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“Nello sguardo di Pio X il volto di una Chiesa umile”: il card. Semeraro alla presentazione del volume di mons. Bonora

Un incontro al tempo stesso “ufficiale e famigliare”, come lo ha definito il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, nel suo saluto. La presentazione del libro di mons. Lucio Bonora, “Omaggio a Pio X – Ritratti coevi”, che contiene la prefazione di papa Francesco, ha raccolto molte persone, venerdì 10 maggio, nel salone ducale del Vescovado, legate da amicizia, consuetudini e dalla particolare devozione nei confronti di San Pio X

Un incontro al tempo stesso “ufficiale e famigliare”, come lo ha definito il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, nel suo saluto. La presentazione del libro di mons. Lucio Bonora, “Omaggio a Pio X – Ritratti coevi”, che contiene la prefazione di papa Francesco, ha raccolto molte persone, venerdì 10 maggio, nel salone ducale del Vescovado, legate da amicizia, consuetudini e dalla particolare devozione nei confronti di San Pio X.

Tra gli altri hanno partecipato il Vescovo di Vittorio Veneto mons. Corrado Pizziolo, l’arcivescovo emerito di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, il sindaco di Riese Pio X, Matteo Guidolin, ed il presidente del Consiglio comunale di Treviso, Antonio Dotto. Presente anche una delegazione dell’associazione “Mons. Andrea Giacinto Longhin”.

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Il volume, di 574 pagine, edito da Kappadue Arti grafiche di Ramon di Loria, è articolato nello studio e nella riproduzione di un centinaio di ritratti di papa Pio X, che, durante la sua vita (1835-1914), lo hanno raffigurato come sacerdote, vescovo, patriarca e papa e che furono eseguiti sia da artisti famosi sia da umili operatori che lo effigiarono in tele a olio, in busti in marmo, in miniature, in monumenti nei quali ne espressero il volto e le sembianze.

Moderati da mons. Stefano Chioatto, direttore dell’Archivio e della Biblioteca e dell’Archivio diocesani di Treviso, sono intervenuti il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei santi, sul tema “Negli occhi di un Pontefice, il volto della Chiesa”, cui ha fatto seguito l’intervento di don Luca Vialetto, direttore del Museo diocesano, sul tema “Dipingere l’anima”.

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Un incontro – ha ricordato il Vescovo – nel solco tracciato dall’evento della Peregrinatio Corporis di San Pio X che si è svolta tra Treviso e Riese Pio X, e poi a Padova e Venezia, nell’ottobre dell’anno trascorso. Giorni nei quali, in particolare a Riese, “il concorso di popolo ha superato ogni aspettativa, e la qualità autenticamente spirituale di tanti incontri ha colpito ed edificato me sicuramente, ma anche tutti coloro che in vario modo vi hanno partecipato”. Durante le veglie, le processioni, le celebrazioni eucaristiche e i momenti silenziosi di preghiera individuale, “abbiamo imparato ad ascoltare la voce di San Pio X in dialogo con quella di papa Francesco, che quasi si richiamavano e si confermavano a vicenda sui grandi temi della missionarietà della Chiesa e dell’amore per l’Eucaristia, della cura per la casa comune e della giustizia sociale, e soprattutto nell’invocazione accorata e radicata nel Vangelo per la pace” ha ricordato mons. Tomasi, citando l’Esortazione apostolica “Dum Europa”, del 2 agosto 1914, scritta da papa Pio X in un estremo tentativo di fermare la Prima guerra mondiale.

Durante la Peregrinatio corporis del santo papa Pio X, “abbiamo visto nel volto di questa Chiesa di Treviso, che si è riunita devotamente in preghiera, un momento autentico di incontro dei fedeli con un santo pontefice partito da queste terre e da questo nostro mondo, e sperimentato come presenza viva, perché autenticamente viva in Cristo. Ci siamo sentiti, forse, davvero “coevi” di San Pio X, a lui contemporanei, e lui a noi. Abbiamo percepito un legame profondo tra il cuore e l’amore a Cristo e alla Chiesa dei due pontefici” e scoperto che “la luminosa bellezza della santità unisce ancora le persone, realmente ed in profondità”.

“In questo incontro odierno, attuale, contemporaneo con San Pio X rimaniamo ancorati alla nostra storia, ne viviamo anche tutte le contraddizioni, ma non abbandoniamo la speranza salda che sarà la pace l’unica vittoria possibile, il dono grande di Dio” ha concluso il Vescovo.

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Al cardinale Semeraro il compito di rintracciare nel volume i tratti umani, pastorali e spirituali di Pio X, che lasciano trasparire il volto della Chiesa. L’intera opera è percepita come un percorso, che segue la biografia di Giuseppe Sarto, dall’infanzia fino al soglio pontificio. Il cardinale ha messo in luce lo sguardo profondamente umano del pontefice, ritratto da diversi artisti, lo sguardo mite e forte, capace di rivelare le caratteristiche principali della sua personalità, l’umanità e la carità. Riconoscendo che l’amore per san Pio X che traspare dalle pagine e dai commenti dell’autore, altro non è che amore per la Chiesa, il cardinale ha messo in luce che lo sguardo di Pio X, in particolare nelle fotografie, è “sereno e rivolto in avanti”.

Ma quale volto di Chiesa emerge dagli occhi di papa Sarto, si è chiesto il card. Semeraro riportando le parole su Pio X di Pio XII e di Paolo VI. Papa Montini, in particolare, quand’era ancora arcivescovo di Milano, disse che “con Pio X la Chiesa ha guardato in se stessa e ha esplorato profondamente le proprie radici, è scesa nella profondità dei tesori che Cristo le ha dato”. Citando la preziosa prefazione di papa Francesco, che ricorda la propria devozione per san Pio X e lo definisce “papa mite e forte, umile e chiaro, che desiderava stare coi piccoli, i poveri, i bisognosi, i terremotati, gli svantaggiati e quanti soffrivano per calamità naturali o per gli stenti della vita”. “E’ proprio questo volto della Chiesa dei poveri e dei sofferenti che si riflette negli occhi di san Pio X”, ha detto il cardinale ricordando la carità e l’attenzione ai poveri del parroco Sarto a Salzano, e poi da vescovo a Mantova, e la sua cura, da Papa, per le popolazioni colpite dal terremoto di Messina e per le tante persone che ricevevano la sua carità riservata e nascosta. Ed ecco l’invito: “Voi, che guarderete le sue immagini, non mancate di riconoscervi ciò che pure Benedetto XVI ha indicato come le caratteristiche di tutta la sua vita: l’umiltà, la semplicità e la grande carità verso i bisognosi”, ha concluso il cardinale, che ha voluto citare anche il fumetto “Pio X. Un Papa di campagna” curato da Claudio Bandoli e Davide Nordio e pubblicato lo scorso anno proprio in occasione della Peregrinatio.

Don Luca Vialetto è poi intervenuto sul tema “Dipingere l’anima”, e rifacendosi alle icone, ha ricordato come tutti noi sperimentiamo nella nostra vita l’importanza delle immagini, delle foto delle persone care, sentendo che c’è una presenza, una comunicazione con loro grazie alle immagini. Così, l’indagine di mons. Bonora ci riporta la presenza di san Pio X grazie a questi ritratti. Non c’è solo la bravura e la tecnica dell’artista a farci riconoscere una persona nella sua rappresentazione, ma la capacità di “andare oltre”, di coglierne l’identità profonda, così come molti pittori e scultori hanno fatto per Pio X, mettendone in luce l’animo pastorale e paterno.

Al termine, il breve intervento di mons. Lucio Bonora, che ha raccontato alcuni episodi che hanno caratterizzato una ricerca lunga circa dodici anni, nei quali egli ha riconosciuto “l’aiuto di san Pio X, che mi ha indirizzato e mi ha fatto ritrovare alcune opere”.

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