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Uffici postali, nonostante la sospensione delle chiusure la mobilitazione continua
Poste italiane ha sospeso la decisione di elimminare quindici uffici postali nella Marca. Ma i sit in proseguiranno in mancanza di rassicurazioni su un rilancio degli sportelli.

La sospensione non basta: la mobilitazione contro la chiusura dei 15 uffici postale del trevigiano continua. Dice il segretario della Spi-Cgil trevigiana Paolino Barbiero: “Abbiamo ancora in programma otto sit-in provincia e se la questione non verrà affrontata seriamente, nel rispetto dei cittadini e utenti di Poste, sedendoci tutti, amministratori, istituzioni e parti sociali, attorno a un tavolo di concertazione altre saranno le forme di protesta che porteremo avanti nel prossimo periodo”.
Prosegue Barbiero: “La sospensione del provvedimento di chiusura degli uffici vada nella direzione giusta, a oggi non abbiamo nessuna rassicurazione che successivamente ci sia un effettivo mantenimento degli sportelli sul territorio e un rilancio degli stessi all’insegna della qualità attraverso un investimento sulle strutture e sul personale”.
“L’opera di mobilitazione della cittadinanza e di sensibilizzazione e coinvolgimento delle istituzioni, primi i sindaci dei comuni coinvolti, ha dato un esito incoraggiante – aggiunge Paolino Barbiero – ma la sospensione non è il nostro obiettivo. Chiediamo a Poste un piano di rilancio industriale che elevi la qualità dei servizi in particolare quello del credito, tanto delicato in questa fase congiunturale. I 15 uffici postali, assieme a quelli concentrati nei grossi centri, coprono un potenziale bacino di utenza di oltre 120mila abitanti, 130mila con gli stranieri residenti. Solo la popolazione anziana, over 65, arriva a toccare i 41mila cittadini. Un dato che si traduce nell’erogazione di oltre 36mila pensioni”.
In programma sit in a Ca' Rainati (lunedì 23 marzo), San Michele di Piave (giovedì 26 marzo), Bavaria e Candelù (lunedì 30 marzo).