era invece bruscamente interrotto. E’ quello che è capitato al congresso “nazionale” della Liga Veneta (e dunque il congresso regionale della Lega Nord), chiamata ad eleggere il nuovo segretario.
Che però tanto nuovo non è, visto che il vittoriese Gianantonio De Re fino al 2012 era, oltre che sindaco di Vittorio Veneto, il segretario provinciale del Carroccio e braccio destro dell’allora segretario nazionale Gian Paolo Gobbo. Anzi era chiaro a tutti che il burbero Gianantonio sarebbe stato l’erede di Gobbo alla guida della Liga, visto che - nonostante i tentativi dei veronesi - il bastone del comando pareva destinato a restare in terra trevigiana.
Poi, in pochi mesi, tutto crollò: la caduta in disgrazia di Bossi trascinò tutta la corrente che faceva capo al Senatur: Gobbo perse la segreteria regionale, che andò al sindaco di Verona Flavio Tosi, fedelissimo del nuovo segretario Bobo Maroni. E Da Re perse quella provinciale. Sembrava la repentina fine di un’era. I trevigiani umiliati, i veronesi pronti a prendersi tutte le rivincite, a piazzare i propri uomini (vedi le liste alle Politiche del 2013).
Poi, l’avvento di Matteo Salvini ha cambiato le cose. Tosi è stato espulso come un corpo estraneo, Luca Zaia ha trionfato alle Regionali, i bossiani sono riemersi. E De Re è stato eletto segretario addirittura per acclamazione. E con lui tornano dirigenti che sembrano spariti dal “pantheon” leghista: come Mauro Michielon, il più votato tra i candidati al Consiglio nazionale. Da Re ha rivolto un appello all’unità interna, ma tempi duri si annunciano per la componente “maroniana” di Federico Caner, come dimostra l’esclusione dal Consiglio di Giuseppe Basso, che era appunto il candidato dei caneriani.