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Coscienza, via maestra: il vescovo Tomasi incontra i politici e amministratori

Formare tale voce “con cura e dedizione, senza cedere alle lusinghe della ricerca dell’interesse individuale o di quello di un determinato gruppo”. L’invito
del Vescovo a politici e amministratori, convenuti in Episcopio per il tradizionale incontro natalizio
17/12/2025

Oggi, coloro che hanno responsabilità della cosa pubblica, e specialmente gli amministratori locali, sono “chiamati a un compito collettivo di ricerca, di comprensione, di interpretazione del reale”. Ancora di più, sono chiamati a seguire la voce della coscienza, “impegnandosi a formarla con cura e dedizione, senza cedere alle lusinghe della ricerca dell’interesse individuale o di quello di un determinato gruppo (che sia di appartenenza o di pressione); curarsi di resistere alle pretese del senso comune che svaluta il pensiero elaborato e critico, ed evitare la stanca ripetizione di schemi consueti”.

Lo ha detto il vescovo, Michele Tomasi, ai numerosi politici (tra questi, i consiglieri regionali del nostro territorio, appena eletti, e molti sindaci), convenuti in Episcopio, martedì 16 dicembre, per l’ormai tradizionale incontro augurale, in prossimità del Natale.

Un compito impegnativo, ma necessario, nei tempi difficili che stiamo vivendo, necessaria “via maestra anche per l’opera di politici e di amministratori che, alla ricerca del vero, si mettono a servizio del bene comune, del bene di tutti e di ciascuno”.

Non mancano, però, guide e punti di riferimento. Il Vescovo ne ha scelti alcuni, più volte richiamati durante la sua riflessione: i Magi, così come ce li presenta la Scrittura, la Dottrina sociale della Chiesa, oggi “interpretata” da papa Leone XIV, san Henry Newman, da poco proclamato “dottore della Chiesa”, il santo del “primato della coscienza”.

Gesù, ha spiegato mons. Tomasi, nasce “nel tempo di Erode”, esponente del “potere dispotico”, messo in difficoltà e turbato dall’arrivo dei Magi, i saggi venuti dall’Oriente. Un tempo dominato da paura e incertezza: “Il potere dispotico, in ogni tempo, ha voluto informare di sé fino in profondità il proprio tempo, fino a dichiararsi in un modo o in un altro «padrone del tempo»”. E “anche ai nostri giorni sembrano essere i tempi della cronaca, delle crisi, delle guerre e delle violenze piccole e grandi a scandire il tempo delle nostre vite”. Un tempo “accelerato” - il Vescovo ha fatto riferimento agli scritti del sociologo Hartmund Rosa - una continua corsa che ci sta portando a una sorta di “crisi energetica sociale”, così come allo stesso esaurirsi di quella che potremmo chiamare “energia politica”. “La sproporzione tra impegno profuso nella politica e nell’amministrazione e le basse percentuali di partecipazione al voto, è esempio evidente anche se non unico di questa situazione”, ha chiosato mons. Tomasi. I Magi, dunque sono esempi da seguire, nel loro essere uomini in ricerca, ma anche saggi che mirano a una “ricerca ordinata”, chiamano in causa gli esperti.

“Anche per noi è importante cercare insieme una conoscenza ben fondata e ordinata sulle questioni che ci tocca di gestire e amministrare. In questo, può venirci in aiuto la Dottrina sociale della Chiesa”, così come l’ha delineata, all’inizio del suo pontificato, “un cammino comune, corale e persino multidisciplinare verso la verità”, senza rivendicarne il possesso.

Ma neppure la conoscenza, da sola, basta: “Gli scribi e i dottori della legge danno la risposta giusta, ma non muovono un passo per avvicinarsi a quanto hanno scoperto nello studio e nella ricerca. La loro conoscenza non si fa compito, non incide sulla loro esistenza, stanno al riparo delle loro consuetudini e delle loro sicurezze. Erode, ancora peggio, dissimula e trama nell’ombra. La conseguenza per lui sarà il progetto, e poi l’esecuzione efferata, della strage dei bambini innocenti. I Magi, invece si mettono in cammino mossi dal loro desiderio di scoprire e di incontrare la verità alla fine del loro viaggio, la verità alla cui ricerca avevano dedicato la loro vita”. Seguono la “stella”, e “il ruolo di quella stella e di quel sogno è svolto, per ogni persona umana dalla coscienza personale”. Da qui, il riferimento a san Henry Newman, le cui intuizioni sul primato della coscienza sono state riprese dallo stesso Concilio, nella Gaudium et spes.

Al termine, introdotti dal sindaco di Trevignano, Franco Bonesso, i brevi indirizzi di saluto dei vari rappresentanti istituzionali: il sindaco di Treviso, Mario Conte; Paola Roma, “fresca” assessore regionale al Sociale, che ha portato i saluti della Regione Veneto e, insieme, quelli dell’Associazione Comuni della Marca trevigiana. Sono, quindi intervenuti: per la Provincia di Treviso Roberto Fava, vicepresidente vicario; per i Comuni della provincia di Padova, Katia Maccarrone, sindaca Camposampiero; per i Comuni della Città metropolitana di Venezia, Alberto Teso, sindaco di San Donà di Piave; per l’unico Comune della provincia di Vicenza, Ellena Bontorin, sindaca di Mussolente.

Da segnalare le parole di Conte sull’orgoglio “di rappresentare comunità straordinarie”, mentre Roma ha coinvolto nel saluto Francesco Gobbo, uno dei giovani chiamati a coordinare il Servizio civile nei Comuni del Veneto, e ha accennato alle prossime iniziative formative, promosse in collaborazione tra sindaci e Azione cattolica.

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