La morte ha la forza di farci riconsiderare le priorità della vita e, forse, di dare loro un po’ di ordine....
Don Milani: ritiro spirituale con il card. Bassetti per i sacerdoti diocesani
Giovedì 9 novembre i preti diocesani si sono ritrovati nel tempio di San Nicolò a Treviso, per condividere una mattinata di ritiro spirituale. La meditazione è stata offerta dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia - Città della Pieve e già presidente della Conferenza episcopale italiana.
Dopo il saluto iniziale del vescovo Michele Tomasi, il cardinale ha incentrato la sua meditazione - testimonianza sulla figura di don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, partendo da alcuni ricordi della personale relazione vissuta con lui. Lo ha definito “uno dei tanti preti che ha saputo togliere qualche ruga alla sua chiesa fiorentina”, una figura che continua a provocare anche ai nostri giorni.
“Non tutti lo hanno capito. Don Milani è una persona talmente complessa che è molto difficile afferrarla, aveva un pensiero costantemente in evoluzione, discuteva con i ragazzi per avvicinarsi alla Verità, che ha sempre tante sfaccettature. Definirei don Milani un prete del Dio di Abramo e un prete della Chiesa di Pietro”. Un sacerdote che, fedele alla Chiesa, ha saputo incarnare il Vangelo in ogni dimensione della sua vita.
Il cardinale ha voluto citare anche il ricordo di papa Francesco riguardo a don Milani: “Un prete che è vissuto in piena fedeltà al Vangelo, lì dove la Chiesa lo ha chiamato. Ha cresciuto dei figli e li ha amati con cuore di Padre. Dare dignità ai poveri è stato il fondamento della scuola, voleva che tutti avessero pari dignità. La vocazione sacerdotale è alla radice di tutto quello che ha fatto, ma a sua volta il suo essere prete ha una radice ancora più profonda, una fede totalizzante”.
Il cardinale lo ha indicato come un testimone di fede, che “ha fatto strada tra i poveri senza farsi strada con i poveri”. Ha ricordato anche il profondo convincimento che don Milani aveva circa l’importanza di dare loro un’adeguata istruzione: il Vangelo lo portava a schierarsi completamente con i dimenticati. Un uomo critico e positivo che ha avuto il coraggio di schierarsi con gli ultimi, i cui problemi diventano i suoi, vivendo fino in fondo le parole dell’ordinazione sacerdotale: vivi ciò che insegni.
“Cosa conta alla fine?” si è chiesto il cardinale. “Conta quello che tu sei dentro, conta la coerenza tra quello che dici e quello che pensi. Sei cristiano? La tua vita è il Vangelo!”.
La meditazione è stata seguita con molta attenzione dai sacerdoti, che hanno avvertito un calore speciale dalle parole del cardinale, che ha saputo indicarlo come un sacerdote esemplare nella dedizione al ministero.
La mattinata è proseguita con un tempo di adorazione eucaristica e di confessioni. Una bella occasione di ritrovo per il presbiterio, che si è stretto anche nel ricordo e nella preghiera riconoscente per don Davide Schiavon e per il vescovo emerito mons. Paolo Magnani, tornati in questi giorni alla Casa del Padre.