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L’appello del cardinale Zuppi al Consiglio permanente Cei: sempre “artigiani di pace”

Viviamo un lunghissimo Venerdì Santo”, l’analisi del presidente della Cei, secondo il quale “le parole del Santo Padre sulla pace sono tutt’altro che ingenuità”: “La Chiesa è madre e vive la guerra come una madre per la quale il valore della vita è superiore a ragionamenti o schieramenti lontani da questo”. Quelle della pace, in altre parole, “sono le sole ragioni che possono portare alla composizione dei conflitti, a risolverne le cause, facendo trionfare il diritto e il senso di responsabilità sovranazionale”.

Pace. E’ la parola che il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha scelto come “priorità” da indicare alla Chiesa italiana, nell’introduzione con cui ha aperto i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, lunedì scorso. “Possiamo ancora accettare che solo la guerra sia la soluzione dei conflitti? Ripudiarla non significa arrestarne la progressione o dobbiamo aspettare l’irreparabile per capire e scegliere?”, le domande di Zuppi, che facendo gli auguri a papa Francesco per gli undici anni dall’inizio del ministero petrino ha ricordato che la pace è una delle “parole-chiave” del suo pontificato: di qui l’impegno a essere “artigiani di pace, tessitori di unione in ogni contesto, pacifici nelle parole e nei comportamenti, ammoniti anche a dire «pazzo» al prossimo, per imparare ad amare il nemico e renderlo di nuovo quello che è: fratello”. Pace che diventa preghiera, ma anche solidarietà, ha aggiunto il cardinale annunciando, per l’assemblea Cei di maggio, una Giornata di preghiera, digiuno e solidarietà per quanti stanno soffrendo per i conflitti in corso.

“Viviamo un lunghissimo Venerdì Santo”, l’analisi del presidente della Cei, secondo il quale “le parole del Santo Padre sulla pace sono tutt’altro che ingenuità”: “La Chiesa è madre e vive la guerra come una madre per la quale il valore della vita è superiore a ragionamenti o schieramenti lontani da questo”. Quelle della pace, in altre parole, “sono le sole ragioni che possono portare alla composizione dei conflitti, a risolverne le cause, facendo trionfare il diritto e il senso di responsabilità sovranazionale”.

“La storia esige di trovare un quadro nuovo, un paradigma differente, coinvolgendo la comunità internazionale per trovare insieme alle parti in causa una pace giusta e sicura”, la proposta: “Proprio su questo versante gli Stati e i popoli europei, le stesse istituzioni dell’Unione europea, devono riscoprire la loro vocazione originaria”, anche “scegliendo responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune nel prossimo Parlamento europeo”, nella prossima tornata elettorale di giugno.

“Non possiamo rassegnarci a un aumento incontrollato delle armi, né tanto meno alla guerra come via per la pace”, l’appello riferito ai conflitti in corso, in cui “si sta pianificando l’eliminazione del fratello”.

“Non venga meno un quadro istituzionale che possa favorire uno sviluppo unitario, secondo i principi di solidarietà, sussidiarietà e coesione sociale”, un ulteriore invito del presidente. Preoccupazione, inoltre, per “i segnali che giungono, in modo inedito, dal mondo giovanile”: “La Chiesa in Italia avverte questa fatica dei ragazzi e dei giovani e desidera farsi carico della loro attesa di sentirsi ascoltati e capiti nelle istanze, nei sogni e nelle sofferenze che esprimono in forme non sempre lineari, ma che vanno accolte come segnali per ritrovare il filo di un dialogo”, ha assicurato il presidente della Cei. Negli ultimi anni, la condizione degli anziani “è diventata una vera e propria emergenza”, ha poi ribadito: l’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo, ma “l’avanzare dell’età è spesso inversamente proporzionale alla capacità di svolgere le attività quotidiane in autonomia”. Perciò, “serve un nuovo welfare, che sostenga questa grande fascia della popolazione, soprattutto quella non autosufficiente”. Il card. Zuppi ha chiesto un incremento delle cure palliative, “senza alcuna discrezionalità su base regionale”, e ha auspicato “la piena applicazione della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento”.

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