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Stefani presidente con oltre il 64%: “Sarò come un sindaco per tutti i veneti”

Il primo atto che realizzerà da presidente di Giunta sarà istituire un assessorato al sociale disgiunto da quello alla sanità, perché il sociale “ci riguarda tutti, riguarda i servizi per la prima infanzia, riguarda il Piano casa per i giovani, riguarda il lavoro per, i trend demografici in atto e quindi la necessità di garantire servizi socio assistenziali a una popolazione più longeva. Serviranno quartieri inclusivi, dovremmo pensare anche all’urbanistica del futuro”
24/11/2025

È un Alberto Stefani pacato e misurato quello che pochi minuti prima delle 17 si è presentato di fronte ai cronisti. Dopo la chiamata con Luca Zaia (che in contemporanea si congedava dalla stampa al K3 di Villorba) e quella con Giovanni Manildo, il nuovo presidente del Veneto ha aperto la sia prima conferenza stampa con la dedica della vittoria a tutti i nonni dopo il malore che nel corso della scorsa notte ha colto un suo familiare: «Quando si assume una responsabilità amministrativa la vita privata viene sempre dopo la vita pubblica e così deve essere, ma mi sia permesso di dedicare questa vittoria a una persona a me molto cara che questa notte ha avuto delle gravi difficoltà e dedico questa vittoria a tutti i nonni che hanno lasciato un segno importante nella vita dei propri nipoti».

Il più giovane presidente di Regione della storia d’Italia che si è presentato come il Sindaco dei Veneti. «Serve un sindaco dei veneti, uno che sappia ascoltarli, stare in mezzo a loro in maniera pragmatica e senza polemiche. E come il sindaco è di tutti anche io sarò il presidente di tutti e da domani mattina si inizia a lavorare».

Quindi Stefani ha ripreso i cavalli di battaglia della campagna elettorale compressa (appena 40 giorni) che lo ha portato da previsione sullo scranno più alto di palazzo Balbi a partire dalle dinamiche demografiche in corso che, ha assicurato, sono state «l’incipit di ogni mio intervento in tutte queste settimane».

Il primo atto che realizzerà da presidente di Giunta sarà istituire un assessorato al sociale disgiunto da quello alla sanità, perché il sociale «ci riguarda tutti, riguarda i servizi per la prima infanzia, riguarda il Piano casa per i giovani, riguarda il lavoro per, i trend demografici in atto e quindi la necessità di garantire servizi socio assistenziali a una popolazione più longeva. Serviranno quartieri inclusivi, dovremmo pensare anche all’urbanistica del futuro. Dobbiamo immaginarci una società che invecchierà e dovremmo individuare soluzioni urbanistiche, sociali, sanitarie, lavorative, imprenditoriali che abbiano il coraggio di guardare alla società del futuro. Per me far politica significa programmare il futuro dei prossimi anni e dei prossimi decenni».

Citazione latina quando è stato fatto osservare al nuovo presidente che l’esito delle urne ha di fatto soverchiato quello atteso con un 34 per cento della Lega, contro un 18 per cento di Fratelli d’Italia totalmente inatteso alla vigilia e che di certo ha beneficiato del traino del capolista Luca Zaia: «I latini dicevano pacta sunto servanda e penso che anche questo sia il caso di mantenere la parola data, fa la differenza». Tradotto: i cinque assessori pattuiti con Fratelli d’Italia in fase di definizione delle candidature non si toccheranno. «Io inciderò nella qualità delle persone che verranno scelte, perché ho chiesto che la scelta rimanga una prerogativa del presidente».

Il dato più preoccupante di questa tornata elettorale è l’astensionismo dilagante che ha abbassato la percentuale dei votanti al 44 per cento (era il 61 cinque anni fa), e Stefani ammette che una delle sfide principali per la Lega e la politica sarà quella di riportare le giovani generazioni al voto, pur sottolineando la grade crescita di iscritti all’Aire (Albo degli italiani residenti all’estero) che non vivono sul territorio pur risultando iscritti a queste liste elettorali».

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