Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
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“A Gerusalemme mi è stato chiesto di fidarmi di quella proposta d’amore”

Ho 32 anni e sono originario di Spinea, parrocchia di San Vito e Compagni Martiri. La mia famiglia è composta da mamma Manuela, mia sorella Tatiana e papà Augusto che da pochi mesi ci accompagna dal cielo. Dopo le superiori a Mestre, mi sono iscritto a Giurisprudenza a Treviso.
Durante l’ultimo anno di studi ho iniziato un cammino di discernimento vocazionale che mi ha portato a entrare in Comunità vocazionale nel settembre 2013. In quei mesi è iniziata l’avventura insieme al Signore in Seminario, che mi ha portato poi in Comunità Teologica e a vivere varie esperienze di servizio pastorale: prima nelle parrocchie di Zero Branco, Sant’Alberto e Scandolara e poi nell’esperienza Siloe. Attualmente svolgo il mio servizio diaconale al Duomo di San Donà di Piave. Durante un pellegrinaggio in Terra Santa nel 2011 con degli amici dell’università, a Gerusalemme visitammo il Cenacolo.
In quella stanza mi colpirono molto le parole che Gesù disse all’Ultima Cena: “Fate questo in memoria di me”. Chi ci accompagnava commentò questo versetto dicendo: “Se non ci sono uomini che continuano a fare memoria di quello che Gesù ha vissuto qui, cioè l'Eucarestia, la presenza di Gesù Eucarestia non può esserci nel mondo”. Il Signore voleva dirmi una cosa molto semplice “Riccardo, ho bisogno proprio di te!” e questa è una delle cose più belle che mi siano accadute! Mi veniva chiesto non di capire tutto subito, ma di fidarmi di quella proposta d’amore. Sono stato costretto a prendere in mano i miei desideri, e questo è un lavoro bellissimo e infinito! Nel tempo, il desiderio di “dare una mano” al Signore con quello che sono si è fatto sempre più chiaro. Sto scoprendo che la vocazione è il modo più bello perché la mia umanità fiorisca, e il Signore non desidera altro che questo; che ciascuno di noi fiorisca donandosi agli altri.
Il Signore ha voluto prendere sul serio non solo il mio desiderio di amare, ma anche quello di essere amato. Questo amore l’ho vissuto nella mia famiglia, in quella del Seminario, nella mia parrocchia di origine e in quelle di servizio, in cui ho gustato la bellezza di amare servendo i fratelli e le sorelle che incontravo. Come non ringraziare il Signore anche per i fratelli della Comunità Teologica, per gli educatori che mi hanno accompagnato (in particolare don Pierluigi) e soprattutto per la parrocchia di San Donà nella quale sto vivendo i primi passi nel ministero. Con il cuore colmo di tutto questo, non posso che essere grato al Signore per quanto mi sta donando, per la gioia di servire Lui e la Chiesa.