Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
I tecnici più prerarati sono gli italiani
Ne è convinto Andrea Stramaccioni che sta vivendo un momento felice all’Udinese calcio

Un allenatore per amico, verrebbe da dire dopo una chiacchierata con Andrea Stramaccioni, tecnico dell’Udinese calcio. Lui, enfant prodige tra gli allenatori, a 39 anni ha già una esperienza quasi ventennale di panchine, la maggior parte nei settori giovanili di Roma, sua città natale, e Inter dove ha vinto la massima competizione europea a livello Primavera. Poi, è storia recente e cioè la panchina della prima squadra dell’Inter ed ora l’Udinese, fortemente voluto dal patron Pozzo. L’esperienza bianconera lo sta formando sia a livello professionale che personale, visto che qui è anche nato il suo primogenito, una emozione che l’ha particolarmente toccato come tiene a precisare: “E’ una esperienza che ti fa vedere le cose, il mondo da una angolatura diversa. Prima ero totalmente assorbito dal lavoro, ora capisco che ci sono anche altre priorità... se devo essere sincero fino in fondo spero che mio figlio faccia un lavoro che gli piaccia e non deve essere necessariamente il calciatore”.
Lei infatti è allenatore atipico, ha una laurea in giurisprudenza...
Contentissimo di averla conseguita e devo ringraziare la mia famiglia che su questo tasto ha sempre premuto molto. Diciamo che dopo l’infortunio che mi ha precluso la carriera di calciatore, ho fortunatamente ripreso gli studi fino alla laurea con tesi sui bilanci delle società di calcio. Quando ero nelle giovanili dell’Inter avevo anche pensato di eseguire il tirocinio ma poi non se ne è più fatto nulla. Io comunque consiglio sempre ai giovani di continuare gli studi anche se nei settori giovanili purtroppo questo non sempre succede...
Dopo Milano, ora è a Udine in una società come l’Udinese multietnica, che effetto le fa?
Sto benissimo e visto che poi si scivolerà sicuramente nel parlare di razze e giocatori provenienti da ogni parte del mondo, dico subito che parlare di razze e nazionalità in generale nello sport a mio avviso è sbagliato. Guardiamoci intorno ed è facile capire il perché, Ecco, all’Udinese non ne fanno una questione di razze, ma di uomini e basta ed io sono d’accordo con questa filosofia.
E visto che si parla di Udinese viene spontaneo parlare allora di progetto, perché su questo la società di Pozzo è maestra.
Ecco, questo mi piace perché a Udine la parola progetto ha un valore e me ne sto accorgendo giorno per giorno e nel calcio di oggi, in Italia, questo non è scontato.
Colpa dei giornalisti che circolano e criticano sempre tutto?
No, non intendevo questo, anzi penso che non sia facile commentare e criticare. Mentre ero fermo ho accettato di commentare qualche partita di Calcio internazionale per FoxTv. Una esperienza che mi è servita per capire cosa significhi commentare, mettermi dall’altra parte. Ho scoperto che è difficile quando devi dire qualcosa di negativo nei confronti di qualcuno; è un ruolo delicato. La cosa importante è che non si scenda sul personale, per il resto, noi siamo privilegiati anche da un punto di vista economico quindi possiamo anche prendere critiche, ci mancherebbe...”.
Infine, mister che ne pensa degli allenatori in Italia?
Penso che l’Italia sia all’avanguardia e la scuola di Coverciano è veramente unica nel suo genere; è un patrimonio per sportivi e giornalisti.