venerdì, 09 maggio 2025
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Università del volontariato, spazio ai giovani

In forte aumento gli iscritti. "Nel volontariato - dice Franceschini - c'è bisogno di persone nuove, con nuove e specifiche competenze per affrontare ruoli dirigenziali in un ambito che si sta riformando". Il racconto di chi ha frequentato il percorso formativo gratuito offerto da Volontarinsieme-Csv Treviso con l'Università Ca' Foscari

Nell’anno della pandemia sempre più giovani decidono di dedicarsi al mondo del volontariato e lo fanno in modo professionale rivolgendosi ai corsi dell’Università del volontariato. Il percorso formativo gratuito offerto da Volontarinsieme-Csv Treviso e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia ha infatti inaugurato il nuovo Anno Accademico lo scorso 20 novembre e l’età media degli iscritti, rispetto al 2019-2020, si è abbassata da 59 a 36 anni. Un segnale importante che si colloca in un quadro più generale di crescita per l’Università del Volontariato a Treviso.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti - ha commentato Alberto Franceschini, presidente del Csv -. Si tratta di un buon segno per partire a ripensare il volontariato facendo maturare e crescere nuovi volontari”.
Oltre all’abbassamento dell’età si riscontra un numero sempre maggiore di studenti universitari iscritti, segno che “il volontariato è un plus che ha valore non solo in sé ma anche nella ricerca futura di lavoro”.

La riforma del Terzo settore ha aperto alla necessità di progettare i servizi in base ai bisogni reali del territorio e alla capacità di valutare i risultati ottenuti. “C’è bisogno di persone nuove - ha concluso il presidente -, con nuove competenze che diano la possibilità di affrontare ruoli dirigenziali in un settore che si sta riformando; le norme sono sempre più complesse e necessitano di persone preparate, figure in grado di vedersi come imprenditori sociali, interpretare le regole e i riscontri all’interno della comunità. Così ringiovaniamo il mondo del volontariato”.

Tra gli iscritti molti già aderiscono ad organizzazioni di volontariato, mentre altri trovano che l’Università sia il giusto modo di iniziare a dedicarsi agli altri con professionalità. Abbiamo chiesto ad alcuni corsisti dell’Anno Accademico appena trascorso di raccontarci la loro esperienza.

Dalla banca al non profit

Paola Corrente ha 43 anni ed è operatrice amministrativa nell’organizzazione Granello di Senapa, che si occupa di progetti di sostegno ai minori. Approda al mondo del volontarito dopo un lungo percorso di crescita e che l’ha spinta a prendere coscienza delle sue priorità e a rinunciare, dopo 20 anni di lavoro, al posto fisso in banca per occuparsi degli altri. “E’ stata una scelta drastica, un cambiamento molto forte da cui, nonostante le difficoltà di quest’anno di pandemia, non tornerei indietro. Come diceva lo psicologo Abraham Maslow «Uno può scegliere di tornare indietro verso la sicurezza o andare avanti verso la crescita; la crescita deve essere scelta in continuazione, la paura deve essere vissuta in continuazione»”.

Un passato nell’amministrazione, Paola necessitava di una formazione specifica nel Terzo settore, e così in accordo con il presidente dell’odv per cui lavora ha iniziato l’esperienza dell’Università del volontariato: “E’ stato un percorso di crescita professionale, ho avuto l’opportunità di formarmi dal punto di vista tecnico, ho messo ordine fra i vari aspetti amministrativi, fin dalle basi. Oggi la mia competenza è maggiore, ma è stato anche un percorso su se stessi, si è aperto un mondo di relazioni, molti aspetti valoriali sono cambiati”.

Per Paola si è trattato di una grande opportunità: “In passato mi era mancata la possibilità di dedicarmi alla formazione, dunque mi sono proiettata sul corso con grande curiosità e con la volontà di costruire una nuova professionalità”.
Dopo un anno tuttavia il percorso continua. “In questo momento voglio andare a piccoli passi, credo sia necessario rinnovare continuamente le motivazioni che spingono alla scelta del volontariato per «fare bene il bene» ed essere credibili; dunque continuo a studiare e quest’anno seguirò le lezioni specialistiche”.
Il suo entusiasmo non si è fermato neanche di fronte alla didattica online: “Non essere in aula limita le realazioni e i lavori di gruppo, tuttavia anche a distanza ci sono opportunità da sfruttare, così si tiene la mente allenata al cambiamento”.

Da Ca' Foscari

Ludovica Carron invece è una giovane studentessa di Mediazioni linguistiche e culturali dell’Ateneo Ca’ Foscari. A 20 anni si è rivolta all’Università del volontariato alla ricerca di una proposta concreta per accostarsi al mondo del non profit e far fruttare le sue competenze: “Il primo anno di università è un momento di grande incertezza sul futuro, per questo ho pensato che un’esperienza di volontariato, svolta con preparazione, poteva essere utile sotto tutti i punti di vista”.

Così Ludovica ha messo in campo le proprie competenze linguistiche e grazie allo stage finale con Auser-Cittadini del mondo ha iniziato a fornire supporto linguistico a migranti e richedenti asilo: “Non è stato solo un aiuto agli altri ma uno scambio culturale. Per me è sempre stato importante sentirmi «cittadina del mondo» e per questo sto pensando a dei laboratori da proporre alla cittadinanza per lanciare un messaggio di apertura e di riflessione sui temi dell’accoglienza. E’ stata un’esperienza importante perché mi ha permesso di sentirmi parte attiva di una comunità in un mondo che invece troppo spesso esclude i giovani. Ora invece mi occuperò dei disturbi del linguaggio nelle persone malate di Alzheimer. Questo per me è solo il punto di partenza”.

Articolo completo sul numero di Vita del Popolo in uscita domenica 6 dicembre

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