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Sabato 8 novembre si apre il nuovo Anno accademico dell’Università del volontariato, proposta formativa gratuita dedicata a volontari, aspiranti tali e operatori del Terzo settore, promossa dal Centro servizi per il volontariato (Csv) Belluno Treviso e Università Ca’ Foscari Venezia.
In concomitanza con l’avvio delle nuove lezioni, saranno anche consegnati gli attestati a chi ha frequentato i corsi lo scorso anno.
Quest’anno, il filo conduttore sarà “Oltre l’io, dentro il noi”, a rappresentare il vero spirito del volontariato, al di là dell’individualismo, per diventare cittadini più responsabili e lavorare per un cambiamento collettivo.
“Siamo alla dodicesima edizione - ha raccontato il presidente del Csv Giancarlo Cavallin -, parliamo di un’esperienza di formazione importante, che dà valore e impulso al mondo del volontariato. Seconda in Italia dopo la nascita del progetto a Milano, può non solo formare i volontari, ma anche aiutare altre persone ad avvicinarsi al mondo del volontariato”.
Oltre al percorso curricolare, che dà anche una preparazione tecnica in progettazione sociale, amministrazione, gestione di eventi, comunicazione efficace e inclusiva, per cui le iscrizioni sono terminate, tutti i cittadini interessati possono ancora iscriversi a singole lezioni o gruppi tematici che affrontano argomenti utili ad allargare lo sguardo, costruendo una cittadinanza più responsabile. L’elenco delle lezioni si trova sul sito del Csv.
Il coinvolgimento dei giovani
Se l’Università del volontariato è un modo per avvicinare i giovani al Terzo settore, non è, comunque, l’unica strategia del Csv per coinvolgerli: “Lavoriamo molto nelle scuole - spiega Cavallin - per informare e stimolare i ragazzi a fare esperienza nel mondo del volontariato. Il tema della partecipazione dei giovani deve interpellarci, molti ci sono, ma il normale evolversi della vita non gli permette di partecipare con continuità. Credo che le associazioni dovrebbero strutturarsi con un nucleo che garantisca le progettualità e, poi, accolga le disponibilità, anche saltuarie o temporanee, dei ragazzi”.
Le sfide del volontariato
Il mondo del volontariato, secondo Cavallin, si trova “in una fase di profondo cambiamento, e i volontari devono comprendere e essere coinvolti”.
Tra le sfide che sarà necessario prepararsi ad affrontare, il passaggio agli Ambiti territoriali sociali (Ats), che spostano la gestione dei servizi socio-sanitari dalle Ulss a una rete di Comuni: “Sarà importante andare nella direzione della coprogettazione e della coprogrammazione, preparare il mondo del volontariato ad assumere un ruolo propositivo nei confronti delle Istituzioni. Le associazioni di volontariato sono spesso prese dal fare, perché nascono dalla necessità di rispondere a un bisogno immediato, mentre c’è bisogno di alimentare la conoscenza, di studiare come approcciarsi all’organizzazione degli Ats accanto alle Istituzioni, imparare a costruire relazioni. Viviamo in un tempo in cui si tende a limitarsi a essere esecutori, invece dobbiamo trovare la forza di diventare soggetti protagonisti, che rappresentino i bisogni e partecipino alla programmazione. Il futuro è quello di un’Amministrazione condivisa con il Terzo settore che sostiene gli Enti pubblici e gli accompagna in scelte coraggiose necessarie per il bene di tutti. Per tutte le problematiche burocratiche, inoltre, le associazioni devono sapere che sono supportate dal Csv”.
Le responsabilità
Nella visione del presidente Cavallin, il ruolo del volontariato è determinate per promuovere un cambiamento positivo nella società: “Il volontariato - chiarisce - ha grandi potenzialità, può incidere nel tessuto sociale non solo dando risposte, ma soprattutto facendo uno sforzo per rappresentare i bisogni e strutturando progetti. Puntiamo su questo per permettere di promuovere un’evoluzione del sistema sociale che sia in grado di reggere e che crei cittadini più responsabili. Proprio la partecipazione e la responsabilità sono valori fondativi del mondo del volontariato, che deve avere un ruolo politico, nel senso di favorire la crescita di uno Stato democratico”.
Il futuro prossimo
Sin dal prossimo anno, il programma del Csv prevede di garantire la continuità nelle azioni messe in campo, costruendo reti, si prefigge di entrare in dialogo con continuità con i singoli Comuni del territorio che rappresenta: “La partecipazione - conclude Cavallin - richiede un’evoluzione e una formazione continua. Ci proponiamo di formare non solo i volontari, ma anche il personale dei Comuni, in accordo con Anci (associazione Comuni), per costruire un linguaggio condiviso e volto a realizzare insieme le progettualità necessarie”.