Editoriali

L'ennesima tragedia in mare, con il barcone carico di migranti che è affondato di fronte alla costa di Cutro, in Calabria, apre tante domande e dubbi ai quali è difficile rispondere. La politica, per prima, tentenna. 

La disaffezione sempre più evidente degli italiani verso le istituzioni democratiche, da dove parte? Probabilmente è necessaria una riflessione forte sui motivi per i quali la nostra democrazia è malata e incapace di rigenerarsi, quali possibili rimedi per stimolare e motivare la partecipazione dei cittadini alla vita e al destino del Paese?

Questa Quaresima 2023 cade a un anno esatto da quando l'esercito russo, all'alba del 24 febbraio 2022, sferrò l'attacco all'Ucraina. Forse, in questo tempo di preparazione alla Pasqua, dovremmo tutti convertirci all'ascolto della voce di coloro che soffrono per la guerra, innanzitutto, ma non solo. 

Dalle varie testimonianze di coloro che hanno partecipato al Cammino sinodale in questa prima fase "narrativa", nella quale ci si è esercitati nell'ascolto, emerge costante il senso dello stupore e della riconoscenza per aver partecipato a questi momenti di dialogo e di ascolto liberi da ogni pretesa. 

Nel cammino sinodale della Chiesa, papa Francesco ha dato alcune indicazioni di marcia: comunione, partecipazione, missione. Ha pure disposto che la prima fase dei lavori fosse di ascolto. 

Nelle ultime settimane la guerra in Ucraina ha conosciuto un ulteriore inasprimento. Oramai il conflitto ha assunto i contorni e i rischi di una guerra mondiale. Purtroppo, la minaccia della Russia di fare ricorso a missili nucleari tattici, si sta facendo sempre più concreta. Bisogna assolutamente fare qualcosa per la pace, non possiamo rimanere inermi, assistendo rassegnati alla disfatta dell'Europa. 

Anche se ora gli ex alleati, a costo di arrampicarsi sugli specchi, si rimpallano la responsabilità della crisi, la sostanza delle cose non cambia: per l’ennesima volta i partiti (e i loro leader) hanno anteposto i propri interessi a quelli del Paese

Le elezioni francesi hanno “azzoppato” il presidente Emmanuel Macron. Non ha avuto nemmeno il tempo di godersi il successo elettorale che lo ha portato per la seconda volta all’Eliseo, che nel giro di due mesi si è trovato senza maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale (245 seggi su 577). La democrazia può sorprendere e anche rovesciare le precedenti scelte politiche di un determinato Paese. Rimane, però, un valore irrinunciabile che non possiamo mettere sullo stesso piano di altre forme autocratiche o dittatoriali.

Ennesima strage negli Stati Uniti. Rimaniamo convinti che le armi non risolvano i problemi del nostro pianeta, né tanto meno possono produrre uno stabile ordine ed equilibrio mondiale. Non resta altro che la via del dialogo, della solidarietà con i popoli poveri e della rinuncia ad appropriarsi a ogni costo delle risorse naturali dei Paesi più deboli

Nell’omelia della messa crismale di giovedì santo papa Francesco si è rivolto ancora una volta a noi preti, ricordandoci che essere sacerdoti è una grazia, un dono molto grande fattoci dal Signore

Con questa sesta domenica di Quaresima denominata “delle Palme e della Passione del Signore” inizia la Settimana santa detta la “Grande Settimana”, la quale non ha solamente la funzione di prepararci alla Pasqua, ma anche di farci vivere il mistero pasquale nella sua dimensione di passione

Il Papa definisce l'aumento delle spese militari "una pazzia", ma i media nazionali ignorano il suo messaggio. Scelta ideologica? Banali sviste? Rifiuto di dar voce a chi la pensa diversamente? Vera e propria censura?

Molti pensano che Putin, nell’invadere l’Ucraina, abbia avuto un improvviso colpo di testa. Riteniamo, però, che la sua sia stata una scelta strategica nei confronti della Nato, incubata da tempo, e che aspettasse solo l’occasione buona per metterla in atto

Il problema è molto serio e, nel giro di pochi anni, anche da noi (come da tempo nel resto d’Europa) non si potranno più garantire tutti i numerosi servizi religiosi a cui la gente è abituata

Prendono il via il 24 gennaio le votazioni a Camere riunite per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Un passaggio particolarmente importante, nell'attuale situazione e per i delicati equilibri politici. La speranza è che prevalgano l'unità e la saggezza

L’ossessione del politically correct può portare a situazioni grottesche e far deragliare da ogni buon senso. Ne abbiamo avuto un saggio eloquente nei giorni scorsi allorquando nei palazzi di Bruxelles è circolato un documento “interno” contenente “linee guida per una comunicazione inclusiva” nel quale si chiedeva di non usare nelle varie comunicazioni termini cristiani come quello di “Natale”

Avviato anche nella nostra diocesi il percorso voluto da papa Francesco. Quella che intraprendiamo è una sfida che non possiamo affrontare a cuor leggero. Dobbiamo, come ha detto il presidente della Cei Bassetti, "avere sogni e desideri più grandi delle nostre paure"

Non possiamo accettare che la piazza venga strumentalizzata da raggruppamenti politici estremisti, il cui unico interesse è quello di destabilizzare le istituzioni e creare tensioni e confusione tra la gente

Ormai psicologi ed educatori ci segnalano l’emergere di una serie di patologie che stanno condizionando l’equilibrio di non pochi bambini e adolescenti. Ma anche di tantissimi altri che soffrono, perché costretti a vivere questa stagione della loro vita in “tono minore” e in stato di “privazione”, mortificati in tante attese e potenzialità

Penso che non ci sia consentito aggregarci a quei “profeti di sventura” che parlano di un inevitabile tramonto della fede e della Chiesa, soprattutto in Occidente. Né pensare che siamo capitati a fare i preti in un tempo sbagliato, perché ogni tempo è grazia e possibilità per l’annuncio

Certamente, questa crisi afghana, oltre a rinvigorire i mai sopiti rigurgiti antiamericani dell’Occidente, costringerà la leadership statunitense a ripensare una nuova collocazione internazionale del Paese, più politica e culturale che militare

Sabato scorso il vescovo Michele ha ordinato sacerdoti quattro giovani del nostro Seminario. Con l’ordinazione iniziamo con Gesù un nuovo cammino, bello e entusiasmante finché si vuole, ma che, a volte, può portare verso zone impervie e inesplorate, o costringere ad attraversare un mare in tempesta o a compiere qualche salto nel buio, avendo come unica rete di protezione la parola del Maestro che ci ha chiamati