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Le Caritas parrocchiali si sono incontrate in vista della Giornata mondiale dei poveri

Il tema della partecipata assemblea diocesana era: “Fratelli, che dobbiamo fare?”

In occasione della IX Giornata mondiale dei poveri (16 novembre), ospiti, volontari e operatori della Casa della Carità invitano alla mostra “Poveri, ma...” allestita in oratorio del Duomo, a Treviso il 15 e il 16 novembre. Sabato 15, alle 10, una tavola rotonda racconteràil progetto Emmaus. Domenica 16 alle 17.30 spettacolo teatrale “C’era una volta un pezzo di legno”, diretto da Rossana Mantese, di Quedro aps, e interpretato da 9 ospiti e una volontaria della Casa della carità. Info: www.caritastarvisina.it.

Sabato 8 novembre, inoltre, a Preganziol, si è svolta l’annuale assemblea delle Caritas parrocchiali, a cui hanno partecipato 150 tra referenti e volontari delle Caritas, dei Centri di ascolto, dei Centri di distribuzione viveri e vestiario del territorio diocesano. I volontari sono stati accolti dal saluto del vescovo, Michele Tomasi e del direttore di Caritas, don Bruno Baratto, e dai relatori: don Antonio Mensi e Andrea Pozzobon, rispettivamente vicario e delegato per le Collaborazioni pastorali, don Giuseppe Laiti, docente alla Facoltà Teologica di Verona, e gli operatori della Caritas diocesana.

Disorientamento e fraternità. In avvio di giornata una riflessione sul titolo dell’assemblea, “Fratelli, che dobbiamo fare?” (Atti 2, 37), da parte di don Bruno. Una domanda che nasce dal disorientamento che segue la morte di Gesù, a partire dal quale si intravede la possibilità di costruire una comunità (quella cristiana), necessaria per un reciproco sostegno. “Fratelli” è una parola importante, che indica che qualcuno ha il sentore che si possa cominciare a vivere da fratelli e sorelle, uniti. Anche le nostre comunità, oggi, sono disorientate dalle situazioni che vediamo nella nostra società. Come Caritas se ne fa esperienza nel servizio di ogni giorno. E anche oggi, la domanda “Fratelli, che dobbiamo fare?” ci sprona a chiederci come possiamo contribuire a dare testimonianza della carità nel nostro agire, come divenire una comunità matura, che porti avanti passi concreti verso una società più giusta, più umana.

Territorio, Collaborazioni pastorali e sinodalità. Alla luce delle indicazioni di papa Francesco e di papa Leone, don Antonio Mensi è tornato a restituire centralità alle Collaborazioni pastorali, che sono “comunità di comunità” che servono a camminare insieme e ad aiutarsi. Anche nel mondo Caritas, ciascun Centro di ascolto e distribuzione, ciascuna Caritas parrocchiale fa riferimento a un territorio più ampio. È lo stile di Chiesa attuale, ripreso da Andrea Pozzobon, che ha ricordato l’importanza del lavoro sinodale, particolarmente caro a papa Francesco e portato avanti da papa Leone, nella quotidianità dell’agire Caritas. Sinodalità significa vivere relazioni fondate sull’ascolto, sul decidere insieme, sulla corresponsabilità. Nella pratica, il volontario Caritas, ogni giorno, costruisce relazioni di fiducia con le persone, in un’ottica più ampia di quella del servizio.

Spirito santo e Vangelo. Don Laiti ha messo l’accento sulla necessità della Chiesa di non rimanere estranea al presente, alla realtà che cambia nei territori e nella società. “Chi arriva tra noi, con che cosa entra in sintonia?” chiede alla platea. Come volontari Caritas, e come membri della comunità parrocchiale, siamo chiamati a essere aiuto nella rete e nelle Collaborazioni, ricorda, e abbiamo due luci che ci indicano la via: lo Spirito Santo, che cammina davanti a noi, e il Vangelo, che è per tutti (“la felicità è per tutti, non solo per alcuni”). È solo a partire da ciò che possiamo “far diventare le nostre condizioni di vicinanza, condizioni di prossimità, per non diventare indifferenti”, come diceva papa Francesco. Leggere il territorio e la sua storia, fare in modo che il Vangelo sia visibile e udibile per tutti, diventare attori di prossimità alla luce dello Spirito Santo e della Parola, sono le chiavi per una comunità più giusta, quella che tutti, come volontari Caritas, sogniamo. Aiutare, in fondo, significa avere “delle belle relazioni”. La giornata è proseguita con un fruttuoso lavoro di confronto tra i presenti e un ritorno in assemblea con una discussione aperta.

Il Vescovo ha sottolineato l’importanza di non lasciare indietro le comunità più piccole e di lavorare all’interno delle Collaborazioni ascoltando la voce del territorio, senza mai dimenticare la guida del Vangelo. “Per favore, continuate a esserci, continuate a vivere quello che fate. La vostra presenza nelle comunità fa la differenza. Lasciatevi ispirare dallo Spirito per agire... Grazie alla Caritas! Grazie a voi che siete questo volto di Chiesa che prova a essere povera con i poveri. Viviamola con la luce negli occhi di chi è grato di svolgere un compito grande, perché vicino all’amore di Dio. Siamo privilegiati a poter servire. Ringraziamo il Signore, che si fida di noi!”.

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