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Cattedrale gremita per il Giubileo diocesano dei cori e delle corali

Un migliaio di persone alla celebrazione che ha ricordato anche i santi, beati, venerabili e servi di Dio originari della diocesi o legati ad essa, nella prima giornata istituita da papa Francesco per questa memoria. Ricordato in particolare san Parisio, sepolto in cattedrale, le cui spoglie sono ora visibili

Cattedrale di Treviso piena di fedeli domenica 9 novembre, nel pomeriggio, per il giubileo diocesano dei cori e delle corali, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Tomasi nella festa della Dedicazione della Basilica Lateranense.

La celebrazione ha valorizzato anche la prima giornata diocesana “per il ricordo nelle Chiese particolari dei propri santi, beati, venerabili e servi di Dio”, istituita a fine 2024 da papa Francesco, per il 9 novembre di ogni anno: quindici i santi, sette i beati, sette i venerabili, cinque i servi di Dio che sono stati ricordati con la recita delle Litanie e con la processione iniziale che ha deposto una lampada sugli altari dedicati ad alcune di queste figure.

Rivolgendosi ai cantori provenienti da tutta la diocesi, il Vescovo, nell’omelia, ha sottolineato il momento intenso, “un’occasione di grazia in questo anno giubilare, un modo eccezionale di sperimentare quanto viviamo - o potremmo vivere - nelle nostre comunità che di settimana in settimana si trovano a celebrare il giorno del Signore, la Pasqua settimanale, e le grandi ricorrenze dell’anno liturgico”. “Cantare in coro è “un camminare insieme”, espressione e strumento di autentica sinodalità” ha aggiunto il Vescovo, ricordando le parole di papa Benedetto a Lorenzago di Cadore, nel 2007. “Nell’attenzione all’altro e agli altri sperimentiamo un’autentica educazione alla pace, di cui tanto il nostro mondo frammentato e conflittuale ha bisogno. Seguendo fedeli una partitura che tratteggia il ruolo di ogni differente parte, di ogni particolare voce, ci dimostriamo anche disponibili a eseguire nella vita di ogni giorno quella partitura comune a tutti i membri della Chiesa che è il Vangelo di Cristo, nella varietà dei doni, dei compiti, delle responsabilità” ha aggiunto.

“La prova che le nostre celebrazioni sono incontro vivo con il Signore verrà dalla fecondità della nostra presenza, dalla testimonianza di amore che sapremo diffondere del mondo, dalla vita di cui saremo gioiosi portatori. La celebrazione eucaristica, che è anche celebrazione assieme ai santi, divenga scuola e sorgente di santità anche per noi” ha concluso.

Il Vescovo ha poi ricordato la figura di san Parisio, le cui spoglie sono conservate in Cattedrale, e che ora sono esposte permanentemente. Parisio, di origine bolognese, visse dal 1151 al 1267, fu monaco camaldolese e sacerdote, e resse per circa 80 anni il monastero femminile di S. Cristina, situato fuori dalle mura della città di Treviso, in via Botteniga.

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